Il business del calcio cinese: il governo di Pechino allenta i controlli e lascia margini di manovra all’Associazione nazionale per rilanciare il calcio. Le notizie di oggi da Cina e Asia con in primo piano la censura su chi critica il presidente Xi Jinping. Le due Indie: quella sbandierata dal primo ministro Modi e quella del dissenso degli studenti universitari. E infine il prossimo processo a tre ex dirigenti di Tepco, incriminati per negligenza professionale a cinque anni dall’incidente nucleare di Fukushima.
Dragonomics – Il business del calcio cinese di Andrea Pira
Pechino allenta il controllo governativo sul pallone e concede maggiore margine di manovra alla China Football Association. La Cina cerca di rilanciare il calcio a suon di milioni e intanto anche i diritti televisivi diventano un affare miliardario.
In Cina e Asia – Vietata la lesa maestà di Xi, anche ai ricchi di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– Critica il presidente Xi: magnate censurato sui social network cinesi
– I librai «scomparsi» di Hong Kong ritorneranno, forse, a casa
– Più «juche» contro le sanzioni: la risposta di Pyongyang all’Onu
– Il «ladro di propaganda» statunitense confessa a Pyongyang
– Impiccagione di stato per Qadri rilancia il tema dell’abolizione della «blasfemia»
Dissenso ed estremismo: l’India contro Modi di Matteo Miavaldi
In queste settimane risulta più chiara che mai la distanza tra l’India descritta dal governo Modi, sulla via della pacificazione e della crescita grazie alla mano santa di NaMo che sta portando investimenti nel paese, e quella che si vede e si legge tutti i giorni standoci dentro. Il paese è attraversato da scontri sempre più violenti in reazione alla repressione governativa, sul tema della libertà d’espressione e della discriminazione, e alle promesse non mantenute a segmenti di elettorato un tempo fedele, come dimostra la recentissima mobilitazione violenta della comunità Jat in Haryana. Tensioni che non sono destinate a scemare molto presto.
Cinque anni dopo Fukushima, si cercano «i colpevoli» di Marco Zappa
I vertici della compagnia elettrica giapponese Tepco saranno rinviati a giudizio per responsabilità nel disastro nucleare del 2011. L’ammissione di un operatore dell’azienda, sul ritardo colpevole con cui fu dato l’allarme del meltdown in uno dei reattori, apre nuovi scenari. Ma il governo non vuole rinunciare all’atomo e riattiva gli impianti che erano stati spenti all’indomani della catastrofe. Riaperta la centrale Takahama, costruita su una faglia a rischio. Ma per il primo ministro Shinzo Abe: ora «tutto è sotto controllo»