Oggi in Cina – Riforme, adesso viene il difficile

In by Gabriele Battaglia

Da Sochi, Xi ribadisce che se le riforme facili sono fatte, per quelle strutturali la strada è ancora lunga. Alipay segna il record di transazioni, battendo Paypal, nel 2013. L’ossessione del Nobel per gli accademici cinesi, preoccupati dal rischio plagio. La campagna anticorruzione arriva anche ai ristoratori. Fucili cinesi preferiti dai ribelli birmani, la moda cinese sposta il suo centro a Shanghai, la scienza al servizio della nazionale cinese di calcio. Xi: riforme, il difficile viene ora

In un’intervista alla televisione russa fatta a margine delle olimpiadi di Sochi, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che, per quanto riguarda le riforme varate dal terzo plenum lo scorso novembre, il difficile viene ora.

Uno Xi in vena di metafore ha detto che “le riforme più facili, quelle che fanno tutti felici, sono già state completate”, riferendosi intuitivamente alla chiusura dei campi di lavoro e all’allentamento della politica di controllo delle nascite. “La carne saporita è stata divorata. Restano le ossa dure da masticare”, ha aggiunto. “[Noi] non dobbiamo temere di rosicchiare anche le ossa più dure, e avere il coraggio di guadare rapide pericolose”.

Il presidente cinese, evidentemente in versione piaciona, non ha lesinato anche qualche dettaglio sulla propria vita personale. Tutto bene, per carità, “ma dove è finito il mio tempo libero?”

Alipay, ovvero il futuro

Alipay, il sistema di pagamento online del gruppo Alibaba ha comunicato che nel 2013 ha effettuato più transazioni di pagamento mobile degli statunitensi PayPal e Square messi insieme.

L’anno scorso, più di 100 milioni di utenti hanno completato oltre 2.780 milioni di transazioni via mobile per un valore complessivo di 900 miliardi di yuan (quasi 150 miliardi di dollari). Non si tratta solo del successo imprenditoriale del massimo sito di ecommerce cinese, ma di una finestra sul futuro.

Attraverso i modelli di credito e di pagamento di Alibaba – e che anche altre compagnie IT cercano di imitare – si prefigura infatti un sistema finanziario alternativo a quello di Stato, oggi al centro di un difficile tentativo di riforma.

Il Nobel del plagio

La Cina ha una vera e propria ossessione per il premio Nobel, ma fenomeni di plagio e corruzione nel mondo della ricerca rischiano di allontanarla sempre più dalla meta agognata.

Pochi giorni fa, il comitato accademico della Fudan University di Shanghai ha per esempio terminato la sua seconda indagine sulle accuse di plagio nei confronti di Wang Zhengmin, un noto luminare di otologia (patologie dell’orecchio).
Wang è anche un membro dell’Accademia Cinese delle Scienze, forse il più prestigioso organismo di ricerca e nel 2012 avrebbe copiato lavori altrui proprio per accedervi. Il sistema cinese è particolarmente esposto al fenomeno, perché si basa su criteri puramente quantitativi per valutare la ricerca e perché, d’altra parte, scoraggia gli scienziati dal denunciare fenomeni di plagio e corruzione.

Ora, si punta sull’orgoglio patrio e su quella disperata voglia di un Nobel per cambiare il sistema.

Campagna anticorruzione: guai per i ristoratori

Lo stesso presidente Xi Jinping ha dettato la linea, facendosi abbondantemente riprendere e fotografare mentre mangiava jiaozi (ravioli) in un ristorante assolutamente popolare di Pechino: "Cinesi! Basta con l’ostentazione e gli eccessi a tavola”. Ebbene, nel 2013, la ristorazione cinese è cresciuta al ritmo più lento degli ultimi vent’anni proprio a causa della campagna anticorruzione lanciata dalla leadership oltre un anno fa, dicono oggi i media di Stato.

L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua comunica che il settore è cresciuto del nove per cento lo scorso anno, il risultato peggiore dal 1992, citando dati della China Cuisine Association.
I guadagni dei ristoranti sono stati pari a 2.540 miliardi di yuan (419 miliardi dollari), i più colpiti sono stati quelli high-end, che hanno registrato un fatturato annuale inferiore a quello del 2012.

Fucile cinese di culto in Myanmar

Il fucile d’assalto “modello 81”, di fabbricazione cinese e simile al Kalashnikov, è il “must have” tra gli eserciti indipendentisti birmani, secondo il China Youth Daily.

Non solo: i vari gruppi militari che combattono il governo del Myanmar modificano a loro volta l’arma, trasformandola per esempio in un lancia granate o in un fucile di precisione, come fa il Kachin Indipendent Army. Quindi, una modifica del leggendario Ak 47 viene a sua volta modificata e – si dice – è per la sua leggerezza e maneggevolezza particolarmente adatta alle donne combattenti e all’impervio ambiente delle montagne e della giungla.

Il governo cinese, da parte sua, smentisce Voice of America – la quinta colonna della propaganda Usa nel mondo – che lo accusa di rifornire direttamente i guerriglieri.

Moda: Shanghai su, Hong Kong giù

Con malcelato sconforto dell’hongkonghese South China Morning Post, Shanghai è diventata la capitale della moda asiatica, mentre l’ex colonia britannica, oltre a perdere il primato continentale, si fa sorpassare pure da Tokyo e Singapore ed è ora 20esima nel ranking complessivo.
Nella classifica della statunitense Global Language Monitor – che si basa su informazioni e opinioni raccolte sui media tradizionali e su internet – New York riconquista il primato ai danni di Londra (seconda). Tra le italiane, Roma è sesta, Milano dodicesima (decadenza! era prima nel 2009) e Firenze tredicesima.

Per quanto possa valere una classifica sulla moda fatta da dei texani (di Austin), la ripresa della notizia da parte del massimo quotidiano di Hong Kong rivela il difficile momento dell’ex colonia britannica, che soffre la concorrenza di una Shanghai, che beneficia dell’”aiutino” del governo cinese, in tutti i campi. Se l’economia globale sposta il suo baricentro verso Oriente, all’interno dello stesso Oriente si ridefiniscono antichi equilibri e vocazioni.

Scienza al servizio degli scarponi

Nel “grande sogno cinese” e nella rinascita di orgoglio patrio, c’è un tallone d’Achille: la nazionale di calcio più scarsa che mai. Così, giunge notizia che organizzazioni governative stanno finanziando ricerche scientifiche per risollevare le sorti di uno sport che si è impantanato nella corruzione e che inanella fallimenti sportivi.
Almeno tre gruppi di ricerca stanno lavorando su un sistema informatico in grado di analizzare i video delle partite e di fare emergere i punti di forza e di debolezza delle squadre.

La nazionale cinese non si è qualificata per la coppa del mondo in Brasile della prossima estate e ha partecipato in passato solo a quella del 2002. In compenso, diversi dirigenti calcistici, tra cui due ex capi della lega professionistica nazionale, sono stati incarcerati per aver accettato tangenti e avere organizzato partite truccate.