India, il festival «spirituale» che ignora l’ambiente

In by Gabriele Battaglia

Dall’11 al 13 marzo si dovrebbe tenere a New Delhi, sulle rive del fiume – sacro – Yamuna, il World Culture Festival organizzato dalla fondazione Art of Living per festeggiare tutti insieme il 35esimo compleanno dell’organizzazione, fondata e gestita da Sri Sri Ravi Shankar. Professione: santone vip giramondo, promotore di «pace e serenità» attraverso, anche, tecniche respiratorie anti-stress. Il festival che dovrebbe «celebrare la diversità e la pace» e portare «tre milioni di persone» sulle sponde dello Yamuna, però, pare sia stato organizzato in fretta e furia senza i dovuti permessi, risultando una catastrofe ambientale già in atto nei terreni – molti – che Shankar ha individuato come location della sua festa. Terreni, chiaramente, protetti. 

Il festival doveva essere, parafrasando Sri Sri Ravi Shankar, una sorta di Kumbh Mela della pace; un grande meeting di «leader internazionali e gente comune» da tenersi proprio sulle rive del fiume Yamuna, che attraversa New Delhi. «Perché nella nostra cultura i fiumi sono sacri», dice giustamente Shankar.

Fregarsene del fiume sacro

La sacralità del corso d’acqua difficilmente uscirà indenne dalle operazioni mastodontiche che la fondazione Art of Living ha già intrapreso su un spazio che, secondo i media indiani, si estenderebbe per oltre 1000 acri di pianura alluvionale protetta. Su questa estensione la fondazione ha già realizzato un enorme palco che ospiterà i 35mila (!!!) artisti che si esibiranno di fronte al pubblico – ottomila musicisti indiani, ma spicca l’annuncio di 650 percussionisti sudafricani, tra gli altri.

Tra sessioni di yoga, preghiera e intrattenimento, secondo le stime della fondazione raggiungeranno il festival almeno 3 milioni di persone «da tutto il mondo» (resta da capire in che percentuale partecipi il resto del mondo).

Per accoglierli sono state realizzate platee con posti a sedere in metallo – per la «gente normale» – e cuscinoni rialzati per i vip, oltre ad apposite aree parcheggio, 360 toilette mobili (per 3 milioni di persone) e ponti per collegare i parcheggi al palco. Il tutto realizzato da uomini della fondazione Art of Living col gentile contributo dell’esercito indiano, mandato con solerzia dal ministro della difesa Parrikar a trasformare i sogni di Sri Sri Ravi Shankar in realtà.

Ambientalisti sul piede di guerra

Oltre alle polemiche sull’impiego di soldati, pagati dal contribuente indiano, per montare palchi e ponti di eventi privati, anche gli ambientalisti sono sul piede di guerra, denunciando danni già ingenti all’ecosistema circostante il fiume Yamuna. Più precisamente, il National Green Tribunal ha stimato che al momento – cioè due giorni prima dell’inizio del festival – servirano almeno 120 crore di rupie (pari a 16 milioni di euro) per provare a riparare i danni ambientali causati dalle costruzioni temporanee – più strade, parcheggi… – realizzate dalla fondazione.

Accuse che Sri Sri Ravi Shankar ha rimandato al mittente, sostenendo sia «la balla più grossa dell’anno» e affermando di aver ricevuto ben «20 permessi dalle autorità competenti» e di essersi assicurato personalmente che nemmeno un albero venisse sradicato. Un servizio fotografico pubblicato dal magazine online DailyO racconta ben altro.

Tutto in regola insomma, se non che tra le varie autorità locali e federali in queste ore si sta giocando allo scaricabarile, dopo che un sopralluogo della polizia ha valutato «instabile» l’area del festival, e «pericolosi» i ponti, sui quali il rischio che qualcuno cada in acqua «è alto».

Dei 20 permessi millantati da Sri Sri Ravi Shankar, al momento nemmeno uno è stato reso pubblico.

Vip in fuga dal rischio flop

Probabilmente annusando la probabilità di flop – con le autorità giudiziare che domani potrebbero bloccare il festival per mancanza di permessi – il presidente della Repubblica indiana Pranab Mukherjee, che avrebbe dovuto presenziare all’apertura del festival e pronunciare un discorso, ha dato forfait all’evento, senza dare spiegazioni.

Il premier Narendra Modi ancora non ha deciso, ma i responsabili della sicurezza del primo ministro hanno già sconsigliato di recarsi all’happening, constatando le lacune strutturali che non garantirebbero l’incolumità di Modi.

Sri Sri Ravi Shankar, che ha ricevuto dal governo in carica la seconda onoreficenza civile della Repubblia indiana, rischia di festeggiare con meno vip del previsto.

[Scritto per East online]