Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

Il nostro consueto punto quotidiano con le notizie e i temi da Cina e Asia. Cardinale Zen: accordo Cina – Chiesa sarebbe «tradire Cristo». Confermata la squalifica dei deputati localisti di Hong Kong. Corea del Sud: presidentessa Park vicina alle dimissioni. I chaebol sudcoreani hanno un problema

Cardinale Zen: accordo Cina – Chiesa sarebbe «tradire Cristo» di Simone Pieranni 

«La Chiesa avrebbe dovuto negoziare con Hitler? O con Stalin? No». Sono le parole del cardinale Zen, figura carismatica della Chiesa di Hong Kong e da sempre impegnato a difendere i diritti dei cattolici in Oriente. La sua frase è esplicitamente critica circa i recenti avvicinamenti tra papa Francesco e Partito comunista cinese.

In Cina e Asia – Confermata la squalifica dei deputati localisti di Hong Kong di Redazione

I titoli della rassegna di oggi:

– Hong Kong: La Corte d’Appello conferma la squalifica dei due deputati localisti
– Chiusi i gruppi WeChat pro-Castro -Cina: aumento verticale di attacchi hacker
– Pechino sfida Tokyo con una linea maglev in grado di collegare Pechino e Shanghai in 2 ore
– Il governatore di Jakarta in tribunale con l’accusa di blasfemia
– Dall’Onu nuove sanzioni alla Corea del Nord
– Disastro di Fukushima più esoso del previsto

Corea del Sud: presidentessa Park vicina alle dimissioni di Matteo Miavaldi

Martedì 29 novembre la presidentessa sudcoreana Park Geun-hye, in diretta tv, ha annunciato di essere pronta a dimettersi «quando i parlamentari individueranno delle misure per il trasferimento dei poteri che riducano al minimo il vuoto di potere e il caos nella governance del paese». Si tratta dell’ultimo colpo di coda della prima presidentessa donna della Corea del Sud, al centro di contestazioni di piazza in seguito allo scandalo dei rapporti controversi tra Park (64 anni) e Choi Soon-sil (60 anni), accusata di aver manipolato la capa dell’esecutivo di Seul approfittando della sua amicizia privilegiata.



I chaebol sudcoreani hanno un problema di Andrea Pira

Il caso Note 7 e la Samsung costretta a ritirare l’ultimo suo modello di smartphone sono sintomi del periodaccio che stanno attraversando i grandi conglomerati sudcoreani. Un simbolo stesso dell’identità del Paese.