Xi Jinping venne nominato al vertice della struttura di potere cinese nel novembre 2012. A un anno dal Congresso che rinnoverà la classe dirigente cinese, il numero uno sta serrando le fila del Partito per garantirsi una successione sicura. Al centro delle sue preoccupazioni il feudo della Lega della gioventù comunista. E ancora una volta si prefigura un duro scontro al vertice.Il prossimo anno, dei sette «al vertice» a Pechino solo due rimarranno ancora nell’ufficio centrale del Politburo del partito comunista: proprio il numero uno e il numero due, Xi e Li; gli altri dovranno ritirarsi per raggiunti limiti di età.
Secondo un report della Reuters si sarebbe già aperta una dura lotta tra almeno tre fazioni all’interno del partito. L’obiettivo è garantirsi le migliori posizioni in vista del rinnovo totale che avverrà tra sei anni. Il gruppo che fa riferimento al presidente Xi Jinping, i principini, viene anche definito il «gruppo del Zhejiang», perché in quella regione, nella quale Xi fu a capo per diversi anni dal 2002 al 2007, che l’attuale presidente ha formato il gruppo di persone cui sta affidando da tempo importanti responsabilità.
C’è poi la cricca di Shanghai e quella della Lega dei giovani comunisti, feudo storico dell’ex presidente Hu Jintato, dal quale è emerso proprio il primo ministro Li Keqiang, decisamente desautorato di molte sue funzioni dalla totalizzante leadership di Xi.
Già nei mesi scorsi i segnali negativi per questo centro di potere erano stati univoci: il Financial Times un anno fa scriveva che «rendere inoffensiva la Lega della Gioventù Comunista composta da 87 milioni di membri, gruppo che ha esercitato maggiore influenza durante la presidenza di Hu Jintao, è un’altra vittoria per il presidente cinese Xi Jinping, che si sta consolidando al potere all’interno del partito e dell’esercito da quando è entrato in carica più di tre anni fa».
La Lega della Gioventù si é radicata all’interno della funzione pubblica e al centro burocratico del Partito comunista dopo la costruzione di una base di quadri che ha accolto con entusiasmo la liberalizzazione nel 1980. Molti hanno iniziato proprio sotto Hu Yaobang, il riformatore spodestato dal defunto leader Deng Xiaoping. «Molte persone si chiedono se perderanno la loro influenza», ha detto Bo Zhiyue, direttore della New Zealand Contemporary China Research Center a Wellington. Egli ha osservato che una «disconnessione» si era formata tra la generazione del 1980, che sono potenti oggi, e la generazione più giovane che sorge dalle loro falde, «che non sono della stessa qualità».
Per creare il vuoto e il panico tra i suoi potenziali rivali al prossimo congresso Xi ha anche tagliato loro il budget, un potere sul quale si fonda gran parte della potenza dell’organizzazione.
Il ridimensionamento ha già colpito gli uffici centrali e provinciali della lega – il nucleo della sua influenza nazionale – mentre molti dei funzionari della lega sono stati assegnati ad uffici a livello di municipalità. Le responsabilità ufficiali della Lega «sono quelle di rappresentare le persone di età compresa tra i 14 e i 28 anni e organizzare attività per gli scolari conosciuti come “giovani pionieri”».
I guai della lega in realtà sono cominciati già tempo prima del repulisti di Xi, ovvero nel 2012, con l’incidente mortale a bordo di una Ferrari da 500.000 dollari del figlio 23enne di Ling Jihua, il braccio destro di Hu che aveva fatto una scalata attraverso il «settore giovanile».
L’anno scorso Ling è stato condannato al carcere a vita come parte di una campagna anti-corruzione di Xi, impegnato a eliminare sia le “tigri” potenti e le più piccole “mosche” nel suo tentativo di eliminare la corruzione endemica dai ranghi del partito.
Nel maggio del 2015 il bilancio della Lega è stato ridotto a 306 milioni di yuan (46 milioni di dollari), meno della metà dei 624 milioni spesi nel 2014.
E ora, secondo fonti della Reuters, Xi sarebbe pronto a un nuovo scontro contro i giovani del partito e i suoi rappresentanti.
[Scritto per Eastonline]