Novelle cinesi: Gli effetti dell’alcool (terza parte)

In by Simone

Prossimo incontro Laofei:
4 Marzo ore 21 al 宝钞仓库 Baochao Cangku Bar
东城区宝钞胡同10号 (宝钞胡同北头,北京一中往北50米路东)
Dongcheng district, Baochao Hutong 10

GLI EFFETTI DELL’ALCOOL

Introduzione e prima parte

Seconda parte

Terza Parte: Una situazione imbarazzante

È davvero strano! Com’è possibile che al mondo succedano certe cose? Il tassista e quella ragazza forse si erano già conosciuti da qualche parte?

Aumentai il passo con l’intenzione di raggiungerli e chiedere chiarimenti.

La ragazza era già entrata nella mia auto, poi, con mia grande sorpresa, la vidi sporgere il capo fuori dal finestrino e agitare una mano per sollecitarmi! Quando li raggiunsi emise un gridolino soffocato e ritirò il capo.

Atu, l’autista, si affrettò a fare le presentazioni.

“Ecco il signor Bao!”

Mi sembrava di essere entrato nel mondo dei sogni. Quell’alternarsi rapido e confuso di episodi, la mia mente non riusciva proprio a elaborare un’ interpretazione. Se le cose fossero avvenute ancora più velocemente, oggi non avrei avuto modo di spiegarvele. Quella giovane prima mi aveva fatto cenno, poi si era spaventata e ritirata dentro l’auto e adesso si rivolgeva nuovamente a me con tono sospettoso:

“Sei stato mandato da Mei Cun? ”

“Si, mi ha mandato proprio lui.” risposi annuendo mentre con una mano aprivo lo sportello cercando di entrare. Lei si scostò leggermente e spostò la borsa prendendola tra le mani. Capii che se non fossi entrato io, addirittura sarebbe scesa lei. Era il momento di provare a strapparle il suo segreto, ma non potevo certo investigare il caso e muovere accuse senza uno straccio di prova.

Riuscii a salire sull’auto, bisbigliai qualcosa all’orecchio di Atu, poi mi accomodai al fianco di lei. Ero teso come una corda di violino e non potei fare a meno di accendermi una delle mie sigarette per allentare i nervi.

Mentre mi cercavo i fiammiferi in tasca, con la coda dell’occhio cominciai a studiare il suo aspetto. Doveva avere tra diciassette e i diciotto anni, il viso bianco come la polvere di giada, le labbra color ciliegia e un paio di cristalli trasparenti per occhi, la sua bellezza rifletteva ancora l’ingenuità dell’infanzia.

Sentendosi osservata lei incurvò le sopracciglia e mi scrutò con quel suo sguardo misto tra terrore e stupore. Il suo respiro colmo d’affanno rivelava un cuore agitato che aveva perso da tempo il ritmo regolare. Il mio che invece pareva calmo, si dibatteva come quello della mia compagna sconosciuta. Ormai non ne distinguevo più i battiti.

L’auto già si muoveva verso ovest, lei si rannicchiò in un cantuccio come se davvero mi temesse, ma per quanto possa essere spazioso il sedile posteriore di un’auto, la distanza tra noi al massimo la si poteva misurare in pollici.

Zaffate intense di profumo mi stuzzicavano le narici, ero quasi assuefatto. In che situazione mi trovavo? Voi lettori ne avete mai sperimentate di eguali?

Mentre mi lasciavo stregare da quella fragranza, sentii insinuarsi nel mio orecchio la sua voce soave e tremante.

“Sei davvero stato mandato da lui?”

Deviando il suo sguardo feci cenno di sì col capo

“E perché non è venuto lui direttamente?”

“Sta lì ad aspettarti” risposi vagamente.

“Lì dove?”

“E come non lo sai?”

“Per caso al porto?”

Annui nuovamente, la situazione cominciava ad apparirmi coerente.

Tempo addietro lei aveva preso un appuntamento con quel tale chiamato Mei Cun per fuggire in segreto. Dalla parola “porto” avevo intuito che avrebbero voluto allontanarsi in nave. Poco prima di uscire di casa però la sua famiglia l’aveva sorpresa e, intuendone i piani, aveva provato a trattenerla. Quando aveva visto il suo piano andare in fumo, senza pensarci due volte, aveva impugnato la pistola e ucciso. Finalmente era fuggita. Per una sfortunata coincidenza era caduta proprio nella mie mani, adesso come potevo indurla a rivelarmi quel suo segreto?

