Alcuni esperti sostengono che l’intensità del tifone che ha colpito le Filippine è da imputarsi all’attività umana. Intanto continuano i saccheggi e le autorità faticano a mantenere l’ordine pubblico. In India, le affermazioni del capo della Cbi scatenano polemiche sugli stupri. La visita di Putin in Corea del Sud. FILIPPINE – I danni del tifone sono colpa dell’uomo
Secondo alcuni esperti, l’impatto devastante del Tifone Haiyan, che ha colpito lo scorso weekend le Filippine centrali causando oltre 2200 vittime accertate è in gran parte causa dell’attività umana.
Secondo alcuni esperti citati dall’Associated Press, infatti, povertà, scarsi standard di costruzione degli edifici, un incremento incontrollato della popolazione e, per certi versi, i cambiamenti climatici globali hanno inciso in negativo sulla portata dei danni e degli effetti fatali di Haiyan. “Se mancasse uno di questi ingredienti – ha spiegato all’agenzia di stampa statunitense il professor Kerry Emanuel dell’MIT di Boston – non ci sarebbe un disastro”.
Secondo le ricostruzioni, quest’ultimo tifone ha causato venti fortissime con onde alte come due piani di una casa, picchi mai registrati prima in un ciclone tropicale. I tifoni che di solito colpiscono i paesi dell’area del Pacifico, spiegano gli esperti, di solito colpiscono quando il picco di intensità è già stato superato o prima che sia raggiunto. Haiyan invece ha colpito le Filippine proprio al massimo della sua forza.
L’opinione è condivisa anche dallo stesso presidente filippino Benigno Aquino. Smentendo le voci che parlavano di almeno 10mila morti, bollandole come conseguenza dell’impatto “emotivo” dell’evento, Aquino ha invitato i governi del mondo ad agire di concerto sul cambiamento climatico
Intanto nelle zone colpite, i soccorritori cercano di recuperare i corpi delle vittime, mentre l’esercito è impegnato a prevenire disordini.
Soprattutto lo sciacallaggio e i saccheggi di provviste. Da quello che rivela l’autorità governativa che presiede all’approvvigionamento alimentare del Paese-arcipelago, negli ultimi giorni almeno 100mila sacchi di riso sono stati sottratti da strutture da un granaio statale ad Alangalang, nell’isola centrale di Leyte, una delle aree più colpite dal tifone.
INDIA – "Se non puoi fermare gli stupri, stupra anche tu", polemica sul direttore del Cbi
Il direttore del Central Bureau of Investigation (Cbi), Ranjit Sinha, è finito al centro delle critiche dell’opinione pubblica indiana per alcune sue dichiarazioni sugli stupri.
“Se non si riesce ad applicare il divieto sulle scommesse (sportive) – ha dichiarato recentemente – è come dire che se non si può prevenire lo stupro, allora bisogna approfittarne”.
Affermazioni che alcune esponenti dei movimenti per l’emancipazione femminile, tra cui Brinda Karat del Partito comunista indiano, hanno definito le afferamazioni di Sinha come preoccupanti. Per la politica e attivista, si legge sul quotidiano the Hindu, affermazioni del genere fatte da una persona che è in carico di numerose indagini sui casi di stupro, dovrebbero portare chi le pronuncia a “essere giudicato per aver sminuito e insultato le donne”.
“Dovrebbe dimettersi”, spiega alla Bbc l’attivista Kavita Krishnan. “Ha dimostrato di non conoscere la differenza tra stupro e divertimento”.
A stretto giro, Sinha ha dichiarato all’Hindustan Times che stava usando “un proverbio” per far capire quanto fosse difficile “far applicare la legge” sulle scommesse clandestine.
Le questioni della condizione della donna in India e degli stupri è tornata di forte e pressante attualità dopo che a dicembre 2012 una ragazza 23enne è morta in seguito a uno stupro di gruppo su un bus di Delhi.
COREA DEL SUD – Putin e la "Via della Seta di Ferro"
Il presidente russo Vladimir Putin si trova in questi giorni in Corea del Sud per lo sviluppo di un nuovo progetto per una via commerciale ferroviaria che unisca l’Europa e l’Asia attraverso un prolungamento della Transiberiana. Il progetto vede anche il coinvolgimento della Corea del Nord.
Putin spera di convenire a un memorandum d’intesa con la controparte sudcoreana nel senso dell’apertura della nuova “Via della Seta di Ferro”, come è stata definita dalle agenzie di stampa, che unisca anche i due paesi in guerra da oltre sessant’anni.
A settembre i russi hanno completato il primo tratto della nuova ferrovia: 54 chilometri dalla città russa di Khasan al porto nordcoreano di Rajin, ideale per gli interessi strategici russo-cinesi. Tuttavia alcuni osservatori si dicono scettici sulla riuscita del progetto. Molti attori internazionali sottolineano che i rischi di investire in Corea del Nord sono ancora troppo elevati viste le tensioni recenti con i vicini asiatici e gli Stati Uniti.
[Foto credits: EPA via scmp.com]