Kfc apre a Lhasa: polemiche tra Cina e Tibet

In by Simone

Nel 1987 fu la prima catena di fast food straniera ad entrare in Cina (oggi ha ha più di 5.000 punti vendita in oltre 1.100 città cinesi). E ora, dopo un decennio di riflessioni, il primo negozio Kentucky Fried Chicken (Kfc) ha aperto a Lhasa, in Tibet. In ballo ci sono motivazione economiche, di branding internazionale e di apertura della regione autonoma a investimenti stranieri. E come ogni cosa che riguarda il Tibet, non poteva mancare la polemica e lo scontro tra tibetani e governo centrale di Pechino.La successione degli eventi è raccontata dal filo governativo Global Times che ha ripreso la polemica nata in questi giorni: «Un funzionario ha detto che a Lhasa la richiesta dei separatisti tibetani che vogliono che la lingua tibetana venga utilizzata nel nuovo Kfc della regione è “ridicola” e serve “semplicemente a sensazionalizzare il problema”, dal momento che Lhasa è visitata da molte persone provenienti da diverse regioni e paesi».

In un pezzo intitolato «Gruppo separatista chiede che il Kfc di Lhasa usi esclusivamente il tibetano?» tibet.cn, un sito web affiliato al governo cinese, ha riferito che l’apertura della filiale di Kfc ha affrontato molti ostacoli: «Kfc ha aperto la sua prima filiale a Lhasa, la capitale della regione autonoma del Tibet della Cina sud-occidentale, facendone la prima catena di fast food occidentali importante ad aprire una filiale in città. Free Tibet, l’organizzazione con sede a Londra, ha rilasciato una dichiarazione il 9 marzo chiedendo alla casa madre del KFC, Yum Brands, di garantire che i tibetani vengono assunti, formati e promossi in maniera equa e che la lingua tibetana sia utilizzata nel ristorante».

Un nuovo scontro sull’autonomia reale del Tibet, cui il governo cinese reagisce sciorinando i consueti dati: in seguito ai 4.86 miliardi di yuan (748 milioni di dollari) di investimenti da parte del governo centrale, e i 3,16 miliardi di yuan a sostegno della costruzione delle altre province, l’economia del Tibet tra il 1995 e il 200 sarebbe cresciuta del 130 per cento- un tasso di crescita medio annuo del 12,4 per cento, secondo un piano di sviluppo della regione da parte dell’Accademia delle Scienze Sociali Tibetana.

Nel 2015, il Pil del Tibet ha raggiunto i 102,6 miliardi di yuan, in crescita dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Il reddito pro capite è stato di 25.457 yuan per i residenti urbani e 8.244 yuan per i residenti rurali. Il reddito pro capite nazionale cinese nel 2015 era 21,966 yuan.

Yum Brands, la società madre di Kfc, considerava l’apertura di un negozio in Tibet da almeno dieci anni, decidendo sempre di abbandonare in quanto «non economicamente fattibile». Poi l’apertura degli investimenti e la volontà di Pechino di trasformare la regione in un polo di attrazione turistica hanno eliminate le titubanze.

Shen Bin, segretario generale di Tibet Cooking Meal Restaurant Trade Association della Regione autonoma del Tibet, ha detto al Global Times che è comprensibile che Kfc abbia deciso di non entrare in Tibet, in quegli anni, «quando era difficile per i marchi stranieri entrare nel settore della ristorazione nella regione autonoma».

«Ma le cose sono cambiate di recente. Le autorità tibetane stanno incoraggiando gli investimenti stranieri per trasformare la regione in una meta del turismo internazionale», ha precisato.

E il Global Times ricorda, ad esempio, che il 13° piano quinquennale (2016-20) comprende piani per costruire una ferrovia tra Lhasa e Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan nella Cina sud-occidentale. La ferrovia sarà la seconda linea tra il Tibet e il resto del paese, dal momento che la ferrovia Qinghai-Tibet è stata inaugurata già nel 2006.

[Scritto per Eastonline]