L’imputato Wang Lijun

In by Simone

Ieri il tribunale di Chengdu ha formulato le accuse contro Wang Lijun, braccio destro di Bo Xilai. Wang dovrà rispondere di abuso di potere, corruzione, defezione ed intercettazioni illegali, in un processo che potrebbe far calare il sipario sul Chongqing Drama e sulla carriera politica di Bo Xilai.
Xinhua, 5 settembre, 20:16. Finalmente la notizia che tutti aspettavano. Wang Lijun è stato formalmente accusato oggi di abuso di potere, defezione e corruzione dalla Corte Popolare della città di Chengdu, nella provincia meridionale cinese del Sichuan. Le prove, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa governativa Xinhua, sono "concrete" e "abbondanti".

Wang Lijun, l’ex vice sindaco, dovrà rispondere dell’accusa di abuso di potere per aver coperto – volontariamente e per proprio tornaconto personale – l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood commesso da Gu Kailai, la moglie del segretario di Partito della megalopoli.

Wang Lijun, l’ex super alleato dell’ex astro nascente della politica cinese Bo Xilai, dovrà rispondere di defezione per aver abbandonato il proprio posto nell’esercizio delle sue funzioni ed aver “disertato” recandosi al Consolato americano della vicina città di Chengdu (e ancora non sono chiare le motivazioni).

Wang Lijun, l’ex eroe della lotta alla mafia cittadina, dovrà anche rispondere di corruzione per essersi fatto pagare per assicurare privilegi e benefici ad alcuni individui.

Wang Lijun, l’ex capo della polizia di Chongqing, dovrà infine rispondere dell’accusa di aver adottato illegalmente alcune metodi di intercettazione e sorveglianza senza che le autorità approvassero e senza produrre documenti che ne giustificassero l’adozione.

Queste le accuse dei procuratori accettate dal tribunale del popolo di Chengdu, che si è impegnato ad aprire il processo senza però ancora fissare pubblicamente una data. Nel caso di Gu Kailai, il processo si è svolto un paio di settimane dopo l’incriminazione formale e il verdetto è stato reso noto una decina di giorni dopo.

Nella giornata di ieri è emerso che un altro capo della polizia di Chongqing, un altro degli eroi della campagna anti-mafia, è stato arrestato perché indagato per corruzione. Tang Jianhua, secondo quanto riportato dalla rivista Caijing, sarebbe stato fermato a Chongqing il 13 agosto mentre sua moglie sarebbe finita in manette nove giorni più tardi.

Contestualmente Luo Lin, uno degli alleati chiave di Bo e fino ad oggi legato alla sua caduta (ex direttore dell’Amministrazione statale per la Sicurezza sul lavoro, pare sia stato anch’egli indagato per alcuni incidenti), è stato riassunto come capo delle All-China Federation of Supply and Marketing Co-operatives.

Ovviamente adesso tutti vorrebbero sapere cosa significa questo per Bo Xilai, ma al momento chi ha informazioni – e probabilmente sono ancora molto pochi – se le tiene strette. E a tutti gli altri rimangono solo le speculazioni.

Il New York Times scrive oggi che poiché a Gu Kailai – moglie di Bo, colpevole dell’omicidio del britannico Neil Heywood – è stata evitata la pena di morte e a Wang Lijun non è stata mossa l’accusa più pesante – ovvero quella di alto tradimento, punibile appunto con la pena capitale – e nelle accuse che gli sono state rivolte Bo Xilai non viene nemmeno nominato, gli verrà riservato un trattamento di favore.

Il Wall Street Journal invece cita Cheng Li, esperto di politica cinese del Brookings Institute che invece sostiene che le accuse mosse contro Wang lasciano al Partito la libertà di incriminare Bo con gli stessi capi di accusa e di aggiungere il coinvolgimento nell’omicidio Heywood.

Ad ogni modo l’intero caso, passato alle cronache come Chongqing Drama dal nome della megalapoli in cui i tre operavano, dovrà essere risolto prima del cambio di leadership che avverrà durante il XVIII Congresso del Partito comunista, le cui date non sono ancora state fissate, anche se secondo ragionamenti piuttosto lucidi riportati oggi da Reuters, si svolgerà con ogni probabilità nella settimana centrale di ottobre, dal 15 in poi.

[Scritto per Lettera43; foto credit: theepochtimes.com]