Oggi in Cina – Una Cina sempre più depressa

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

La Cina è sempre più depressa, secondo il settimanale Caixin. Aumentano infatti i consumi di antidepressivi. Le difficoltà di ottenere un passaporto per gli uiguri. La censura sempre più evoluta per tracciare conversazioni in ciascuna delle lingue dei 55 gruppi etnici cinesi. Spazi aerei meno controllati, il business delle Bibbie e l’allerta sui crediti inesigibili. Una Cina sempre più depressa

Zhang Jin, vicedirettore dell’influente settimanale economico Caixin, racconta la sua esperienza con gli antidepressivi e apre un nuovo topic nella discussione pubblica della nuova Cina.

Secondo alcuni studi nel 2012 in Cina ci sono stati più di 30 milioni di persone che hanno sofferto di acute forme di depressione. Lo stesso anno il mercato delle pillole antidepressive ha fatturato quasi 400 milioni di euro, il 22,6 per cento in più rispetto all’anno precedente. Ma fuori dalle grandi città i cinesi non hanno accesso alla giusta divulgazione medica e a specialisti del settore.

Secondo uno studio del Centro per la salute mentale di Shanghai tra il 2001 e il 2005 l’88 per cento dei pazienti con disturbi mentali non hanno ricevuto cure appropriate. Un male invisibile che, secondo un articolo pubblicato dalla stessa Caixin l’anno scorso, costerebbe alla Cina oltre 6 miliardi di euro all’anno in termini di giornate lavorative.

Gli uiguri e le difficoltà per ottenere un passaporto

Nonostante le politiche che dovrebbero facilitare il rilascio dei passaporti per gli abitanti della Repubblica popolare, gli uiguri denunciano che per loro è sempre più difficile ottenere il prezioso documento di identità. Le nuove regole introdotte il mese scorso, infatti, sostituiscono un solo centro di rilascio passaporti con l’iter di 18 uffici diversi che invece bisognava percorre fino al mese scorso.

Ma gli abitanti della regione autonoma dello Xinjiang, spesso scossa da venti separatisti, denunciano l’assenza dell’ufficio unico in gran parte delle zone dello Xinjiang a maggioranza uigura. Questo significa la nascita di diverse “agenzie informali” che sono disposte a farsi carico di tutto il processo amministrativo relativo al rilascio del passaporto a caro prezzo. Un costo al di fuori di ogni tabella che non fa altro che aumentare il sistema di corruzione e mazzette.

Una censura sempre più tecnica

Le autorità cinesi avrebbero sviluppato tecnologie in grado di tracciare le conversazioni online in ciascuna delle lingue dei 55 gruppi etnici che compongono la popolazione cinese. Secondo quanto riportato dal quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post, la nuova tecnologia permetterà di monitorare le chiamate voce, i messaggi testuali e persino le immagini e i grafici contenuti nei testi.

L’idea è quella di monitorare le aree più periferiche della Repubblica popolare spesso scosse da venti separatisti e governate da funzionari han che non conoscono la lingua più comunemente usata nelle loro aree. I gruppi internazionali in favore dei diritti civili si sono dichiarati preoccupati dell’aumento dei controlli online.

Uno spazio aereo meno controllato

Volare da una città cinese all’altra sarà sempre più semplice. Dal prossimo mese gli aerei privati e gli elicotteri potranno attraversare lo spazio aereo cinese senza bisogno del permesso dell’Esercito di Liberazione popolare.

Una misura che ha come obiettivo quello di promuovere il settore delle compagnie aeree private. L’anno scorso la Cina infatti ha registrato solo mille aerei privati contro i 220mila del Stati Uniti d’America.

La Bibbia, il nuovo business del paese ateo più grande del mondo

La Cina è diventata il maggior produttore mondiale di Bibbie. Tra il 1987 e il 2012 ha dato alle stampe 105 milioni di Bibbie, il 60 per cento destinate al mercato interno e il 40 per cento destinate all’estero. E il business sta crescendo esponenzialmente.

Attenzione ai crediti inesigibili

Jiang Jianqing, il direttore della più grande banca cinese, la ICBC, ha dichiarato al Financial Times che il rilassamento del controllo dello Stato sull’economia farà crescere “inevitabilmente” i crediti inesigibili e indebolirà i prestiti.