I soliti sospetti. Xi incontra Obama

In by Gabriele Battaglia

Tra il 7 e 9 giugno, il presidente Xi Jinping incontrerà negli Usa in una tenuta californiana, il corrispettivo statunitense Barack Obama. Sarà un incontro informale, dicono alcuni. Sarà comunque un’occasione per discutere di un piano futuro per le relazioni bilaterali, secondo altri. Ad oggi fondate su reciproci sospetti.La notizia da ieri è ufficiale Xi Jinping incontrerà Obama. Lo ha annunciato ieri il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang. 

Al termine di un viaggio a semicerchio attraverso Trinidad e Tobago, Costa Rica e Messico, il presidente cinese Xi Jinping giungerà in California, a Sunnylands, una tenuta di 80 ettari nella località di Rancho Miragetra il 7 e il 9 giugno prossimi.

È una visita “non ufficiale” (a differenza delle tappe nei Paesi latinoamericani che la precederanno) e molti analisti sottolineano che l’informalità della circostanza è un segno di maturità nelle relazioni bilaterali: si mette da parte il protocollo e ci si concentra sulla sostanza.

Tao Wenzhao, ricercatore presso l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, cita addirittura il rapporto di fiducia tra Mao Zedong e il segretario di Stato Henry Kissinger per sostenere che lo sviluppo di legami personali è molto importante per le relazioni bilaterali. Aspettiamoci quindi una riedizione della “diplomazia del ping-pong” che, conoscendo i gusti dei due e l’evoluzione della società cinese, potrebbe a occhio diventare “del basket”.

Xi ha già incontrato Obama a Washington nel febbraio dello scorso anno, quando era vice-presidente. Il meeting di giugno sarà invece il primo in cui entrambi i leader occupano la carica di capi di Stato.

Entrambe le parti hanno ritenuto che un incontro a margine del G20 previsto in Russia per settembre sia troppo in là nel tempo. Un diplomatico di Pechino ha dichiarato: “C’è stato consenso sul fatto che i leader dovessero incontrarsi al più presto dopo i rimpasti dei governi in entrambe le nazioni”. Il riferimento è alla rielezione di Obama e al rinnovamento della leadership cinese avvenuti più o meno in contemporanea lo scorso autunno.

Bonnie Glaser, del Centro di studi strategici e internazionali di Washington, è citato dal South China Morning Post: “[I due leader] avevano bisogno di un po’ più di 20 minuti a margine di un altro incontro. Le relazioni Usa-Cina non sono gestite dal basso, ma dall’alto verso il basso”.

Il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che Xi e Obama discuteranno un “piano globale per il futuro delle relazioni bilaterali”, mentre il portavoce del ministero, Hong Lei, ha aggiunto che “l’incontro intende promuovere la comunicazione, la fiducia e la cooperazione reciproca in termini vantaggiosi per entrambi i Paesi, e si propone di contribuire a gestire in modo efficace le loro differenze”.

Anche la Casa Bianca ha affermato in un comunicato che i due presidenti “esamineranno i progressi compiuti e le sfide nelle relazioni Usa-Cina nel corso degli ultimi quattro anni, e discuteranno i modi per migliorare la cooperazione, gestendo al contempo le differenze i, maniera costruttiva, negli anni a venire”.

China Daily dà voce a Chen Mingming, esperto di diplomazia ed ex ambasciatore cinese in Svezia e Nuova Zelanda, secondo cui “L’invito dimostra che gli Stati Uniti hanno grande stima per il ruolo della Cina”. Un importante obiettivo di Washington – aggiunge Chen – è quello di rimuovere le preoccupazioni cinesi ribadendo che per gli Stati Uniti lo sviluppo del Paese è un’opportunità e che non cercheranno di isolare la Cina.

Gli Usa vogliono anche ottenere il sostegno della Cina sulle “questioni nucleari” che coinvolgono Corea del Nord e Iran, sostiene l’ex ambasciatore. Mentre “quello che la Cina si aspetta dagli Stati Uniti è un chiaro impegno a non assumere iniziative che danneggino la sovranità cinese. Ai temi caldi che domineranno l’agenda del meeting, Shi Yinhong, direttore del Centro di Studi Americani alla Renmin University, aggiunge “la disputa territoriale tra Cina e Giappone sulle isole Diaoyu e la sicurezza di Internet”.

China Daily
analizza lo stato delle relazioni bilaterali e lo definisce “complicato”, fatto di alti e bassi a causa delle differenze su questioni come la sicurezza informatica, la sovranità sulle isole del mar cinese orientale e meridionale e i rapporti commerciali.

Tao Wenzhao sostiene che entrambi i paesi hanno bisogno uno dell’altro per raggiungere il successo su gran parte del proprio programma, e se uno non riesce, l’altro diventerà immediatamente il “capro espiatorio”, come dimostrano i continui attacchi alla Cina nell’ultima campagna per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

Per il Global Times, questo incontro arriva al momento giusto. Gli attriti aumentano infatti di pari passo con l’espansione della cooperazione tra Cina e Stati Uniti. L’opinione pubblica di tutto il mondo parla ormai di “reciproci sospetti” tra i due Paesi. Quindi il meeting è fondamentale per stabilire il principio in base al quale Washington e Pechino sono partner invece che rivali.

L’analisi del giornale legato al Quotidiano del Popolo si amplia sostenendo che “il rapporto sino-americano dovrebbe essere misurato nel contesto della storia. I rapporti tra le potenze non sono più di vita o di morte. Hanno trasformato le guerre in guerre fredde, e poi in commercio e interdipendenza”.

“Finché abbiamo fiducia nel progresso irreversibile della civiltà umana – continua il Global Times crediamo in un futuro luminoso per i rapporti sino-americani. Questa linea di pensiero ci può fornire una nuova prospettiva per esaminare i problemi esistenti in questo rapporto. Sia il sospetto, sia la fiducia reciproci, sono parte del processo interattivo tra le due potenze”.

[Scritto per Lettera43; foto credits: washingtonpost.com]