Terza giornata di incontri per il secondo convegno letterario italo-cinese, con Giovani Porzio e Gian Antonio Stella moderati da Margaret Ward, RTE News Ireland presso il Bookworm, il “covo” di bibliofili internazionali di Pechino.
La discussione e’ stata più giornalistica che letteraria, e gli autori ed il pubblico non si sono trincerati dietro il politically correct. Porzio ha sottolineato come la lezione di Quarto potere sia ancora attualissima: l’informazione e’ un arma che viene utilizzata per manipolare attenzioni e coscienze. Informazione che plagia ma che e’ a sua volta sempre più oggetto di plagio alla fonte, poiché si e’ più raramente in loco, sul pezzo, ma spesso in una redazione con i tempi dettati dall’alto, e così ci si affida ad interpreti, mediatori ed altre fonti. Il caso dell’informazione di guerra ne è un esempio lampante.
Reporter per passione civile, Porzio tenta di non accettare tale logica viaggiando in continuazione. Come racconta nel suo sito “Continuo a considerare il mio lavoro una testimonianza contro la guerra. Anche le guerre che riteniamo necessarie o inevitabili (mai giuste, perché non c’è giustizia nella guerra) sono un ripugnante grumo di morte, miseria e distruzione. Non ci sono eroi e non ci sono vincitori: soltanto vinti. E molto spesso la prima vittima della guerra è l’informazione. I morti non sono uguali. Quando piangiamo i nostri caduti, ci dimentichiamo di quelli che ammazziamo noi. Quando esaltiamo i nostri eserciti, chiudiamo gli occhi sui massacri compiuti per i nostri nobili ideali. Ma i giornalisti hanno il dovere di non distogliere lo sguardo. E’ un esercizio duro.”
Da un settore scomodo all’altro, Stella ha sottolineato il costante rischio di morte che si affronta quotidianamente nell’affrontare storie di Camorra e Mafia. Il potere e’ uguale in tutto il mondo, nel suo tentativo di zittire chi lo vuole svelare. Il sistema dell’informazione – a sua volta – è un sistema di potere, in cui, a parte singoli eventi fortunosi non rappresentativi, solo una volta raggiunto un certo status di credibilità e seniority si riesce ad avere accesso ad uno scoop.
Margaret Ward, come ogni straniero che guarda dalla giusta distanza la realtà italiana, ha voluto riportare il discorso sulle tristi vicende del nostro paese invitando Stella a raccontare dell’impatto del best-seller “La Casta” sulla popolazione italiana.
Popolazione nelle cui coscienze, agli occhi di Stella, un eccesso diffuso di sanzione morale degli anni di mani-pulite ha lasciato il posto all’estremo opposto, un eccesso di indifferenza morale. In altri paesi il suo libro avrebbe portato a dimissioni a catena, in Italia non e’ avvenuto anche grazie al ruolo svolto da Berlusconi che, da gran imbonitore di masse quale è, ha saputo rassicurare la popolazione inculcando il messaggio che si trattasse solo di casi di persecuzione giudiziaria, uno dei mantra della sua carriera politica.
Aperto il “vaso di pandora Berlusconi”, Porzio, inviato di Panorama (ndr: periodico controllato dal gruppo Mondadori, presieduto dalla prima figlia di Berlusconi), ha chiaramente riportato esempi di ingerenze ricevute. Nel recente passato Russia ed Israele sono divenuti argomenti sensibili, paesi nei quali, accampando scuse di riduzione dei costi, gli è stato impedito di andare per scriverne reportage.
Porzio e Stella concordano in toto sul perché sempre più giornalisti scrivano libri: su alcuni temi si scrivono libri poiché non trovano spazio su stampa e televisione: l’informazione, anche dei giornali, si e’ ormai appiattita sul modello della televisione commerciale, un gossip autoreferenziale che non merita il titolo di informazione.
Tutto ciò sta portando ad una chiusura di vedute all’italiano medio: la curiosità viene soppiantata da paura dello sconosciuto e razzismo. I giornali plagiano gli Italiani e ne sono specchio.
Dalla platea internazionale domande con un tono, purtroppo familiare ormai per chi vive all’estero, di amore, indignazione ed incredulità nei confronti delle vicende del nostro paese ed eventuali paralleli con la Cina. Domande a cui le risposte degli autori non si sono sottratti. Per questo il loro impegno e’ in primo luogo, civile: ci vuol coraggio per vedere i problemi. Denunciarli è senza dubbio una forma di amore patrio.