Il viaggio di Aung San Suu Kyi negli Usa tra sanzioni e questione rohingya, aspettando l’arrivo a New York di Thei Sein. In India le forze della coalizione Upa litigano tra loro e la Russia cancella quasi per intero il debito di Pyongyang.
BIRMANIA – Il viaggio americano di Aung San Suu Kyi
La leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha iniziato il suo viaggio negli Stati Uniti incontrando il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. La Signora, come è chiamata dai suoi sostenitori, ha dato il suo via libera a un’ulteriore revoca delle sanzioni contro il regime birmano che da un anno e mezzo ha intrapreso la strada delle riforme.
La premio Nobel per la pace, costretta per 15 anni agli arresti domiciliari dalla giunta militare al potere sino alle elezioni del novembre 2010, è stata negli anni sostenitrice delle sanzioni imposte negli anni Novanta dall’allora presidente Usa Bill Clinton, come strumento di pressione contro il regime.
Un primo alleggerimento era stato deciso a luglio, con l’autorizzazione concessa alle società statunitensi per investire in Birmania, sebbene la stessa leader democratica si è dimostrata a disagio per gli affari tra le compagnie Usa e le società petrolifere statali.
Nel corso dei 18 giorni di visita, la prima negli Usa dalla scarcerazione, Suu Kyi riceverà la medaglia del Congresso per la sua lotta a favore della democrazia e avrà incontri con gruppi dell’opposizione in esilio. Tra i temi sul tavolo le discriminazioni che hanno come bersaglio i musulmani rohingya, da mesi bersaglio della popolazione che li considera immigrati illegali dal Bangladesh e cui il governo rifiuta lo status di minoranza. Posizione questa condivisa anche da molti sostenitori della Signora.
La prossima settimana, per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite , atteso a New York il presidente birmano Thein Sein, l’ex generale che si sta accreditando tra le cancellerie internazionali come l’interlocutore privilegiato nella Birmania che si apre al mondo.
INDIA – Mamata sfida il Congresso
La porta per il dialogo tra il governo indiano e una delle principali forze su cui si regge è ancora aperta, almeno fino a venerdì. Allora i ministri del Trinamool Congress guidato dalla chief minister del Bengala occidentale, Mamata Banerjee, decideranno se dare le proprie dimissioni abbandonando la United Progressive Alliance (Upa) di cui il loro partito è la seconda forza politica dopo il Congresso di Sonia Gandhi.
La coalizione al governo in India si è spaccata sulle riforme che permetterebbero alla grande distribuzione l’ingresso nella vendita al dettaglio, aumenti e un prezzo del carburante e un tetto alle sovvenzioni per il Gpl. L’eventuale defezione del Trinamool Congress non dovrebbe destabilizzare la maggioranza che può comunque contare sul supporto esterno di altri due partiti:il Samaj Party (BSP) e il Samajwadi Party (SP).
Tuttavia è aperto lo scontro tra il congresso e Mamata Banerjee, che accusa la principale forza della coalizione di fare disinformazione per aver parlato di contatti tra le due parti che, accusa la governatrice, non ci sarebbero mai stati.
Corea del Nord – La Russia cancella il debito
Il governo russo cancellerà il 90 per cento del debito di 8,4 miliardi di euro contratto nei decenni dalla Corea del Nord con Mosca. L’accordo è stato annunciato ieri dal ministero delle Finanze russo, ma indiscrezioni al riguardo erano circolate già lo scorso luglio. Il restante 10 per cento sarà usato per finanziare progetti per lo sviluppo nel settore energetico e dell’istruzione e ristrutturato per progetti russi a Nord del 38esimo parallelo.
Con la morte di Kim Jong-il, parte della comunità internazionale cerca di capire se il nuovo regime di Kim Jong-un sia più aperto verso l’estero. L’interesse di Mosca è dovuto soprattutto al progetto per la costruzione di un gasdotto e di una ferrovia che attraverso la Corea del Nord collegheranno la Russia alla Corea del Sud.
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