Un nuovo rapporto dell’Onu indica che tra 15 anni sulla Terra ci saranno più indiani che cinesi. Il governo di Kuala Lumpur si prepara a rimpatriare i rifugiati birmani e in Giappone l’amministrazione Abe fa sparire dal Libro bianco dell’energia ogni riferimento alla denuclearizzazione.
INDIA – Entro 2028 più indiani che cinesi
Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, entro il 2028 la popolazione indiana raggiungerà quota 1,45 miliardi, superando la Cina e facendo dell’India il paese più popoloso della Terra.
Il documento, intitolato World Population Prospects, indica che la popolazione mondiale supererà i 10 miliardi entro il 2100, col continente africano a guidare la crescita demografica per oltre il 50 per cento. All’Onu però si mantengono molto vaghi, specificando che la variabile della fertilità può spostare la cifra assoluta di abitanti della Terra da 6 a 16 miliardi entro la fine del secolo in corso.
La partita a due tra Cina e India è segnata: all’invecchiamento progressivo della popolazione cinese si oppone una crescita demografica continua nel subcontinente indiano. Dinamiche sulle quali si giocheranno gli equilibri geopolitici del futuro.
MALAYSIA – Verso il rimpatrio dei rifugiati birmani
Il governo malaysiano è in contatto con il Myanmar per il rimpatrio di migliaia di profughi birmani. È l’onda lunga delle violenze tra musulmani e buddhisti che hanno infiammato il Paese dei pavoni e che si stanno ripercuotendo anche oltre confine, dove negli scontri ci sono stati già almeno 4 morti.
Secondo le autorità malaysiane, gruppi di musulmani hanno cercato la rivalsa contro i buddhisti per gli scontri e le violenze settarie dei mesi scorsi. “È un problema tra birmani”, ha detto il viceministro dell’Interno, Wan Junaidi Jaafar.
Sono circa 257mila i birmani che lavorano in Malaysia, di cui almeno 144mila irregolari, impiegati come manodopera a basso costo in campagna e nell’edilizia. Il governo di Kuala Lumpur ha inoltre chiesto all’Alto consiglio Onu per i rifugiati di sbrigare rapidamente le pratiche di quanti chiedono lo stato di rifugiato perché non si sentono al sicuro nel loro Paese.
I rifugiati birmani in Malaysia sono 95mila, di questi 28mila sono rohingya, minoranza non riconosciuta dal governo di Naypyidaw che li considera immigrati irregolari dal vicino Bangladesh e per questo sono bersaglio di violenze e discriminazioni.
GIAPPONE – Stop al nucleare? Stavamo scherzando
La politica di denuclearizzazione del Giappone studiata dal precedente governo a guida democratica è sparita dal Libro bianco sull’energia compilato del nuovo esecutivo di centro-destra di Abe Shinzo.
Il rapporto annuale copre un arco temporale che va da agosto 2012 allo scorso marzo. Il governo Abe è salito in sella a dicembre. Dal documento mancano tuttavia i riferimenti alla volontà di affrancarsi dalla dipendenza dall’atomo entro gli anni Trenta di questo secolo, nata con la catastrofe nucleare di Fukushima del marzo 2011.
Né il Libro bianco fa riferimento al sostegno popolare per le politiche energetiche presentate la scorsa estate dlla passata amministrazione del Partito democratico e sottoposte all’approvazione dei giapponesi.
Abe , scrive l’Asahi Shimbun, sta promuovendo l’uso del nucleare come la sola opzione energetica possibile per il Giappone e preme affinché tutti i reattori dell’arcipelago tornino in funzione.
La passata amministrazione Noda aveva deciso di fermare entro il 2030 le operazioni in tutti i reattori. Il documento del governo fa riferimento a questo obiettivo parlando semplicemente di riduzione dalla dipendenza dall’energia nucleare.
[Foto credit: allianz.com]