Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

Mark Zuckerberg in Cina incontra uomini d’affari e parla con la censura del Paese di mezzo. La rassegna quotidiana con le notizie da Cina e Asia: in primo piano il fronte comune contro il terrorismo globale. E poi alla scoperta della mostra ArtistTree di Hong Kong e la ferrovia cinese in Nepal.

Zuckerberg in Cina: censura e governance della rete di Simone Pieranni 

Mark Zuckerberg è stato in Cina. Ha incontrato uomini d’affari, censori, ha cercato di impressionare il suo pubblico e tutto il paese con la dimestichezza con la lingua. Il paradosso: Facebook in Cina è bloccato. Lo scopo: sbloccare gli affari e corteggiare il concetto di governance della rete propagandato da Pechino.

In Cina e Asia – Stampa cinese: «Fronte comune contro il terrorismo di Redazione

I titoli della rassegna di oggi:

– Stampa cinese: «Fronte comune contro il terrorismo»
– Connessioni cinesi per il fondatore di Blackwater
– Lettera contro Xi, almeno 20 arresti
– Per Li Keqiang l’indipendenza di Taiwan è «da escludere»
– Il Giappone prosegue nella caccia alle balene mascherata da «ricerca scientifica»
– In Corea del Nord esercitazione per uccidere la premier sudcoreana Park Geun-hye
– Ancora prigionieri politici in Myanmar

Il fascino della storia. La collezione Sigg in mostra all’ArtisTree di Hong Kong di Elena Macri

Sarà aperta fino al 5 aprile 2016 all’ArtisTree di Hong Kong la mostra «M+ Sigg Collection: Four Decades of Chinese Contemporary Art». Una rassegna che raccoglie oltre ottanta opere, tra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e video arte, realizzate dagli artisti più rappresentativi del panorama artistico cinese contemporaneo e selezionate tra i 1500 lavori donati nel 2012 all’M+ Museum dal collezionista svizzero Uli Sigg. Curata da Pi Li, la mostra racconta quando è nata e come è divenuta contemporanea l’arte cinese.

Binari cinesi nel futuro del Nepal di Gabriele Battaglia

A un anno dal terremoto, una delegazione nepalese sbarca a Pechino per stringere legami più forti e darsi un’alternativa al rapporto con l’India. Ben tre ferrovie dovrebbero fare da spina dorsale per gli scambi bilaterali e cambiare gli equilibri nella regione himalayana, per una soluzione «win-win», alla cinese, che preoccupa Delhi.