In Cina e in Asia – Una sola Cina, ma quale?

In by Simone

Il presidente Xi promette benefici economici a Taiwan a patto che ubbidisca al principio di "una Cina". In Guangdong le fabbriche iniziano ad automatizzare la produzione servendosi di robot che sostituiscono la manodopera, mentre a Shanghai l’amministrazione impedisce a parenti dei funzionari di fare affarri. Il Giappone è pronto a proporre esempi di architettura industriale Meiji a patrimonio dell’Unesco, cosa che indispettisce la Corea del Sud.
CINA-TAIWAN – Una sola Cina, ma quale?

Xi Jinping, in veste di presidente del Partito, ha detto al presidente del Kuomintang Eric Chu Li-luan che la Repubblica popolare era pronta a offrire ulteriori benefici economici all’isola di Taiwan, a patto che questa fosse pronta ad ubbidire al principio di “una Cina”. Le relazioni attraverso lo stretto si fondano appunto su quello che è chiamato “1992 consensus”, ovvero quando entrambe le parti hanno convenuto che esisteva un’unica Cina, che ognuno poteva interpretare come voleva.

Le due parti si erano divise dopo una sanguinosa guerra civile nel 1949, quando a seguito della vittoria del Partito comunista il Kuomintang si era ritirato sull’isola. “Bisogna pensare al prossimo passo delle relazioni” ha detto Xi promettendo di trovare una soluzione per l’ingresso di Taiwan nell’Aiib.

CINA – La scomparsa degli operai in Guangdong

A Dongguan – l’ex “fabbrica del mondo” – al via la prima fabbrica che sostituirà completamento il lavoro manuale con gli automi. L’idea è quella di ridurre del 90 per cento l’attuale forza lavoro di 1800 persone sostituendola con un migliaio di robot. Secondo i dati ufficiali da settembre la metropoli da 6,5 milioni di abitanti avrebbe già avviato l’automazione in più di 500 fabbriche rendendo inutili 30mila lavoratori. E questi numeri verranno triplicati entro il 2016.

La regione sudorientale del Guangdong ha annunciato un piano di investimenti di 135,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni per sostituire i robot agli operai sulle linee di assemblaggio. Le singole aziende potranno così ricevere sussidi tra i 20 e i 70 milioni di euro per avviare il processo di automazione nei loro stabilimenti. Guangzhou, il capoluogo di provincia, ha annunciato che l’80 per cento della manodopera verrà sostituita da macchine entro il 2020.

CINA – Conflitto di interessi per i famigliari degli alti funzionari

Un esperimento che potrebbe essere esteso al resto della nazione: i parenti stretti dei funzionari di Shanghai non potranno fare affari come proprietari o co-proprietari di aziende. Una misura per evitare la concentrazione di potere nella pubblica amministrazione che ha portato a tanta corruzione.

In realtà una legge che vietava alle mogli dei funzionari di entrare in affari era già in vigore dal 1985, ma l’esperimento di Shanghai potrebbe funzionare. Un’inchiesta del 2012 del New York Times (premio Pulizer) aveva dimostrato come la famiglia dell’ex premier Wen Jiabao aveva accumulato un patrimonio di 2,7 miliardi di dollari nei dieci anni in cui era stato al potere.


GIAPPONE – L’Unesco dice sì ai siti industriali di epoca Meiji, un’iscrizione che fa discutere in Asia

23 siti industriali di epoca Meiji (1868-1912) saranno presentati alla riunione dell’Unesco a Bonn il prossimo giugno. Ieri è arrivato il parere positivo dell’Icomos, l’agenzia che offre assistenza ai governi che intendono sottoporre candidature per i patrimoni Unesco.

Ma la proposta rischia di indispettire la Corea del Sud che nei giorni scorsi aveva criticato la decisione di Tokyo. Tra i siti proposti infatti ci sono infatti miniere e fabbriche dove a partire dei primi del ‘900 veniva sfruttata forza lavoro proveniente dalla penisola coreana.

COREA DEL NORD – Giovane sudcoreano voleva essere arrestato

Ha cercato deliberatamente l’arresto il 21enne sudcoreano fermato dai militari di Pyongyang mentre cercava di entrare illegalmente in Corea del Nord. Joo Won-moon, studente alla New York University, ha ammesso in un’intervista alla Cnn di aver cercato il gesto eclatante per sostenere il dialogo tra le due Coree.

Joo era stato arrestato mentre cercava di attraversare il fiume Yalu dalla città cinese di Dandong. Il governo di Seul ha chiesto l’immediato rimpatrio del giovane assieme a quello di altri due sudcoreani arrestati con l’accusa di spionaggio, che domenica in un’intervista alla Cnn avevano confermato quanto è imputato loro dal regime. L’intelligence sudcoreana ha smentito ogni coinvolgimento dei due, un imprenditore e missionario.

[Foto credit: bbc.com; scmp.com; the-japan-news.com]