Continua a salire la tensione tra le due Coree, mentre la Cina tenta una mediazione per evitare l’escalation. Intanto a Rangoon si apre il primo congresso della storia della Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi. In Vietnam, il governo del Partito comunista esclude aperture democratiche. COREA DEL NORD – Park promette severità, mentre Pechino invita alla calma
La tensione tra le due Coree continua ad aumentare. Dopo l’approvazione della risoluzione Onu con le sanzioni per la Corea del Nord e l’annuncio da parte di Pyongyang di mettere fine a tutti gli accordi di non aggressione con la Corea del Sud, oggi arriva la risposta di Seul.
La neoeletta presidente Park Geun-hye ha promesso che risponderà "con forza" alle provocazioni del Nord.
In un comunicato riportato oggi dall’agenzia di stampa coreana Yonhap, Park, durante la cerimonia di diploma per i nuovi cadetti del quartier generale militare di Gyeryongdae, ha ammesso che "l’attuale situazione è grave", e che c’è il rischio di "rendere nullo l’accordo di armistizio" tra Seul e Pyongyang, firmato nel 1953 al termine della Guerra di Corea.
Park ha inoltre sottolineato che le nazioni che puntano a rafforzare i propri apparati militari, "affamando il proprio paese", rischiano l’autodistruzione. La presidente ha poi ricordato l’assoluta importanza di rafforzare gli accordi di sicurezza con gli Usa.
Intanto, Pechino ha fatto appello alla responsabilità delle due parti in gioco, affinché proseguano le trattative e si eviti un’ulteriore escalation militare.
BIRMANIA – Primo congresso per il partito di Aung San Suu Kyi
La Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd), il partito di Aung San Suu Kyi, ha oggi inaugurato il suo primo congresso.
Circa 900 delegati del partito, scelti tra circa un milione di membri, si sono riuniti oggi a Rangoon. Dovranno nominare i nuovi leader del partito che nelle elezioni dello scorso anno ha vinto 43 seggi in Parlamento, uno proprio per la sua leader storica.
Molti all’interno della Lnd si augurano che il congresso sia l’occasione per "vedere facce nuove". "Non abbiamo avuto questa possibilità in passato," ha assicurato Han Tha Myint, un maggiorente del partito. Per circa due decenni, a partire dal 1990, infatti, le attività della formazione politica di Aung San Suu Kyi sono state fuori legge o fortemente limitate e la sua leader tenuta agli arresti domiciliari.
Il congresso servirà anche a stilare le direttive in vista delle elezioni del 2015. Il magazine birmano Irrawaddy sottolinea però che, nonostante la Lnd sia pienamente coinvolta nell’azione del governo semi-civile di Thein Sein, il partito sarebbe ancora inesperto e difficilmente riuscirà nell’impresa del ricambio interno. Il settimanale evidenzia poi la mancanza di chiarezza nel programma, soprattutto su come saranno raggiunti gli obiettivi posti.
VIETNAM – I comunisti non si discutono
Qualche tempo fa, il governo di Hanoi ha chiesto un parere pubblico su alcune proposte di modifica alla costituzione nazionale. Il gesto del governo ha però suscitato una reazione inaspettata, tanto che nei dibattiti che sono seguiti, la stessa legittimazione al governo del Partito comunista sarebbe stata messa in dubbio.
In particolare, alcuni accademici avrebbero inviato al governo, nel gennaio scorso, una petizione per l’abolizione dell’articolo 4 della costituzione, che protegge il potere del partito unico e impedisce la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
Una legge che in 38 anni di governo ha favorito, dicono i promotori della petizione, soltanto "corruzione e abusi di potere". È da 25 anni che il Vietnam si è aperto alle riforme di mercato, ma ancora nulla è stato fatto in termini di democrazia. Il governo ha già fatto pervenire una risposta netta: "chiunque cerchi il processo consultivo, cerca di sabotare il partito". Il governo del partito unico, insomma, non si discute.
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