La leader democratico birmano Aung San Suu Kyi va in visita in Giappone per chiedere il sostegno di Tokyo nel processo di democratizzazione del suo paese. Gli Stati Uniti inviano una nave a Singapore per il pattugliamento del Pacifico. Le Nazioni Unite prevedono un anno di crescita per l’Asia. GIAPPONE – Inizia la visita di Aung San Suu Kyi
Ritorna in Giappone dopo più di 20 anni, il leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi. “È un grande piacere essere qui dopo 27 anni”, ha dichiarato davanti al club della stampa nazionale di Tokyo.
“Voglio diventare presidente, certamente. È l’unico modo in cui si potranno realizzare le politiche in cui credo fortemente”, ha scherzato Suu Kyi, che ha ricordato che il primo passo verso la riconciliazione nazionale birmana passerà dall’adozione dello Stato di diritto.
Suu Kyi ha incontrato in serata il primo ministro giapponese Shinzo Abe, il primo premier giapponese a ricevere Suu Kyi, e incontrerà nei prossimi giorni gli altri ministri del governo giapponese, augurandosi un ampliamento della cooperazione bilaterale tra Tokyo e Naypyidaw.
SINGAPORE – La USS Freedom nei mari del Sudest asiatico
La USS Freedom, nave della marina militare statunitense, è arrivata nei mari di Singapore per incrementare la presenza di Washington nella regione. Va ad unirsi alla settima flotta Usa al momento impiegata per il pattugliamento di oltre 100 milioni di chilometri quadrati nell’Oceano Pacifico. La mossa della marina Usa giunge in un momento di tensioni in crescita nella penisola coreana e nel Mar cinese meridionale.
Entro il 2020, prevede la Bbc, il 60 per cento delle forze della marina militare di Washington sarà impieagato nell’area del’Asia-Pacifico, dando una spinta ulteriore alla politica “pivot Asia”, inaugurata da Barack Obama. “Il dispiegamento delle navi è parte del ribilanciamento delle forze Usa da Afghanistan e Iraq verso l’Asia”, ricorda Ian Storey, studioso presso l’Istituto per gli studi sul Sudest asiatico di Singapore, al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.
ASIA – Crescita più alta, ma serve un’azione contro la povertà
Uno studio delle Nazioni Unite, l’Economic and Social Survey of Asia and the Pacific, pubblicato oggi, ha rilevato che le previsioni di crescita economica nell’area dell’Asia-Pacifico sono in rialzo in vista di una ripresa negli Stati Uniti e delle nazioni emergenti.
La regione registrerà una crescita del 6 per cento, in aumento rispetto al 5,6 dello scorso anno, ma ben al di sotto del 7,8 registrato nel biennio 2010-2011. Sarà ancora la Cina a trainare la crescita regionale, seguita dall’India. Il rapporto mette comunque in guardia da eccessi di ottimismo e ricorda che a livello globale la situazione rimane critica.
E, soprattutto, mette in guardia dai molti ed enormi problemi sociali e di disparità economica che permangono in alcuni paesi dell’area. “Non c’è tempo per l’autocompiacimento, c’è bisogno di uno schema di sviluppo economico e sociale più inclusivo e sostenibile”, ha ricordato il sottosegretario generale dell’Onu Noeleen Heyzer.
[Foto credits: Reuters]