Per la prima volta dal 2008, quando è stata introdotta la legge contro i monopoli in Cina, si indaga su due aziende statali (prima si era sempre trattato di casi di joint venture): China Telecom e China Unicom. Sono sospettate di avere approfittato della propria posizione dominante sul mercato della banda larga.
La Cina che tutti invocano come ancora di salvataggio dell’Europa e dell’economia mondiale, nasconde al proprio interno dei mutamenti storici, di cui cominciano ad affacciarsi timidi segnali. L’attenzione mondiale sulla grandeur di Pechino, talvolta offusca alcune dinamiche e problematiche interne, grazie alla nuova capacità cinese di migliorare la propria comunicazione a livello internazionale. Delle riforme culturali, che devono tenere insieme il paese fino al prossimo cambio politico del 2012, se ne parlerà ancora, mentre emergono alcuni dati economici che indicano un cambiamento, lieve e con tempi cinesi, dell’approccio economico del Dragone.
A Wenzhou (ma anche in Mongolia Interna e chissà dove ancora) la stretta del credito ha portato tante piccole e medie imprese sul lastrico, quando non in fuga o alla chiusura, si sta aprendo una stagione di dibattiti circa il peso dell’impresa privata all’interno del capitalismo dirigistico cinese. Dal punto di vista dei media, ad esempio, la questione di Wenzhou ha fatto salire alla ribalta la liberale Hu Shuli, che ha ben interpretato le volontà di tanti imprenditori privati, di avere più spazio, interrompendo quel circolo viziosi di prestiti e finanziamenti statali di cui giovano solo i colossi gestiti da uomini di stato.
Quando il più ricco cinese, l’imprenditore privato Lian Wengen, venne dato come futuro membro del Comitato centrale del Pcc, si sprecarono gli articoli di colore, mentre altri analisti, in Cina, lessero la volontà politica del Partito di cominciare a prendere in considerazione l‘impresa privata, ormai vero e proprio sangue dell’economia cinese.
La notizia della giornata in Cina, va proprio in questa direzione: le autorità stanno indagando i due colossi delle telecomunicazioni cinesi per i servizi di monopolizzazione dell’Internet a banda larga: si tratta del primo caso di indagine contro le grandi imprese di proprietà statale da quando la legge anti-monopolio è stata introdotta nel 2008.
L’agenzia di pianificazione economica, la National Development and Reform Commission (NDRC), ha detto che China Telecom e China Unicom hanno rappresentato più dei due terzi del mercato della banda larga e hanno usato tale posizione dominante per fissare i prezzi. In caso di condanna, le società dovranno rispondere a multe combinate di 8 miliardi di yuan.
“Le indagini – ha scritto il China Daily – sono un avvertimento circa il fatto che il governo imporrà la legge anti-monopolio contro tutte le aziende, siano esse di proprietà statale, nazionale o estera. Entrambe le aziende hanno specificato che collaboreranno alle indagini”.
“L’indagine può essere un buon punto di partenza per la Cina nel miglioramento della legislazione e nel soddisfare le pratiche del diritto internazionale”, ha detto al China Daily Sebastien Evrard, partner presso la sede cinese dello studio legale Usa, Jones Day.
“Sono specialisti dell’antitrust – ha scritto il quotidiano cinese – e hanno detto che si tratta di un buon segno: il governo sta affrontando i prezzi a banda larga attraverso la legislazione anti-monopolio, piuttosto che basarsi su provvedimenti amministrativi”.
Evrard ha specificato inoltre di non pensare che il caso possa indicare un’apertura del mercato delle telecomunicazioni a società estere, ma ha definito l’indagine “significativa, perché potrebbe portare a nuovi concorrenti nazionali che entrano nel mercato delle telecomunicazioni”.
Gli economisti ieri generalmente hanno visto la novità come un passo positivo, anche se mettono in guardia dall’interpretarlo come un segnale che Pechino sia pronta a permettere piena concorrenza tra imprese private e imprese statali.
“Il governo cinese sa che i monopoli possono danneggiare l’economia”, ha detto al South China Morning Post Mao Yushi, un economista di primo piano cinese. “Il problema è che i monopoli sono nell’interesse di alcuni gruppi privilegiati”, ha detto Kevin Li Shanyou, professore presso la China Europe International Business School.
“La Cina ha una legge anti-monopolio, ma è stata a lungo in letargo. Pechino dice che queste imprese fanno profitti enormi e che costituiscono un successo, ma più redditizie sono queste aziende peggio è per l’industria, perché strangolano la vitalità delle piccole e medie imprese”.
La NDRC ha dichiarato che i ricavi dal business della banda larga di China Telecom è di circa 50 miliardi di yuan all’anno, mentre quello di China Unicom quasi 30 miliardi di yuan. China Telecom è il primo operatore cinese di rete fissa, mentre China Unicom è la seconda più grande azienda di telecomunicazioni mobile.