I titoli di oggi:
- Xi: “Nessuna difficoltà o ostacolo può fermare il progresso del popolo cinese”
- Chip war: Trump minaccia dazi contro Taiwan
- L’economia del Guangdong rallenta, un nuovo colosso immobiliare è in crisi
- Cina, arrestato uno dei principali sospettati di traffico di esseri umani nel caso dell’attore Wang Xing
- Cina, sempre meno laureati vogliono specializzarsi all’estero
- India, il viceministro degli Esteri in visita in Cina
- Taiwan mette nella lista nera decine di navi della “flotta ombra” di Pechino
Nella giornata di ieri Xi Jinping ha tenuto un discorso in occasione del ricevimento per il Capodanno lunare. “Attraverso perseveranza e duro lavoro, abbiamo dimostrato ancora una volta che nessuna difficoltà o ostacolo può fermare il progresso del popolo cinese verso una vita migliore, né impedire il nostro progresso storico nella costruzione di un paese forte e nel raggiungimento del ringiovanimento nazionale”, ha dichiarato il presidente. Nessuna menzione esplicita a fatti o a nomi, ma le parole seguono di poche ore la scalata del modello open source di DeepSeek sull’Apple Store americano, nonostante le ripetute restrizioni sull’export di tecnologia introdotte da Washington negli ultimi tre anni. Sulla questione si è espresso anche Donald Trump che, ostentando sicurezza, ha dichiarato che “il rilascio di DeepSeek AI da parte di un’azienda cinese dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme (‘positivo’) per le nostre industrie; vuol dire che dobbiamo concentrarci al massimo sulla competizione per vincere, perché abbiamo i più grandi scienziati del mondo”.
Secondo gli esperti, tuttavia, non è un caso che l’annuncio della società cinese, semisconosciuta fino a pochi mesi fa, sia avvenuto proprio a ridosso dell’insediamento di Trump. Nella giornata di ieri DeepSeek ha affermato di essere stata vittima di un attacco hacker che l’ha costretta a limitare il servizio.
Chip war: Trump minaccia dazi contro Taiwan
Intanto l’inquilino della Casa Bianca ha cominciato a lanciare minacce anche contro i produttori di semiconduttori di base a Taiwan: “Nel prossimo futuro, applicheremo tariffe sulla produzione estera di chip per computer, semiconduttori e prodotti farmaceutici per riportare la produzione di questi beni essenziali negli Stati Uniti. Ci hanno lasciato e sono andati a Taiwan”. Novità anche sul versante TikTok, che secondo Trump starebbe negoziando con Microsoft, anche se le aziende statunitensi interessate sarebbero molte.
L’economia del Guangdong rallenta, un nuovo colosso immobiliare è in crisi
Nel 2024 il Guangdong ha mancato il suo obiettivo annuale di crescita del PIL per il terzo anno consecutivo, registrando un +3,5% a fronte della soglia del 5% fissata a livello locale. Peggio hanno fatto solo Yunnan, Qinghai, Heilongjiang e Shanxi, cioè province con economie molto meno sviluppate del Guangdong, principale centro dell’export cinese. Come riportato dal South China Morning Post, la provincia ha comunque registrato una crescita nelle importazioni (+12,5%) e nelle esportazioni (+8,4%), ma ha dovuto fare i conti con il crollo degli investimenti nel settore immobiliare locale (-18,2% rispetto al 2023). Il Guangdong è la sede di due colossi dell’immobiliare cinese – Evergrande e Country Garden, in crisi da anni – e negli ultimi giorni ha visto crollare in borsa anche Vanke dopo le voci secondo cui il CEO dell’azienda, Zhu Jiusheng, sarebbe stato arrestato. Il 27 gennaio Vanke ha annunciato le dimissioni di Zhu dovute a “problemi di salute”.
