La Cina accusa gli Stati Uniti di gravi problemi in materia di diritti umani e snocciola dati su sorveglianza online e raid di droni. Xi Jinping crea una task force per la sicurezza e la propaganda online. Il governo cinese dà il via ad Hairou, un complesso che creerà a fini di ricerca smog artificiale. La lotta al traffico di bambini online. Ping pong dei diritti umani
Ormai è una tradizione. Quando gli Usa puntano l’indice contro la Cina in materia di diritti umani, Pechino fa specchio riflesso e snocciola i numeri delle violazioni americane.
Così, il governo cinese ha diffuso venerdì il documento “The Human Rights Record of the United States in 2013” in risposta al “Country Reports on Human Rights Practices for 2013”, pubblicato dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti un giorno prima. La Cina ritiene ci siano gravi problemi in materia di diritti umani che riguardano gli Usa, con una situazione che in molti campi è “in ulteriore deterioramento”.
Ponendosi come “giudice mondiale dei diritti umani”, il governo degli Stati Uniti “fa attacchi arbitrari e commenti irresponsabili” su quasi 200 Paesi, dice il rapporto. “Tuttavia – aggiunge – gli Stati Uniti nascondono accuratamente ed evitano di menzionare i propri problemi che riguardano i diritti umani”.
La relazione pone soprattutto l’accento sul programma di sorveglianza informatica Prism, che esercita un controllo diffuso sia negli Usa sia all’estero “in palese violazione del diritto internazionale” e “violando gravemente i diritti umani”.
Si parla anche della violenza interna agli Stati Uniti, con “137 persone morte in 30 omicidi di massa, che hanno cioè causato quattro o più morti ciascuno”.
Il rapporto cita anche gli attacchi dei droni che uccidono innocenti e l’alto tasso di disoccupazione degli Usa, nonché l’utilizzo di lavoro minorile nelle attività agricole e il rifiuto di Washington di ratificare numerosi accordi internazionali “sui diritti economici, sociali e culturali”.
Sicurezza informatica
Intanto, il presidente cinese Xi Jinping crea un nuovo gruppo sulla sicurezza di Internet e la promozione delle tecnologie IT, mettendosi a capo dello stesso.
La task force controllerà e darà impulso alla crescita di Internet nei settori consumer e corporate, obiettivo che Xi ha definito “priorità nazionale”.
“Non c’è sicurezza nazionale, senza la sicurezza di Internet e non c’è modernizzazione senza ampia adozione delle tecnologie dell’informazione”, ha detto Xi .
“Bisogna fare tutti gli sforzi per trasformare il nostro Paese in una Cyberpotenza”, ha detto in occasione della prima riunione del gruppo. Il premier Li Keqiang (numero due della leadership) e lo zar della propaganda, Liu Yunshan, sono stati nominati vicecapi del gruppo. Nel dare la notizia, le autorità hanno comunicato che, alla fine dello scorso anno, la Repubblica Popolare aveva 618 milioni di utenti internet, circa un terzo dei quali sono ormai classificabili come “popolazione rurale”.
Xi ha anche invitato i funzionari a migliorare la propaganda internet e a gestire l’opinione pubblica in modo tempestivo ed efficace.
Smog artificiale (per studiarlo)
Non bastando quello reale, il governo cinese ha approvato la costruzione di un impianto che crea smog artificiale per consentire agli scienziati di studiare nuovi modi per ridurre l’inquinamento atmosferico. Le tragiche condizioni ambientali delle ultime settimane hanno spinto la leadership di Pechino ad accelerare sul progetto, che era già allo studio.
Il futuro complesso di Huairou farà così concorrenza al più grande impianto di simulazione atmosferica al mondo, il fotoreattore europeo, Euphore. Il professor Lui Hong, scienziato di punta del progetto, ha detto che la camera dello smog di Huairou sarà la più grande del mondo, in grado di studiare, nelle sue simulazioni, 600 metri cubi di aria inquinata. Supererà così la capacita di Euphore del 50 per cento.
Traffico di bambini
A febbraio, la polizia cinese ha sgominato quattro grandi gruppi di baby-trafficanti online e salvato 382 bambini, comunica il ministero della Pubblica Sicurezza, prontamente ripreso dai media di Stato.
Un totale di 1.094 persone sono state identificate e indagate in tutto il Paese, in un giro di vite che rusale al 19 febbraio, dice il ministero.
Questi gruppi sono accusati di vendere i bambini attraverso piattaforme e negozi online illegali mascherati dietro centri per l’adozione o di assegnazione alle famiglie.
[Foto credits: english.people.com.cn]