“Ehi! Ma dove si sta dirigendo quest’auto?”

Mentre io in silenzio ero immerso nelle mie considerazioni, lei guardando fuori dal finestrino si era accorta che ci stavamo muovendo esattamente nella direzione opposta al molo di Yang Shupu.

Tergiversai qualche secondo, ma rimasi in silenzio aspirando con forza il fumo dalla mia sigaretta.

Lei si spazientì e alzò il tono della voce tenendosi un fazzoletto di stoffa bianca premuto con la mano destra sulle labbra

“Dove mi stai portando?”

“In via Aiwen”

“Via Aiwen?…a fare che?”

“Devo consultarmi con il mio vecchio amico Huo Sang”

“Eh? Huo Sang?”

“Precisamente! Lui ti può aiutare a trovare una via di uscita. Devi sapere che è un investigatore valoroso e imparziale. Nel tuo caso …”

“Accidenti! Ma tu … Tu sei un impostore! Dove vuoi portarmi con l’inganno?”

Si levò leggermente e strinse la mano destra in un pugno come volesse aggredirmi. Io rimasi seduto e impassibile. Dopo aver atteso qualche secondo si rivoltò nuovamente verso lo sportello e tentò di aprirlo, voleva saltare dall’auto in corsa!

Ironia della sorte, proprio in quell’istante qualcosa si parò di fronte alla nostra auto, eravamo immobili. Ci trovavamo in via Changxing, il silenzio di prima era lontano, se si fosse messa ad urlare mi sarei sicuramente trovato in una situazione al quanto imbarazzante!

Sarebbe bastato perdere per un attimo la calma o cercare di ostacolarla e il suo palmo delicato avrebbe schioccato sul mio viso. In quel momento di panico, mi venne un’idea per togliermi di imbarazzo.

“Non essere precipitosa! Pensaci bene, ti rendi conto di cosa hai fatto?”

Questa frase fu potente come un incantesimo, rilassò immediatamente i suoi nervi tesi e ritornò in sé. Lasciò perdere la portiera dell’auto e nei suoi begl’occhi infuocati si insinuò la paura. Finalmente riprendemmo la nostra corsa.

Mantenni un atteggiamento estremamente pacato e addolcii il tono della mia voce.

“Resta seduta, dopotutto ormai il fatto è accaduto, sicuramente non è agitandoti e offendendomi che risolverai la situazione!”

Mi fissò un instante, lentamente si ammorbidì e riprese posto accanto a me, c’eravamo allontanati di almeno un pollice.

Chiese: “ma tu chi sei?”

Io cordialmente risposi:“Io sono un detective privato, tu?”

Lei non rispose, sembrava tremasse.

Insistei indifferente: “Così giovane come ti viene in mente di fare certe cose?”

Roteò il capo verso di me: “Come sai che cosa ho fatto?”

“Anche se non conosco i particolari, so che è qualcosa di illegale …”

“Illegale?… L’amore tra un uomo e una donna è illegale?”

Accidenti! Il modo di parlare di quella ragazzina era troppo maturo per la sua età. Dunque si trattava solamente di un giochetto amoroso, le mie supposizioni non potevano essere errate!

Risposi: “Innanzitutto non penso che sia permesso innamorarsi prematuramente, se poi addirittura si arriva a sparare ed uccidere per amore siamo totalmente fuori dal consentito.”

Vagò  per un bel po’ con lo sguardo poi lo piazzò sul mio. Anche io la fissai diretto. Notai che sul suo volto si leggeva sorpresa più che spavento. Non potevo che rimanere un po’ deluso!

Lei ribatté:

“Cosa? Dici sparare e uccidere?”

“Esatto! Ho udito personalmente il colpo di pistola”

“Guarda che sei davvero fuori strada! Non sono stata io a sparare!”

Feci una breve pausa e poi guardandola continuai: “e allora chi sarebbe stato?”

“E che ne so io!”

“Ma l’hai udita l’esplosione stanotte, giusto?”

“Certo che l’ho sentita! Il rumore veniva dall’appartamento adiacente al mio, in tutto tre colpi. Anche io mi sono messa in allarme, chissà in quale casino si sono andati a cacciare i miei vicini. Ho dovuto aspettare che il frastuono cessasse per uscire.”

