Oggi in Asia – I morti birmani di Meiktila

In by Simone

Ancora violenze settarie in Birmania. I morti negli scontri tra la comunità buddhista e i musulmani nella città di Meiktila sono almeno 5. La star di Bollywood Sanay Dutt nei guai con la giustizia. La Corte Suprema sudcoreana giudica i decreti d’emergenza del regime militare di Park padre.BIRMANIA – Violenze a Meiktila

È di almeno cinque morti il bilancio delle vittime degli scontri settari che da due giorni hanno come teatro la città di Meiktila nella Birmania centrale. Ma il numero dei morti potrebbe aumentare. Un parlamentare della Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, ha detto a Democratic Voice of Burma di aver visto almeno 10 cadaveri.

Gli sfollati sono circa 600, mentre nella città è stato imposto il coprifuoco. Secondo le prime ricostruzioni l’evento scatenante delle violenze, in cui sono state distrutte anche due moschee e una scuola islamica, è stato un diverbio tra un compro oro musulmano e un cliente buddhista.

La rissa tra i due, riporta il magazine Irrawaddy, è poi degenerata coinvolgendo almeno 200 persone, secondo quanto scritto  dalla polizia sulla propria pagina Facebook. L’ambasciata statunitense ha diffuso una nota in cui dice di seguire la situazione.

Gli scontri sono l’ultimo episodio in ordine di tempo delle tensioni tra la comunità buddhista e la minoranza islamica, esasperate dalle discriminazioni contro i musulmani rohingya. Ai circa 800mila rohingya che vivono nel Paese non è riconosciuta la cittadinanza perché ritenuti emigrati irregolari dal vicino Bangladesh, sebbene siano in Birmania da almeno due secoli. L’anno scorso due ondate di violenza nello Stato occidentale di Rakhine fecero circa 200 morti.

INDIA – Dutt torna in carcere

La Corte Suprema indiana si è pronunciata per l’incarcerazione di Sanjay Dutt, star di Bollywood nei guai per i legami con persone coinvolte negli attentati di Mumbai del 2013, dalle quali sei anni fa acquistò armi.

L’attore era libero su cauzione dal 2007, dopo l’appello contro una condanna a sei anni di reclusione, ridotta dai giudici supremi a cinque.

Gli attentati nel centro finanziario dell’India, dietro cui ritiene ci sia la mano della criminalità organizzata musulmana legata alla D-Company del boss Dawood Ibrahim, fecero 257 morti.

Dutt ha sempre sostenuto di aver chiesto le armi per proteggere la sua famiglia, sua madre era musulmana e suo padre hindu, dopo aver ricevuto alcune minacce durante gli scontri settari a Mumbai e di essere estraneo al complotto.

COREA DEL SUD – Park padre incostituzionale

Tre decreti d’emergenza emessi negli anni Settanta dal regime di Park Chung-hee furono incostituzionali. Trascorsi quattro decenni la Corte Suprema sudcoreana si è espressa sulle decisioni prese dal governo guidato dal padre dell’attuale presidentessa, Park Geun-hye, che in campagna elettorale ammise che alcune delle decisioni del regime andarono contro il dettato costituzionale.

I decreti 1, 2 e 9 simboleggiavano la politica del pugno di ferro del regime che modernizò sì il Paese, ma limitando il diritto a manifestare e a criticare il governo. Chi avesse violato queste norme era passabile di arresto e corte marziale. Sorte, ricordano le associazioni per la tutela dei diritti umani, toccata a migliaia di studenti, dissidenti e attivisti per i diritti civili.

[Foto credit: thenews.com.pk]