Negli ultimi cinque anni in Cina sono girati vaccini difettati messi sul mercato da una dottoressa e dalla figlia. Le notizie di oggi da Cina e Asia con in primo piano le reazioni cinesi agli attentati di Bruxelles. Un’intervista ai rappresentanti italiani a Chongqing. E infine un salto in Giappone, dove dal 2017 ci saranno libri più patriottici.
Lo scandalo dei vaccini in Cina di Gabriele Battaglia
Da almeno cinque anni, circolavano per la Cina «vaccini problematici» spacciati da un racket ai cui vertici c’erano una dottoressa e sua figlia. L’opinione pubblica cinese si esprime in Rete: non crede troppo all’operazione trasparenza delle autorità e si chiede se alcune morti sospette di bambini non siano collegate allo scandalo. Qualcuno azzarda che i fatti di Bruxelles siano arrivati al momento giusto per insabbiare tutto.
In Cina e Asia – Le reazioni dei netizen cinesi agli attentati di Bruxelles di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– Le reazioni dei netizen cinesi agli attentati di Bruxelles
– La stampa cinese ironizza sulla storica visita di Obama a Cuba
– Nel Mar cinese meridionale volano accuse incrociate, proiettili e bombe incendiarie
– Aung San Suu Kyi farà parte del nuovo governo birmano
– Al via il progetto di cooperazione tra Cina e i paesi lungo il Mekong
– La Cina contro la riforma dei libri scolastici in Giappone
– Ritocchi al botteghino: la Cina ritira dalle sale «Ip Man 3»
L’Italia nella Cina del sud ovest: intervista al console Maffettone di Chiara Ferraris
Una delegazione del Consolato Italiano di Chongqing ha recentemente visitato Kunming, capoluogo della provincia dello Yunnan, per incontrare le imprese e le autorità locali e per consolidare i rapporti con i cittadini italiani residenti in città. In questa occasione, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Sergio Maffettone, console italiano a Chongqing, e di discutere della presenza italiana nella Cina del sud ovest e dei progetti per il futuro.
I libri di testo giapponesi saranno più «patriottici» di Marco Zappa
Dal 2017, i libri di storia, geografia, società, politica e economia in uso nei licei giapponesi avranno il 60 per cento di riferimenti in più alle diatribe territoriali asiatiche di Tokyo. E no, anche se pare, non si tratta di un annuncio pubblicitario. Ma, anzi, del risultato di anni di lobby da parte di gruppi revisionisti sempre più influenti nella politica contemporanea giapponese.