Uno dei più importanti cartelli del narcotraffico globale sta espandendo la sua rete nel mercato asiatico, con centro a Hong Kong. Il ritorno di centinaia di migliaia di studenti cinesi trasferitisi all’estero e le loro difficoltà a trovare un lavoro. La sfida Weixin/Weibo a capodanno. L’intervento di Pechino per fermare le ostilità in Sud Sudan. Il boom del turismo cinese in Antartide. Narcotraffico sino-messicano
Il cartello di Sinaloa, una delle più grandi e note organizzazioni del narcotraffico globale, sta espandendosi nel mercato asiatico attraverso le triadi cinesi e il “centro smistamento” di Hong Kong. Il cartello sta così cercando di cavalcare il boom della domanda di cocaina e metanfetamine nella regione dell’Asia-Pacifico.
A Hong Kong, la mafia locale fornisce la lavorazione ultima della merce grezza proveniente dal Messico e le sostanze necessarie alla produzione di "Ice" – nome locale delle metanfetamine – come efedrina e pseudoefedrina. I sequestri da parte della polizia cinese di pillole di “meth” sono aumentati drammaticamente – circa del 1.500 per cento – da sei milioni nel 2008 a 100 milioni nel 2012, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC).
Con una purezza media tra il 90 e il 99 per cento, la "Ice" sequestrata a Hong Kong e in Cina continentale è di qualità nettamente superiore a quello del resto dell’Asia, un fatto che gli esperti attribuiscono alla presenza di chimici di alto livello nel giro del narcotraffico cinese.
Tartarughe spiaggiate
Circa 300mila “tartarughe marine” – giovani cinesi che hanno studiato all’estero – torneranno quest’anno in patria per cercare un brillante lavoro, dall’alto delle loro prestigiose lauree made in Usa o Europa.
Ma le garanzie di trovarlo si assottigliano, data l’agguerritissima concorrenza di ben 7,3 milioni di coetanei “sedentari”, che si affacceranno quest’anno per la prima volta sul mondo del lavoro.
E così i salari sono già ora più bassi rispetto alle aspettative, a volte corrispondono a circa solo un terzo di quanto le “tartarughe” si sarebbero aspettate. Alla radice, un’offerta di posti di lavoro qualificati inferiore alle candidature. Il surplus demografico si è quindi trasferito dal lavori low end a quelli high-end, mentre la Cina sta perdendo sempre più il proprio ruolo di “fabbrica del mondo”.
Insomma, la Cina appare a metà del guado, non è più produttrice di paccottiglia e non è ancora economia avanzata. Ne risentono anche i consumi, inferiori alle attese. Il consumatore cinese continua a essere estremamente giudizioso.
Weixin batte Weibo anche a Capodanno
Il team di WeChat (Weixin), il colosso della messaggistica mobile del gruppo Tencent, ha rilasciato una infografica ieri che riporta l’attività degli utenti alla vigilia del nuovo anno lunare.
Nel rilevare che il traffico in Cina ha raggiunto il picco tra le 22:00 e le 24:00 del 30 gennaio (per inciso, lo stesso picco raggiunto dallo smog di Pechino, causa petardi e fuochi d’artificio), WeChat afferma di avere elaborato 10 milioni di messaggi nel giro di un minuto. Tale cifra supera di gran lunga quella rilasciato da Sina Weibo, il maggiore social network, che ha dichiarato di avere elaborato 863mila tweets in un solo minuto dello stesso giorno.
Cina proattiva in Sud Sudan
Pur mantenendo il tradizionale basso profilo, la Cina ha assunto un ruolo più attivo nel cercare di porre fine ai combattimenti in Sud Sudan, uno dei suoi principali fornitori di petrolio. Lo dicono gli osservatori, che registrano il tentativo cinese di interagire con diversi partner africani per trovare una soluzione pacifica alla crisi.
Pechino ha mandato nell’area l’inviato speciale Zhong Jianhua con il compito di mediare tra il presidente del Sud-Sudan, Salva Kiir, e i ribelli fedeli al deposto vicepresidente, Riek Machar. Le due parti hanno firmato un cessate il fuoco il mese scorso.
Il ministro degli Esteri Wang Yi ha inoltre chiesto la fine delle ostilità durante la sua visita in Etiopia il mese scorso, invitando tutte le parti ad avviare colloqui.
Antartide invasa dai cinesi
L’Antartide diventa sempre più meta del turismo cinese e da più parti – anche dalla stessa comunità scientifica del Dragone – si moltiplicano gli appelli affinché Pechino stili dei regolamenti per disciplinare i ruspanti connazionali in vacanza, specie nelle aree ecologicamente sensibili.
Xinhua segnala che durante il capodanno lunare, un gruppo di oltre 100 turisti ha visitato la stazione antartica cinese “Grande Muraglia”, che si trova sull’isola di Re Giorgio, vicino al Cile. Il personale dell’installazione ha dovuto far fronte all’invasione alla bell’e meglio, mentre gli scienziati non sapevano bene come continuare le proprie attività, riporta Xinhua.
La Cina sta diventando uno dei mercati in più rapida crescita per il turismo antartico, dicono gli analisti. Più di 2.300 cinesi continentali – alcuni dei quali disposti a pagare fino a 500mila yuan (oltre 60mila euro) – ha visitato il “continente bianco” tra novembre 2011 e marzo 2012.
[Foto credits: scmp.com]