La nuova CNN – Citizen News Network

In by Simone

Guobin Yang è un professore associato al Barnard College, Columbia University. E’ anche l’autore di “The Power of the Internet in China: Citizen Activism Online.” Di seguito proponiamo la traduzione di un suo articolo su Internet, la protesta e la censura on line, in riferimento agli ultimi casi iraniani (la protesta divampata via Twitter) e cinesi (la protesta rispetto all’obbligatorietà, dal primo luglio, di dotare i pc di un filtro anti porno).

I recenti eventi in Iran e Cina hanno di nuovo dimostrato la forza di internet. Gli iraniani hanno usato il web per diffondere le loro proteste al mondo intero, mentre i cittadini cinesi si confrontavano con un provvedimento governativo che richiede l’installazione di un software che filtra la navigazione. In Iran i contestatori usano lo strumento di social network Twitter per communicare con il mondo esterno, quando l’accesso dei giornalisti è limitato. Un numero elevato di twitters riporta gli eventi con fotografie, messaggi brevi e link a video e siti web. Il risultato è un’informazione in tempo reale su quanto accade, minuto per minuto. Questo è il potere di un nuovo tipo di CNN- il Citizen News Network.

In Cina l’annuncio del provvedimento governativo di dotare i nuovi computer di un software pre installato, il Green Dam Youth Escort, ha creato subito una protesta on line. Il provvedimento mira a evitare navigazioni da parte dei minorenni sui siti porno e altri siti considerati non salutari. Sebbene una minoranza pensi che oggettivamente aiuterà i minorenni a evitare siti porno, il nuovo provvedimento pone una seria questione rispetto alle sue intenzioni celate.
Il controllo di internet e l’attivismo sono due argomenti di cui si discute da molto tempo. L’opinione dei media internazionali al riguardo, oscilla da una parte e dall’altra, tra speranza e disperazione. Le novità sul cinese Green Dam hanno subito creato il timore di un allargamento del controllo su Internet. Nello stesso tempo, con la protesta nata immediatamente, il giudizio è virato verso un cauto ottimismo. Questo tipo di mutamenti vertiginosi nell’opinione pubblica, riflette la fluida politica di internet nei paesi autoritari. Dietro la facciata, persiste un ostinato messaggio: internet aumenta il ruolo dei cittadini normali, specie quelli che vivono all’interno di paesi in cui vigono restinzioni.

Gli sforzi di Cina e Iran per controllare internet sono largamente noti. In Cina il Green Dam è solo l’ultimo tentativo. Come si spiega che questi sforzi vadano avanti da vent’anni e l’attivismo dei cittadini è aumentato, anziché diminuito? Perché?

Naturalmente, la protesta riflette le lamentele della gente. In Iran sono nate da brogli elettorali e dalla volontà di conoscere cosa fosse realmente successo. La sanguinosa brutalità della polizia ha poi gettato benzina sul fuoco. In Cina la protesta contro il Green Dam  ha come oggetto il potere politico e la rabbia della gente si scaglia sulla poca trasparenza delle decisioni politiche dei governanti.
In entrambi i casi viene allo scoperto una profonda e recondita frustrazione rispetto ai comportamenti autoritari dei governi. Entrambi gli eventi hanno avuto largo seguito, perché strettamente collegati con questioni pubbliche. In questo senso l’attivismo online continuerà, finché esisteranno delle lamentele popolari.

Ci sono altre cause, naturalmente. In primo luogo, l’antica dialettica tra dominazione e resistenza, che persiste anche nell’ Era dell’Informazione, con una deriva digitale. Una parte del potere di chi si oppone, dipende inoltre dalla conoscenza specifica e tecnica di alcuni dei suoi partecipanti. Nel caso del Green Dam, i cinesi non hanno perso tempo e hanno testato immediatamente il software. Hanno partecipato anche specialisti internazionali, come J. Alex Halderman e i suoi colleghi dell’Università del Michigan. Si sono trovati vari bachi nel software, creando la diffusione di messaggi ironici e satirici al riguardo.

La satira del resto, è una vera forma di opposizione nell’era di internet, perché molti cittadini possono sperimentarsi con le proprie capacità tecniche e artistiche per creare nuove forme di espressione. I cinesi, ad esempio, hanno creato un cartone animato, chiamato Green Dam Girl per ripulire l’internet da tutti i controlli dei censori.
Sempre di pù, in Cina almeno, aumenta il potere di opposizione, grazie all’impegno di un nuovo tipo di soggetto, l’attivista-blogger. Si scrive di ogni argomento, specie quelli considerati sensitive. Ogni volta che accadono eventi rilevanti, i bloggers pubblicano le proprie critiche. Consci di avere un proprio pubblico, questi bloggers raramente non esprimono opinioni precise. Infatti, è la cultura stessa dei blog a costringerli a pubblicare post, per tenere alta l’attenzione sul proprio sito e le proprie opinioni.

Inoltre l’attivismo on line ha potuto sostenere la propria rilevanza, perché è diventato un’inesauribile fonte per i mass media. La protesta via twitter in Iran non sarebbe diventata tale, se non fosse stata ripresa dai media via cavo di tutto il mondo. Così è accaduto in Cina con le proteste anti Green Dam.
Questo non significa disistimare il potere di internet. La verità è che internet è diventata parte integrante del sistema mainstream dei media. Gli studenti di media spesso parlano di convergenza tra vecchio e nuovo media. Convergenti o meno, il panorama dei media è strettamente connesso e il potere dei vecchi o dei nuovi media è sostenuto da questa connessione. Per afferrare l’attenzione dei media mainstream e quella del pubblico in generale, gli attivisti on line dipendono da due fattori strettamente collegati l’uno all’altro:  i numeri e la retorica. I grandi raduni in Freedom Square a Tehran o in Tiananamen a Pechino generano un grande senso di potere. Analogamente, su internet, larghi volumi di traffico su un sito, generano un senso di potere sul web. E così come un’appassionata retorica raduna la gente per le strade, lo stesso accade on line.

La tragedia di Neda, la giovane iraniana uccisa da un colpo di pistola durante una protesta pacifica, è stata immortalata in uno straziante video e successivamente postata su Youtube. Il tag Neda è stato in cima alla lista dei topics, perché Neda è diventata un simbolico veicolo per la gente normale, per esprimere la propria passione politica. “Ho visto il video di Neda su Youtube, terribile”, ha scritto qualcuno su Twitter. Un altro ha postato: “In memoria di Neda, non sei morta invano”. Quando milioni di messaggi navigano on line, la portata delle parole, si riverbera ovunque. E’ un messaggio sul potere del web e quello della gente. E nell’era di internet, il potere del web, è il potere della gente.

Links and sources:
Coping With Digital Revolution: China Offers Green Dam, Iran Faces Neda (in inglese)