Cina e Usa colpiscono il business nordcoreano: indagata società cinese. In Cina e in Asia: ancora un avvocato in carcere in Cina. Asiatica 2016: The Bacchus Lady. Per l’India anche il marò Latorre può stare in Italia fino a data da destinarsi. Il nostro punto quotidiano sulle news e i temi da Cina e Asia.
Cina e Usa colpiscono il business nordcoreano: indagata società cinese di Alessandra Colarizi
Mentre si attendono nuove sanzioni internazionali in risposta al quinto test nucleare nordcoreano, Pechino e Washington promettono di rafforzare la cooperazione all’interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con l’obiettivo di raggiungere la denuclearizzazione della penisola coreana. Stavolta però alle parole sono già seguiti i fatti. Una società con base a Dandong, sul versante cinese del confine sino-coreano, è indagata dalle autorità locali per presunti reati economici. Ma secondo un rapporto indipendente rilasciato martedì, a mettere in allarme Cina e Stati Uniti sarebbe in realtà il commercio di beni dual use con il regime di Kim Jong-un.
In Cina e in Asia – Ancora un avvocato in carcere in Cina di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– L’avvocato di Ai Weiwei condannato a 12 anni
– Stranieri di classe
– Investitore porta la Consob cinese in tribunale
– Tokyo vuole un seggio permanente all’Onu
– Aung San Suu Kyi, prima all’Onu da leader
Asiatica 2016 – The Bacchus Lady di Andrea Pira
E J-Yong mette sullo schermo la realtà della metropoli di Seul. Uno spaccato fatto di personaggi ai margini, per una riflessione sull’eutanasia e sull’invecchiamento della popolazione sudcoreana, facendo emergere chi non ha protezione.
Lo potete vedere questa sera alle 21 ad Asiatica Film Festival, Roma.
Per l’India anche il marò Latorre può stare in Italia fino a data da destinarsi di Matteo Miavaldi
La vicenda dei due fucilieri di Marina, col ritorno in Italia di Salvatore Girone, anche in Italia è finita nel cassetto delle questioni per addetti ai lavori, lontano dall’attenzione dell’opinione pubblica di massa. Ma nelle aule di tribunale indiane ci sono ancora cavilli, formalità da sistemare, che spiegano bene l’atteggiamento indiano al caso. Martedì 20 settembre, ad esempio, il governo indiano per l’ennesima volta ha palesato il totale disinteresse a un rientro in India in tempi brevi dei due marò, consigliando alla Corte suprema di lasciare che l’acqua scorra sotto i ponti, in attesa di una sentenza dall’Aja che arriverà chissà quando.