Di seguito la terza parte dell’articolo della rivista in lingua cinese Nanfeng Chuang: una lunga intervista al professor Wang Jisi, preside della facoltà di Relazioni internazionali, dell’Università di Pechino, sull’immagine della Cina all’estero e all’interno del paese. Una riflessione sulla politica internazionale e sulla creazione degli immaginari nell’attuale scenario geopolitico mondiale.
Ammirarsi troppo porta all’autodistruzione
NFC: al momento, la Cina è ammirata da molti paesi del terzo mondo. Per la promozione dell’immagine internazionale della Cina questo è un aiuto o no? Molte indagini dimostrano che i paesi che hanno una buona opinione sulla Cina sono quelli del medio oriente e quelli africani, mentre quelli che hanno una opinione negativa sono quelli euro-americani.
WJS: Ciò rappresenta sicuramente un aiuto. Il mondo di oggi, da un punto di vista politico ed economico è suddiviso in due categorie e i paesi in via di sviluppo ritengono che la forza degli aiuti ricevuti dai paesi sviluppati non sia sufficiente, ricevono lezioni di amore ma negli affari internazionali si perseguono due standard differenti. Il sistema politico cinese, i suoi valori e la sua ideologia sono molto diversi da quella dell’America; la Cina attua una politica di non interferenza nelle politiche interne di altri paesi, mentre l’America ha in genere una posizione molto chiara sugli affari interni degli stessi paesi, su chi sostenere e chi non sostenere, su come partecipare con quanti soldi e a quali assemblee per il sostegno del progresso. In questo modo è facile causare risentimento, come è facile che molti tra i paesi in via di sviluppo guardando alla Cina sperano che questa possa assumere il ruolo di guida nel boicottaggio alle azioni dell’egemonismo americano.
Principalmente, le valutazioni negative nei confronti della Cina vengono dai paesi della sfera euro-americana. Questo succede perché tali paesi e la Cina, da un punto di vista ideologico, non hanno lo stesso modo di valutazione dei problemi. Secondo loro, al mondo dovrebbe aver successo solo un certo modello di sviluppo, cioè un sistema in cui si sviluppino allo stesso tempo l’economia di mercato, lo stato di diritto, la democrazia e i diritti umani, mentre la Cina cerca di tenere queste cose separate. Ciò per gli occidentali in teoria è inaccettabile, ma nella pratica si sollevano molti dubbi
Alcuni paesi in via di sviluppo hanno una buona impressione della Cina, ammirano i nostri risultati, ma, alla fine, quanti di questi possiedono le capacità per imparare dal modello cinese e fino a che punto? Questi sono dei seri problemi che ancora rimangono. La Cina deve evitare di valutare gli altri secondo i propri criteri. I criteri di valutazione sono diversi e, come le emozioni, sono in genere difficili da determinare. Possiamo pensare che l’India è sporca e disordinata, ma un indiano pensa che queste sono le sue abitudini, che lui stesso è così, pertanto potrà ritenere che in Cina l’immagine dell’India sia distorta.
In questi trent’anni passati dall’apertura, molti cinesi guardano solo il tasso di sviluppo e quelli di crescita del PIL come criteri per valutare qualsiasi paese e hanno una considerazione bassa dei poveri e dei paesi meno sviluppati e ancor meno capiscono come persone senza soldi possano vivere bene, ma spesso trascurano indicatori come la felicità, la parità sociale e altri. I fatti dimostrano che tra uno sviluppo veloce e un tenore di vita soddisfacente per le persone non c’è un correlazione diretta.
NFC: i cinesi si ritengono una nazione pacifica, dove regna la giustizia, mentre gli stranieri non la vedono così. Quale è il motivo che crea questo fenomeno?
WJS: al mondo il 99% della gente crede che il suo paese sia pacifico e, nel caso si entri in guerra, tutti credono che il proprio paese sia dalla parte giusta. Ma noi nel ritenerci un paese pacifico e giusto non sottintendiamo che gli altri paesi non lo sono? In realtà tra lo scoppio di una guerra internazionale e l’amore, la pace e la giustizia di un popolo non c’è relazione. Dovremmo capire che la maggior parte della gente di altri paesi è pacifica, solo che i cambiamenti del sistema e della politica di certi paesi cambiano la gente in peggio. La bontà di molte persone in una condizione di pace, nel momento di una guerra, si trasforma fino al punto di uccidere a freddo un altro uomo. E ciò è qualcosa che accade spesso anche nella storia cinese.
NFC: la Cina vuole emergere. Che tipo di immagine internazionale dovrebbe creare? Per raggiungere questo scopo, sotto quali aspetti dovremmo avanzare e progredire?
WJS: Nell’immagine internazionale di un paese, possiamo distinguere due livelli che a volte coincidono e altre volte no. La corruzione del governo di un paese non rappresenta di certo la decadenza del popolo di quel paese come non condividere alcune politiche non vuol dire che si è contro il popolo di quel paese. In Cina, per avere una buona immagine all’estero, c’è bisogno dello sforzo di tutti, governo, società e cittadini. La conoscenza di una persona verso il mondo esterno è difficile, perché si tende a considerare un aspetto come se comprendesse tutti gli aspetti diversi, perché attraverso persone e fatti particolari si determinano sempre i giudizi generali. Perciò, tutti i contatti di ogni singola persona con persone esterne contribuiscono a creare l’immagine di una nazione.
Quanto all’immagine propria, l’identità della Cina di oggi non corrisponde con quella all’estero, non dovremmo tanto stare a sentire le discussioni altrui e poi pensare di correggerci, ma dobbiamo fare attenzione e guardare i nostri propri comportamenti. Dare un’eccessiva importanza all’immagine all’estero e mettere in atto una propaganda smisurata è controproducente. Un prodotto scadente con una confezione attraente, può anche costare molto. È questa la pratica cinese, che allo stesso tempo non è applicabile all’estero. Inoltre, di fronte ai propri errori, dobbiamo guardare la realtà, non possiamo negare tutto senza eccezioni. Inoltre, credo che l’immagine all’estero di un paese si crei in maniera naturale, e che la cosa importante dovrebbe essere la creazione della società civile e i suoi leader. L’immagine all’estero dell’America ha poco a che fare con il dipartimento governativo dell’informazione e con il portavoce della Casa Bianca. Lo scarso potere della Cina e la promozione della sua immagine all’estero non possono dipendere eccessivamente dal governo.
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