Oggi in Asia – Alla ricerca di prove sul tunnel

In by Simone

Vanno avanti le indagini sul crollo del tunnel che domenica ha fatto nove morti in Giappone. Oggi è stata perquisita la sede della società che gestiva la galleria. In Bangladesh violenze durante la protesta della Jamaat-e-islami e nel Mar cinese meridionale si alzano i toni.
GIAPPONE – Polizia nella sede della società che gestiva il tunnel crollato

La polizia giapponese è entrata negli uffici della Central Nippon Expressway, la società che gestisce il tunnel di Sasago, il cui crollo domenica ha fatto 9 morti. Gli agenti, scrive l’Asahi Shimbun, cercano prove di possibili negligenze dell’operatore nella gestione della  sicurezza dei 4,8 chilometri di gallerial lungo la strada tra Tokyo a Nagoya.

Il crollo di parte del soffitto ha travolto tre veicoli, schiacciati dal peso dei pannelli, e ha provocato l’incendio di un auto. L’incidente ha spinto il ministero per le infrastrutture a ordinare ispezioni su almeno 40 tra gallerie e trafori nel Paese, che utilizzano contro-soffittature simili a quello di Sasago, e che possono aver subito danni a causa del tempo e dell’usura. Il gestore aveva condotto un ispezione lo scorso settembre non rilevando anomalie. Ma secondo quanto riporta la Bbc dalla costruzione alla fine degli anni Settanta non c’erano mai stati ristrutturazioni.

BANGLADESH – Scontri nello sciopero della Jamaat-e-islami

È di almeno un morto il bilancio delle proteste scoppiate durante lo sciopero indetto dal principale partito islamico del Paese per chiedere la scarcerazione di alcuni suoi leader. La protesta è stata convocata dal Jamaat-e-islami per contestare l’arresto e il processo di alcuni dirigenti accusati per crimini di guerra commessi durante il conflitto che portò all’indipendenza nel 1971.

La notte scorsa un manifestante di 18 anni è morto negli scontri a Chiribandar, 300 chilometri dalla capitale Dhaka. Sono almeno 69 i manifestanti fermati nella capitale.

MAR CINESE MERIDIONALE – Vietnam e Hanoi alzano i toni con Pechino

Si alzano i toni nelle dispute sul Mar cinese meridionale. La Petrovietnam accusa di sabotaggio alcune imbarcazioni cinesi sostenuta dal governo di Hanoi che denuncia la violazione della propria sovranità territoriali giorni dopo aver annunciato l’invio di pattuglie per tutelare i pescatori vietnamiti nei tratti di mare contesi.

Hanoi ha risposto così alla decisione di Pechino di autorizzare la polizia della provincia meridionale di Hainan a fermare e sequestrare imbarcazioni straniere nel Mar cinese meridionale.

Il governo cinese deve inoltre fronteggiare l’ipotesi non eslusa dal’India di inviare la marina per difendere i propri interessi nell’area. Pur senza rivendicazioni territoriali New Delhi ha infatti siglato accordi con il Vietnam per le ricerche petrolifere in blocchi nei fondali contesi.