La crisi non risparmia Baidu

In by Simone

Vero che in Cina la crisi è arrivata “di rimbalzo” (in Occidente sono crollati i consumi e, conseguentemente, nell’est asiatico la produzione), ma certo questa si fa sentire.

Ne sanno qualcosa i lavoratori migranti, rimandati in gran numero nelle campagne. Non c’è più quella domanda di lavoro che le città garantivano fino a poco fa. Non per ora, almeno. Ne sanno qualcosa anche gli impiegati delle varie compagnie. È questo il caso della grande azienda Baidu. Il quindici maggio migliaia di dipendenti sono scesi in strada a Shenzhen (metropoli della Cina meridionale e prima Zona Economica Speciale) per protestare contro la riduzione di stipendio del 30% decisa dall’azienda. In realtà scioperi e proteste vanno avanti dai primi di maggio, sia a Shenzhen che nel resto della ricca provincia del Guangdong.

Baidu è il principale motore di ricerca in Cina. Da tempo ha soffiato il primato ai colossi Google e Yahoo. Fornisce agli utenti una gamma di settecento quaranta milioni di pagine web, nel 2008 oltre cinque milioni di cinesi hanno visitato il suo sito. Tra i vari servizi offre anche una enciclopedia on-line (la Wikipedia cinese). Nel 2007 ha fatturato 628 milioni di Yuan (circa settanta milioni di euro) e conta oltre seimila dipendenti.
La crisi, evidentemente, non risparmia proprio nessuno.