A Chongqing: dopo il terremoto politico che ha destituito Bo Xilai, sono tornate le proteste. Si tratta di contestazioni da parte degli abitanti del distretto di Wansheng, un quartiere benestante che secondo le autorità deve essere “unito” ad un altro distretto. Il nuovo quartiere si dovrà chiamare Qijiang e – secondo il piano – Wansheng dovrebbe diventare la nuova area “tecnologica” della città. La contea di Qijiang è però considerata una zona “povera” e gli abitanti di Wansheng temono che la fusione possa andare a pesare sui loro benefici sociali, comprese le pensioni.
Gli abitanti da mesi protestano, senza ottenere una risposta. Nei giorni scorsi sono avvenuti nuovi scontri e il livello di tensione ha finito per “bucare” anche i media nazionali.
Le strade del quartiere sono state in gran parte chiuse al traffico, quando il 25 maggio scorso sono iniziate le proteste più accese, con migliaia di abitanti che si sono riversati nelle strade per dichiarare il proprio “no” alla fusione dei due distretti. La rabbia dell’opinione pubblica è aumentata – secondo le cronache dei quotidiani locali – sabato scorso, dopo che il governo locale ha evaso la promessa di risolvere il problema e poliziotti armati hanno iniziato a occupare l’area e arrestare la gente.
Il South China Morning Post, oggi 5 giugno, ha riportato la notizia secondo la quale, “nessun funzionario del distretto si è dato raggiungibile per un commento”. Sabato sera, hanno raccontato gli abitanti, erano stati avvisati di “tenere d’occhio i media ufficiali locali”, perché le autorità avrebbero dovuto rilasciare una nuova dichiarazione in merito al piano di fusione”. In realtà non è arrivata nessuna risposta e decine di migliaia di cittadini esasperati si sono così riuniti nel centro di Wansheng e su diverse autostrade per protestare.
“Negli ultimi due giorni, abbiamo sentito che molti residenti sono stati arrestati da un gran numero di poliziotti armati e veicoli armati sono stati inviati a Wansheng da altre aree. I poliziotti hanno disperso le folle che contestavano le autorità, lasciando molti feriti, e hanno arrestato molte persone”, secondo quanto affermato da alcuni testimoni.
La situazione si è fatta sempre più tesa: ad ogni nuova notizia di arresto, crescevano le proteste. Non a caso quelle del 25 maggio scorso sono nate in seguito alla voce che dava per certi gli arresti di alcuni studenti e il ferimento di parecchi cittadini, dopo scontri violenti con la polizia.
La protesta è avvenuta anche attraverso una forma di disobbedienza civile: “non ci sono negozi aperti. Le autorità hanno esortato a riaprire i negozi, ma nessuno osa farlo. Ho anche chiuso il mio albergo durante il giorno e ho aderito al “cammino per la pace” durante la notte. La maggior parte di noi ha intrapreso l’azione per impedire la fusione del nostro distretto con la contea vicina. La fusione servirà solo a rendere Wansheng marginale”, ha dichiarato una donna.
Secondo altri testimoni la situazione a Wansheng sarebbe ormai “incandescente: è un miracolo non ci sia scappato ancora il morto”. Anche se la protesta non è specificamente collegata alla caduta dell’ex segretario del Partito comunista di Chongqing, Bo Xilai, alcuni utenti di Internet hanno diffuso le immagini delle proteste nei microblogs chiamando i manifestanti “i sostenitori di Bo a Wansheng”.
[Scritto per Lettera43]