Nuove provocazioni sulle isole contese

In by Gabriele Battaglia

Ieri mattina un aereo cinese ha infranto l’invulnerabilità dello spazio aereo giapponese sulle Senkaku/Diaoyu. Subito si è registrata la protesta ufficiale di Tokyo. Pechino ha fatto sapere che il volo era assolutamente normale, perché le isole sono "territorio cinese". La politica estera cinese è sempre più provocatoria. Ieri alle 11:00 di mattina (orario di Tokyo) un aereo da ricognizione cinese ha sorvolato le isole contese nel Mar della Cina Orientale (Senkaku o Diaoyu a seconda di quale nazione si arroga il diritto di prelazione) e il Giappone ha risposto con aerei da caccia F-15 che si sono diretti verso l’arcipelago ma, secondo quanto dichiarato dalle autorità giapponesi, quando sono arrivati su quello che il Giappone considera territorio nazionale l’aereo cinese aveva già fatto dietro front.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro della Difesa giapponese, questa è la prima violazione conosciuta dello spazio aereo giapponese degli ultimi cinquant’anni. E non è avvenuto in un giorno qualsiasi. Come sottolinea il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, “l’incidente è avvenuto nel giorno in cui si commemorano i 75 anni da quando i soldati giapponese uccisero e violentarono migliaia di persone nella città di Nanchino”.

Sono mesi che navi e pescherecci si provocano con una certa assiduità nelle acque contese tra le due più grandi economie asiatiche, ma il volo di ieri mattina introduce un nuovo elemento nella reciproca conoscenza bellica dei due paesi. Volando così basso (300 m slm), l’aereo cinese non è apparso nei radar ed è stato scoperto solo quando è entrato nel campo visivo della Guardia costiera. Il fatto che sia riuscito a sorvolare il territorio conteso, senza interferenze, ha infatti causato preoccupazioni nei media giapponesi.

L’arcipelago delle Senkaku (Diaoyu per Pechino e Taipei) è formato da cinque piccole isole disabitate e tre scogli. Equidistanti dalla costa del Fujian (Cina centro-meridionale), da Taiwan e Okinawa, la prefettura più meridionale del Giappone, le isole di Uotsuri, Taisho, Kubo, Minamikojima e Kitakojima, che occupano una superficie totale di 7 chilometri quadrati, sono contese dai tre Paesi affacciati sul Mare della Cina orientale. Le Senkaku divennero a tutti gli effetti giapponesi nel 1895, agli albori dell’imperialismo militarista nipponico, al termine della prima guerra sino-giapponese (1894-95).

A quel tempo la Cina non oppose nessuna resistenza, né presentò alcuna rivendicazione ufficiale per le Senkaku/Diaoyu: formalmente il Giappone si era appropriato, come sosteneva lo storico Gavan McCormack in un articolo del 2010, di una terra nullius, approfittando del fatto che le isole fossero disabitate e non rivendicate da nessun altro.

Oggi l’interesse per il piccolo arcipelago risiede certamente nella sua ricchezza di risorse naturali: le aree di pesca sono ricchissime di prede e il giacimento di gas naturale di Chunxiao ingolosisce le grandi compagnie energetiche e dei governi nazionali della regione.

Oltre ad essere la ricorrenza del massacro di Nanchino, l’intera regione dell’Asia orientale era ancora completamente concentrata sul lancio del razzo nordcoreano. Il fatto che l’intrusione del veivolo cinese nello spazio aereo giapponese non sia stata registrata dai radar nipponici, scopre un punto debole della Difesa giapponese e ne dimostra pubblicamente la vulnerabilità.

Alle denunce ufficiali del Governo giapponese, la Cina ha risposto attraverso il portavoce del Ministero degli Affari esteri: “Le isole Diaoyu sono parte del territorio cinese. Il volo cinese sopra le isole è completamente normale”. E ancora attraverso un portavoce dell’Associazione cinese per il controllo delle armi e il disarmo: “Non credo sia la prima volta, né penso sarà l’ultima”.

Rincara la rose un editoriale del Global Times, sempre pronto a inasprire la polemica governativa: “Questo segna un altro importante passo per la salvaguardia della sovranità cinese sulle isole”. E ancora: “Anche se è difficile valutare chi ha vinto o chi ha perso nell’incidente di ieri, […] l’episodio segna l’inizio della sorveglianza aerea sulle isole Diaoyu”.

La politica estera cinese che ufficialmente non vuole in nessun mondo entrare in aperto conflitto con i paesi confinanti, sta diventando sempre più provocatoria. Nel mese scorso parte dei mari delle Filippine e quasi 4000km di territorio indiano sull’Himalaya sono finiti nella mappa disegnata sui passaporti della Repubblica popolare. E anche in quel caso i paesi confinanti hanno protestato formalmente senza ricevere giusta risposta. 

[Scritto per Lettera43; foto credits: yimg.com ]