Il primo ministro giapponese Abe va a Fukushima per rassicurare i giapponesi sullo stato dei lavori nella centrale. In Myanmar i monaci invocano le scuse del governo per la repressione del 2007. A Singapore in arresto 14 persone legate allo scandalo calcio-scommesse. GIAPPONE – Abe alla Tepco, “Fermare le fuoriuscite entro 6 mesi”
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe si è recato oggi in visita all’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente danneggiato dal potente sisma e tsunami dell’11 marzo 2011. Nell’occasione, Abe ha chiesto la disattivazione dei reattori 5 e 6, al momento spenti.
Il capo del governo di Tokyo ha poi chiesto con forza alla società che gestisce la centrale, la Tepco, di concentrare gli sforzi nel “risolvere i problemi” attualmente in essere. In primo luogo, riparare le falle nelle cisterne di stoccaggio dell’acqua usata per il raffreddamento del combustibile nucleare ancora contenuto nei reattori della centrale. Il primo ministro ha imposto una deadline di 6 mesi per la soluzione della crisi ambientale rilevata a partire da metà agosto.
Meno di una settimana dopo la nomina di Tokyo a città dei giochi olimpici del 2020, Abe ha voluto mostrare di essere in prima linea nella lotta alla crisi nucleare in corso da oltre due anni. Su Facebook, Abe ha assicurato che la situazione è sotto controllo, confermando l’intenzione delle autorità di proteggere la popolazione di Fukushima da ulteriori disagi.
MYANMAR – I monaci vogliono le scuse del governo
I monaci birmani esortano il governo ad ammettere le proprie colpe e scusarsi per la repressione della sollevazione zafferano del 2007, che prende il nome dal colore delle tuniche dei religiosi buddhisti che guidarono le proteste contro la giunta militare allora al potere.
Un centinaio di monaci si sono riuniti a Yangon per celebrare il sesto anniversario della rivoluzione zafferano, appuntamento che da soli due anni, con il passaggio a un governo nominalmente civile, può essere ricordato ufficialmente.
Dai giorni della repressione i monaci rifiutano di ricevere l’elemosina dai militari, come già fecero quanto i generali impedirono l’insediamento del Parlamento eletto all’inizio degli anni Novanta, e si rifiutano di officiare cerimonie in loro favore. Un boicottaggio che intendono continuare finché il governo che dal 2011 ha intrapreso un percorso di riforma e apertura non ammetterà le proprie responsabilità.
Nell’ultimo anno l’ala più nazionalista e intransigente tra i religiosi birmani si è tuttavia caratterizzata per le prese di posizione anti-islamiche e l’incitamento contro la comunità musulmana del paese. Da Praga, dove partecipa all’annuale conferenza organizzata dal Forum 2000, il Dalai Lama, che ha incontrato la leader democratica birmana, Aung San Suu Kyi, ha esortato i monaci del paese dei pavoni a ricordare i fondamenti della propria fede e proteggere “i fratelli e le sorelle musulmane che sono diventati vittime”.
SINGAPORE – Arresti per il calcioscommesse
La polizia di Singapore ha arrestato 14 persone accusate di essere coinvolte in una rete globale di corruzione sportiva: almeno 680 partite di calcio tra il 2008 e il 2011, la maggior parte delle quali in Europa, sarebbero state truccate per favorire un giro d’affari milionario. Sotto la lente degli investigatori sono finite anche partite di qualificazioni ai Mondiali e alla Champions League.
Il sistema messo in piedi dal gruppo prevedeva il pagamento di tangenti a calciatori per influenzare il risultato finale del match.
Le autorità di Singapore tuttavia non hanno confermato l’arresto del leader del gruppo, Dan Tan. Tuttavia, i media locali confermano la notizia che l’uomo d’affari sia tra le persone fermate. Dan è citato nelle carte processuali dello scandalo calcioscommesse del 2008 in Italia. La polizia italiana da tempo richiede l’arresto dell’uomo. Tuttavia, mancando un trattato sull’estradizione tra Singapore e Roma, le autorità della città-stato hanno deciso finora di non agire.
[Foto credits: rt.com]