Temperature sopra la media della stagione secca pre monsonica stanno mietendo vittime in India, dove il bilancio è salito a oltre mille morti. Wang Qishan, braccio destro del presidente Xi, è indagato in Usa nel caso Jp Morgan, mentre al di qua della Grande Muraglia è andato alla sbarra il miliardario Liang Yaohui, accusato di essere a capo di un giro di prostituzione di lusso.
INDIA – La morsa del caldo reclama oltre mille vittime, in attesa dei monsoni
Il caldo tipico della stagione secca pre monsonica in India continua a mietere vittime. Le zone più colpite, nel centro del paese, sono gli stati di Andhra Pradesh e Telangana, dove temperature che sfiorano i 50 gradi si aggiungono alla scarsità di acqua.
Secondo le stime, in tutto il paese, il numero delle vittime avrebbe superato quota mille, mentre il dipartimento di meteorologia federale ha divulgato la mappa cronologica dell’arrivo del monsone, la stagione delle piogge cruciale per il settore agricolo e per l’abbassamento delle temperature: le previsioni dicono che nella prossima settimana la prima ondata di piogge raggiungerà la parte orientale del paese e progressivamente si sposterà verso occidente lungo tutto il mese di giugno.
CINA – Se il grande inquisitore cinese, viene a sua volta indagato
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i procuratori americani che indagano sul caso Jp Morgan hanno chiesto documentazione di tutte le comunicazioni avvenute tra la società finanziaria americana (una delle più grandi al mondo) e 35 tra i funzionari di più alto grado della Repubblica popolare.
Tra loro ci sarebbe anche Wang Qishan, il braccio destro di Xi Jinping a capo della Commissione disciplinare che ha indagato e punito oltre 250mila funzionari nel solo biennio 2013-2014. Jp Morgan è sotto indagine per aver assunto amici e familiari della leadership cinese con lo scopo di compiacerli e di riceverne in cambio favori e informazioni. Le indagini si sarebbero già concentrate sull’attuale ministro del commercio Gao Hucheng che avrebbe promesso aiuto alla banca in cambio dell’assunzione del figlio. Anche Gao è tra i 35.
CINA – Trattare meglio i migranti è la chiave del successo cinese
La Cina sta affrontando un cambiamento storico: portare il 60 per cento della popolazione a vivere in città entro il 2020 e trasformare i contadini in consumatori in modo da sviluppare il mercato interno e sfuggire così alla trappola del reddito medio. Per far questo deve riformare il sistema degli hukou, una regolamentazione di epoca maoista che lega diritti e doveri dei cittadini al luogo di nascita.
Chi è nato nelle sconfinate campagne cinesi se si trasferisce in città non ha diritto all’assistenza sociale e all’istruzione per i propri figli. Un nodo legale che va risolto al più presto anche secondo la leadership. Nel frattempo lo stipendio medio dei cinesi ha superato i 7mila euro l’anno.
CINA – Miliardario cinese alla sbarra per prostituzione
Cominciato il processo a Liang Yaohui (primo a sinistra nella foto tra i detenuti in giallo), il miliardario cinese accusato di aver organizzato un lucroso giro di prostituzione proprio nel suo albergo a cinque stelle a Dongguang, considerata la capitale del sesso a pagamento della Cina. Secondo l’accusa Liang avrebbe industrializzato l’intero processo dal reclutamento (anche di minorenni) ai controlli sanitari e addirittura ai corsi di formazione professionale.
Nell’inchiesta anche due capi della polizia locali hanno perso il posto per aver chiuso un occhio in cambio di mazzette e lo stesso Liang è stato espulso dall’Assemblea nazionale del popolo nel 2014. Liang avrebbe un patrimonio di 2 miliardi di yuan e possiederebbe 10 pozzi petroliferi in Kazakistan.
Il processo al magnate si inserisce nel giro di vite contro la prostituzione che le autorità cinese stanno conducendo da febbraio dell’anno scorso. Solo a Dongguan sono state arrestate 917 persone nel solo 2014.
CINA – People to peolpe diplomacy. La Cina prova a ricucire i rapporti con il Giappone
La settimana scorsa Xi Jinping ha dato un caloroso benvenuto a una delegazione di tremila amministratori locali e imprenditori giapponesi in vista a Pechino. Nonostante le tensioni – territoriali e dialettiche – tra i due paesi. Tra loro mancava il primo ministro Shinzo Abe, inviso a Pechino per le sue uscite revisionistiche.
Ieri Ikeda Hiromasa, capo della potente organizzazione politico-buddista Sokagakkai in visita a Pechino ha riferito che il discorso di Xi Jinping è stato ben recepito in Giappone, soprattutto dai gruppi pacifisti. Sempre ieri il vice primo Ministro Liu Yandong in visita in Indonesia ha richiamato il concetto di cooperazione "people to people", da realizzare tramite le università in quel caso.
[Foto credit: scmp.com; commondreams.org]