Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

Lady Gaga bandita dalla Cina: la decisione è stata presa dopo il suo incontro con il Dalai Lama domenica scorsa a Indianapolis. L’inquinamento in Cina, in primo piano nella nostra rassegna quotidiana. E poi il corto The Sand Storm di Jason Wishnow, con un inedito Ai Weiwei nei panni di un contrabbandiere d’acqua in un futuro distopico. E infine la prima intervista da premier di Narendra Modi alla tv indiana. Buona lettura.

Lady Gaga bandita dalla Cina di Alessandra Colarizi

Lady Gaga è stata bandita dalla Cina. Ad aver scatenato il pugno di ferro di Pechino, l’incontro tra la pop star e il Dalai Lama avvenuto domenica a Indianapolis, in occasione della United States Conference of Mayors. Malgrado i due abbiano evitato di affrontare questioni politiche, concentrandosi sulla generosità verso i poveri e la salute mentale, il meeting non è passato inosservato oltre la Muraglia, dove governanti e pancia del Paese si sono allineati nel condannare l’ingiuria.

In Cina e Asia – Inquinamento toglie due anni di vita ai cinesi di Redazione

I titoli di oggi della nostra rassegna:

– Cina: l’inquinamento riduce l’aspettativa di vita di due anni
– Arbitrato su Mar cinese meridionale, Cina rischia status di «fuorilegge»
– La Cina punta sullo sviluppo del Pireo
– Seul dice no a Google Maps
– Brexit: banca di Singapore non concede crediti per proprietà a Londra
– Filippine, si insedia il «Trump» asiatico

Il video – The Sand Storm di Redazione

Nella sua prima prova davanti alla macchina da presa Ai Weiwei veste i panni di un contrabbandiere d’acqua in una distopia futuristica diretta da Jason Wishnow, sulla vita in un mondo nel quale le risorse iniziano a scarseggiare.

La prima intervista di Modi, da primo ministro, alla tv indiana di Matteo Miavaldi

È andata in onda lunedì 27 giugno ed è a suo modo un evento storico, considerando che il primo ministro indiano in oltre due anni di mandato non aveva mai rilasciato un’intervista televisiva a un canale indiano. Il «fortunato» intervistatore è stato Arnab Goswami, volto di spicco del gruppo Times Now noto per il suo approccio scalmanato alla conduzione di tribune politiche ad altissimo coefficiente decibel. Più che intervista, trattasi di propaganda: un’ora e mezza di domande deboli e accomodanti che Modi ha sfruttato brillantemente, riaffermando la sua posa da saggio statista, senza che una sola domanda minacciosa provasse a far traballare l’idillio (e gli indiani, di Modi intervistato in tv, hanno un ricordo di tutt’altro genere).