Il procuratore che indagava sull’omicidio di Benazir Bhutto è stato ucciso. Gli ultimi sudcoreani hanno lasciato il complesso industriale di Kaesong, ma prima auto cariche di contanti hanno raggiunto il Nord. In India un detenuto pakistano è stato picchiato forse per vendicare la morte di Sarabijt Singh.
PAKISTAN – Ucciso il procuratore che indagava sul omicidio Bhutto
Sicari hanno ucciso oggi il procuratore speciale incaricato delle indagini sull’omicidio dell’ex premier pakistana Benazir Bhutto nel 2007. Chaudhry Zulfiqar Ali è caduto vittima di un’imboscata mentre si recava a Rawalpindi per un’udienza sul caso.
Secondo la ricostruzione due uomini in sella a una moto hanno aperto il fuoco contro il procuratore, morto in ospedale. Nell’attacco è morta anche una donna, investita dall’auto fuori controllo di Ali. Il procuratore speciale indagava anche sul gruppo pakistano Lashkar-e-Taiba ritenuto responsabile degli attacchi di Mumbai del 2008 che fecero 160 morti compromettendo le relazioni tra Pakistan e India.
Ma ad attirare l’attenzione è soprattutto il caso Bhutto. La scorsa settimana l’ex presidente e dittatore Pervez Musharraf, ora agli arresti dopo essere tornato dall’esilio a fine marzo, è comparso davanti ai giudici per rispondere dell’accusa di non aver garantito adeguata protezione all’allora leader di una delle principali forze d’opposizione al suo potere.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Dawn, sia a Islamabad sia a Rawalpindi, dove Bhutto fu uccisa in un attentato al termine di un comizio, gli avvocati hanno indetto uno sciopero come segno di protesta contro l’omicidio.
COREE – Gli ultimi sudcoreani lasciano Kaesong
Sono rientrati a casa gli ultimi sette sudcoreani costretti a restare nel complesso industriale intercoreano di Kaesong anche dopo la decisione di Seul di richiamare tutti i suoi cittadini.
L’area dieci chilometri a nord della Zona demilitarizzata che divide le Coree era uno dei simboli della politica di distensione avviata all’inizio degli anni Duemila. Lo scorso 9 aprile, nel mezzo delle tensioni nella penisola, la produzione è stata tuttavia di fatto fermata per la decisione nordcoreana di richiamare i 53mila lavoratori impiegati da circa 123 piccole e medie aziende del Sud.
Negli stabilimenti erano rimasti soltanto circa 700 sudcoreani. Gli ultimi sette erano stati bloccati dal Nord che chiedeva il pagamento degli stipendi di marzo, di cui il regime trattiene buona parte.
Secondo quanto riferito dal ministero per la Riunificazione sudcoreano le parti si sono accordate per il pagamento. Nei giorni scorsi di è parlato di circa 10 milioni di dollari di cui 7,2 in salari. I dettagli dell’accordo non sono stati tuttavia resi pubblici. I sudcoreani hanno lasciato l’area dopo l’arrivo a Kaesong di auto cariche di contanti.
INDIA – Detenuto pakistano picchiato in carcere
Sono gravi le condizioni del detenuto pakistano picchiato da altri prigionieri in un carcere nella città nordoccidentale di Jammu. L’attacco è considerato una vendetta per la morte in Pakistan di Sarabjit Singh.
L’uomo, cittadino indiano, era nel braccio della morte del carcere di Kot Lakhpat a Lahore condannato perché ritenuto una spia e responsabile di una serie di attacchi dinamitardi che fecero 14 morti nella provincia del Punjab nel 1990.
Detenuto eccellente tra i due Paesi da sempre ai ferri corti, la scorsa settimana Singh era stato attaccato a colpi di spranga e mattoni da due carcerati ed è morto ieri in ospedale dopo giorni di coma.
[Foto credit: cbc.ca]