Soldati sudcoreani hanno sparato e ucciso un uomo che si ritiene stesse tentando di attraversare il confine verso il Nord. In Cambogia i leader di governo e opposizione dialogano, all’indomani del primo morto nelle proteste post-elettorali. Bombardamenti filippini sui ribelli dell’FNLM. COREA DEL SUD – Ucciso un uomo che tentava la fuga al Nord
Soldati sudcoreani hanno aperto il fuoco e ucciso un uomo che tentava di attraversare a nuoto il fiume Imjin e fuggire in Corea del Nord. Secondo le ricostruzioni, la vittima, non ancora identificata, era stata individuata lungo il confine di Paju. I soldati gli hanno intimato di tornare verso il Sud. Quando l’uomo si è gettato in acqua hanno aperto il fuoco.
Seul e Pyongyang sono ancora tecnicamente in guerra dall’inizio degli anni Cinquanta. I rapporti tra i due paesi sono regolati dell’armistizio del 1953, cui non seguì un trattato di pace. Se rifugiati e disertori che passano il confine da Nord a Sud sono nell’ordine delle migliaia, i viaggi in direzione inversa sono rari, non è perciò escluso che si tratti di una spia.
Nelle stesse ore pochi chilometri a nord della zona demilitarizzata che spezza la penisola, riapriva il complesso industriale congiunto di Kaesong, dopo cinque mesi di blocco della produzione. La chiusura era avvenuta durante la crisi tra i due Paesi della scorsa primavera, quando il Nord richiamò i 53mila operai impiegati nell’area da piccole e medie imprese sudcoreane.
CAMBOGIA – Primo morto nelle manifestazioni
Hanno fatto il primo morto le proteste che in Cambogia contestano l’esito delle elezioni, il cui risultato definitivo è arrivato soltanto la scorsa settimana quando è passato un mese e mezzo dal voto.
Ieri si è svolta la prima delle tre giornate di manifestazioni convocate dall’opposizione guidata da Sam Rainsy, che chiede un’inchiesta indipendente sulle irregolarità denunciate durante la tornata.
Oggi il leader dell’opposizione ha incontrato il primo ministro Hun Sen, uomo forte della Cambogia da almeno 25 anni. Le parti si sono trovate d’accordo sulla necessità di far calare la tensione e studiare una riforma del sistema elettorale.
Nessuna apertura invece riguardo la commissione d’indagine indipendente, mentre per le strade della capitale Phnom Penh migliaia di dimostranti tornavano a radunarsi all’indomani degli scontri che hanno fatto diversi feriti e in cui un uomo è stato colpito a morte mentre i sostenitori del Partito per la salvezza, la principale forza dell’opposizione, cercavano di rimuove le barriere che delimitavano l’area dove avrebbero dovuto manifestare.
Secondo quanto riporta un membro del gruppo per la tutela dei diritti umani Adhoc, citato dalla Reuters, la vittima non sarebbe stato un manifestante, ma un abitante della zona che protestava perché non riusciva a tornare a casa.
Filippine – Missili contro i ribelli
Le forze del governo di Manila hanno dato via a un raid missilistico contro le postazioni dei ribelli del Fronte nazionale di liberazione moro, da una settimana asserragliati nei pressi di Zamboanga nel sud delle Filippine.
Secondo quanto riportato dai media, gli armati del gruppo separatista islamico sarebbero non più di alcune decine. Con loro tuttavia ci sarebbero almeno un centinaio di civili ostaggi. Circa 3000 militari di Manila sono stati impegnati nelle azioni contro i separatisti.
Gli scontri sono iniziati la settimana scorsa quando gli uomini del FNLM hanno tentato di marciare sul municipio di Zamboanga. Loro obiettivo è la creazione di uno stato indipendente da Manila a Mindanao.
Secondo fonti militari, 50 di loro sono rimasti uccisi negli scontri che hanno prodotto anche 4 vittime civili. L’azione di oggi, dicono gli analisti, segna la chiusura dello spazio per le trattative con il gruppo guidato da Nur Misuari.
[Foto credit: theepoctimes.com]