Cina, arrestato uno dei principali sospettati di traffico di esseri umani nel caso dell’attore Wang Xing
Il ministero della Pubblica Sicurezza di Pechino ha reso noto di aver arrestato un uomo di nazionalità cinese considerato uno dei principali sospetti nel caso di frodi informatiche e traffico di esseri umani che ha coinvolto, tra altre decine di persone, anche l’attore cinese Wang Xing. L’uomo, identificato dai media cinesi come Yan Wenlei, è stato rimpatriato in Cina dalle autorità thailandesi. Secondo le ricostruzioni, Yan ingannava le sue vittime pubblicando su WeChat finti annunci di lavoro in Thailandia per attori e modelli cinesi. Una volta arrivati sul posto gli interessati sarebbero invece finiti schiavizzati al confine tra Thailandia e Myanmar, dove avrebbero lavorato in enormi “centri della truffa” organizzando frodi informatiche di ogni tipo. Migliaia di persone sono tuttora detenute in numerosi scam center che operano in gran parte del Sud-Est asiatico, soprattutto in Cambogia e Myanmar.
Cina, sempre meno laureati vogliono specializzarsi all’estero
Sempre più laureati cinesi delle migliori università del paese – come la Tsinghua, la Peking University e la Fudan – decidono di specializzarsi in Cina e non all’estero. Lo riporta Sixth Tone, raccogliendo i dati forniti dalle stesse università. Parte del calo del numero di specializzazioni all’estero, scrive il portale cinese, potrebbe essere dovuto alla diminuzione del valore di una laurea ottenuta fuori dai confini della Repubblica Popolare. Secondo una ricerca del 2023, il salario medio di chi si è laureato all’estero sarebbe diminuito dai circa 268 mila yuan del 2020 (35 mila euro attuali) ai 204 mila yuan del 2023 (27 mila euro).
India, il viceministro degli Esteri in visita in Cina
Il 26 e 27 gennaio il viceministro degli Esteri indiano, Vikram Misri, è stato in Cina per una visita di due giorni volta a certificare e consolidare il recente miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Nuova Delhi. Durante la sua visita Misri ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il direttore del dipartimento internazionale del Pcc Liu Jianchao. Wang, citando il vertice di ottobre tra Xi Jinping e il premier indiano Narendra Modi, ha detto a Misri che i due vicini dovrebbero proseguire sulla linea della “comprensione reciproca” e non del “sospetto reciproco”. Il funzionario indiano ha poi partecipato a un meeting del meccanismo di dialogo tra i viceministri degli Esteri dei due paesi, in cui si è parlato, tra le altre cose, del rilascio dei visti giornalistici e di ripristinare i voli diretti tra India e Cina. Decisione, quest’ultima, ufficializzata nella serata di lunedì 27.
Il bilaterale tra Xi e Modi era arrivato a seguito dell’accordo tra Pechino e Nuova Delhi per la gestione delle controversie ai confini sull’Himalaya. Da allora sono stati organizzati vari incontri di alto livello tra le parti, che sono dunque tornate a parlarsi con regolarità dopo anni di forti tensioni.
Taiwan mette nella lista nera decine di navi della “flotta ombra” di Pechino
Taiwan ha stilato una lista nera che racchiude 52 navi di proprietà cinese che stanno navigando sotto la bandiera di altri paesi e che Taipei ritiene una minaccia per la propria sicurezza interna. Come riportato dal Financial Times, la decisione porterà le autorità taiwanesi a monitorare e ispezionare le imbarcazioni considerate parte della “flotta ombra” di Pechino, una definizione con cui ci si riferisce a quell’insieme di navi civili che restano per mesi nei pressi delle acque taiwanesi e che il governo cinese starebbe utilizzando per rafforzare le proprie rivendicazioni marittime attorno ai territori amministrati da Taipei. Una di queste navi, battente bandiera mongola, è stata ispezionata dalle autorità taiwanesi lo scorso 23 gennaio senza che venissero trovate irregolarità.
Negli ultimi anni il numero di imbarcazioni obsolete in grado di aggirare i sistemi di sorveglianza è aumentato sensibilmente, soprattutto in relazione al conflitto tra Russia e Ucraina. Molte di queste operano sotto bandiera di altri Stati rispetto al paese in cui è registrata la proprietà della nave, perché meno rigidi su regolamentazioni e controlli. Secondo Taipei una delle imbarcazioni nella lista nera, battente bandiera camerunese, avrebbe reciso un cavo di telecomunicazione sottomarina a largo della costa settentrionale di Taiwan lo scorso 3 gennaio.