Destituito da ogni incarico il capo delle Forze armate nordcoreane Ri Yong-ho. Ufficialmente per malattia. A Timor Est torna la violenza post-elettorale e nelle Maldive governo e opposizione litigano per un hashtag.
COREA DEL NORD – Forze armate senza leader
Forse non saranno le vacanze terapeutiche che in Cina hanno preceduto la rimozione dell’ormai ex superpoliziottiodi Chongqing, Wang Lijun, dando inizio al più grave scandalo politico da decenni nel Paese. Anche in Corea del Nord però la rimozione di Ri Yong-ho da capo delle Forze armate e da ogni incarico politico è stata spiegata con non meglio precisati motivi di salute.
Il comunicato dell’agenzia ufficiale KCNA ha lasciato dubbiosi gli esperti. Nominato al vertice dell’esercito tre anni fa, Ri era considerato una delle personalità del regime più vicine al nuovo leader Kim Jong-un, salito al potere neanche trentenne lo scorso dicembre.
Assieme al giovane Kim e a Jang Song-taek,(zio del leader) fu uno degli otto alti ufficiali a scortare il carro funebre con la salma del Caro Leader, Kim Jong-il, stroncato, pare, da un arresto cardiaco.
Negli ultimi mesi si era inoltre presentato in più di un’occasione accanto a Kim Jong-un. Il nome del successore di Ri non è ancora stato comunicato.
Intanto a sud del 38esimo parallelo, il ministero per la Riunificazione ha definito inusuale la decisione di Pyongyang. Soprattutto nei tempi. Decisa durante una riunione del politburo del Partito dei lavoratori domenica, è stata comunicata immediatamente. Mentre di solito, in questi casi, le conferme arrivano molto tempo dopo
TIMOR EST – Violenze post-elettorali
L’esclusione dal governo di coalizione formato dal vincitore delle elezioni della scorsa settimana a Timor Est, Xanana Gusmao, ha scatenato la violenta protesta dei sostenitori del Fretlin, principale partito dell’opposizione.
Il giovane Paese asiatico rischia dunque di ricadere nelle spirale di scontri iniziata nel 2006, che spinse le Nazioni Unite a schierare un contingente di peacekeeper, il cui ritiro è previsto per ottobre.
Il bilancio degli scontri è di almeno un morto e quattro poliziotti feriti. La protesta è scoppiata poco dopo l’annuncio dell’esclusione del Fretlin dall’esecutivo di cui faranno parte il National Congress for the Reconstruction di Gusmao, il Partito democratico e una terza forza il Frenti-Mudança.
Il primo intervento di un contingente internazionale risale al 1999, quando il governo indonesiano fu costretto su pressione internazionale a indire un referendum per concedere l’indipendenza concessa al Paese nel 2002, dopo tre anni di violenze tra la popolazione locale e i militari rimasti fedeli a Jakarta.
MALDIVE – #Sunnysideoflife. Scontro su Twitter
Il sole non splende sulla politica delle Maldive. L’esecutivo, al potere dal colpo di stato dello scorso febbraio che destituì all’allora presidente Mohamed Nasheed, accusa l’opposizione di essersi impossessata dell’hashtag #sunnysideoflife usato dal governo per promuovere il turismo sugli atolli.
Su Twitter sarebbe quindi partita una campagna per chiedere il boicottaggio delle Maldive come forma di denuncia contro il golpe e in chiave antigovernativa.
“Siamo stati picchiati dalla polizia”, “un colpo alla vita”, “siamo confusi” i messaggi pubblicati sulla piattaforma di microblog accompagnati dall’hashtag che fa il verso alla campagna promozionale di Male costata oltre 250mila dollari.
Nelle scorse settimane le manifestazioni dei sostenitori del presidente deposto erano degenerate in scontri con la polizia, con decine di arresti.
[Foto credit: theaustralian.com.au ]