Stava dicendo la verità? Su questo c’era poco da dubitare, il tono delle sue parole e il suo sguardo lo provavano fermamente. Maledizione! Evidentemente mi ero davvero sbagliato! Ormai il danno era fatto, come potevo tornare indietro?

“Signore, c’è stato un malinteso, io non ho fatto niente di illegale. Signore faccia fermare l’auto, lasci che …”

“Con calma, signorina. Questo non prova che tu non abbia fatto niente di illegale. Non è forse vero che avevi intenzione di scappare furtivamente col tuo innamorato?”

Staccò finalmente gli occhi dal mio volto e andò a piantarli sull’imbottitura del sedile, borbottò qualcosa, poi riprese col suo tono profondo e deciso:

“Si e allora? Dopotutto l’amore è libero!

“Certo libero, ma è mio compito proteggerti. Piuttosto, sei sicura che oltre al sentimento non siano coinvolti altre componenti? Dopotutto tu hai sacrificato tutto per quest’amore, perché ti porti dietro questa borsa di pelle? Il contenuto di questa sacca non dev’essere di poco valore.”

Con un movimento energico nascose la borsa dietro le spalle, sembrava volesse impedirmi di afferrarla. Ribellandosi gridò:

“Questo non ti riguarda! Lasciami subito andare. Altrimenti …”

Oh no! Stava per mettersi a piangere; gli occhi le si arrossarono, perle di lacrime scintillanti  straboccarono dalle orbite; un istante dopo affondò il volto in un fazzoletto bianco, così nascosta cominciò a singhiozzare.

Non c’era certo bisogno che si mettesse a piangere perché io mi sentissi in imbarazzo!Mi trovavo sul filo del rasoio! Giunti a questo punto, se qualche estraneo alla situazione ci avesse visto, avrebbe pensato che avevo usato la violenza per opprimere una ragazzina sola e indifesa. In verità, non per vantarmi, ma in vent’ anni non ho mai smesso di sostenere i diritti delle donne. Stavolta però avevo creduto che quella donna avesse commesso un crimine e per uno spiacevole malinteso lei era salita sulla mia auto.

Inizialmente pensavo che, dopo aver incontrato Huo Sang, avrei trovato un modo per rimediare. Ma adesso le cose erano cambiate. Lei non aveva ammesso di essere un’assassina e io non avevo nessuna prova. Se lei aveva seriamente pensato di scappare di nascosto, io non avevo davvero nessun diritto di intromettermi nei suoi affari. Secondo le mie analisi le componenti del loro amore erano tutt’altro che innocenti, ma non potevo cercare di farla ragionare. Mi ero andato a cacciare proprio in un bel guaio!

Gridò piagnucolando:

“Ferma la macchina!Fammi scendere farabutto, non puoi maltrattare così una donna!”

Giusto!Non potevo permettermi un altro errore, dopo un’attenta riflessione, cambiai completamente politica e dissi:

“Non fraintendere. Non ho alcuna intenzione di farti del male. Fuori si gela perché non mi permetti di accompagnarti al porto”

Diedi una voce al nostro autista e l’auto lentamente si diresse nella direzione opposta. Lei si stropicciò gli occhi e scuotendo la testa continuò:

“Niente da fare, niente affatto! Occupati solo di lasciarmi scendere.”

“Tranquilla, non ho assolutamente cattive intenzioni.”

Ero sincero, ma in verità ero curioso di vedere che faccia avesse l’altra metà di questo intrigo amoroso. Sfortunatamente lei insisteva col rifiutare, ma io ero deciso ad usare tutte le mie forze per convincerla.

La nostra vettura si stava dirigendo in direzione opposta senza sapere ancora da che parte andare.

“Verso quale porto andiamo?”

“Fatti gli affari tuoi! Ferma quest’ auto! Altrimenti chiamo la polizia!”

Ovviamente il volume delle sue urla andò intensificandosi, ruotò nuovamente su se stessa, allungò la mano destra e per la seconda volta cercò di aprire lo sportello. Ormai non potevo più trattenerla, non avevo altra scelta che far fermare la macchina.

Proprio in quell’istante mi accorsi che una grossa auto ci correva incontro. Quando fummo abbastanza vicini, inaspettatamente ci raggiunse un ordine severo:

“Fermate la vettura, fermatevi!”

*Laofei indipendent Library