Decine di giornalisti sarebbero stati picchiati, detenuti o citato in giudizio nel corso degli ultimi due anni. Lo riporta il South China Morning Post, citando una ricerca da parte di un avvocato pechinese. Celebre fu il caso di una provincia dello Shandong, nella quale un funzionario locale prese a schiaffi una giornalista. Tutto fu ripreso e divenne un cult on line. “Essere un giornalista oggi, dice l’avvocato, significa essere spesso un individuo in stato di debolezza, in Cina”. “Spero che questa relazione – ha proseguito – darà alcune indicazioni ai giornalisti cinesi, aiutandoli a evitare problemi simili e tenersi fuori dai guai”.
Il rapporto però presenta anche una preoccupante tendenza: i casi di giornalisti portati in giudizio per fenomeni di corruzione. Una scusa in molti casi, per eliminare voci scomode, ma non solo. “Sono molto preoccupato per questa tendenza – conclude l’avvocato – perché combattere la corruzione è una buona scusa, che avrà molto sostegno nell’opinione pubblica che non vede di buon occhio i giornalisti. Questi ultimi però devono anche migliorare la loro etica professionale e stare insieme per combattere i maltrattamenti”.
Domenica 15 Novembre China-Files pubblicherà, come inserto domenicale, la traduzione di un articolo di una rivista cinese, Nanfangzhoumo, sul tema della libertà di stampa, a seguito di denunce di giornalisti, del recente simposio mondiale sui media di Pechino e delle decisioni in tema di libertà di espressione decise dai governanti cinesi.