xi manager stranieri

In Cina e Asia – Xi incontrerà i manager stranieri

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • “No al protezionismo”: Xi incontra i manager stranieri
  • Pechino invita l’Ue a resistere alle minacce Usa
  • Pechino punta a inaugurare la prima centrale nucleare ibrida fusione-fissione al mondo entro il 2030
  • He Jiankui tenta il ritorno con una controversa ricerca genetica sull’Alzheimer
  • Hegseth nelle Filippine per combattere “le minacce dei comunisti cinesi”
  • Cina, Giappone e Corea del Sud valutano accordo di libero scambio, mentre i dazi USA provocano un calo nelle azioni del settore automobilistico regionale 
  • Myanmar, ripresa dell’export di terre rare in Cina e conferma delle elezioni 
Xi incontra i manager stranieri

Nella giornata di venerdì, Xi Jinping ha incontrato personalmente gli amministratori delegati di alcune multinazionali straniere, tra cui Pfizer, l’operatore finanziario, il conglomerato petrolifero Saudi Aramco e Samsung Electronics. Durante il meeting, avvenuto a margine del Boao Forum, organizzato questa settimana a Hainan, il presidente ha affermato che “la Cina amplierà ulteriormente l‘apertura, concentrandosi sull’abbassamento delle soglie di accesso al mercato; garantire che le imprese a capitale straniero in Cina godano di pari trattamento rispetto ai cittadini cinesi e mantengano una concorrenza leale sul mercato”. 

Ad anticipare i temi di maggiore interesse cinese era stato ieri il vicepremier Ding Xuexiang. “Dobbiamo salvaguardare il sistema di libero scambio, sostenere il regionalismo aperto e opporci fermamente al protezionismo nel commercio e negli investimenti”, ha dichiarato il sesto funzionario del Partito Comunista Cinese. Nel tentativo di attrarre investimenti stranieri, Ding ha rassicurato gli investitori sulla tenuta economica della Cina, citando i progressi nell’IA, nella robotica e negli EV, e facendo riferimenti velati all’imprevedibilità degli Stati Uniti sotto Trump. “Indipendentemente dai cambiamenti dell’ambiente esterno, la Cina si aprirà maggiormente al mondo”, ha detto.

Il Boao Forum chiude una settimana di incontri tra dirigenti aziendali stranieri  e leader cinesi, tra cui quelli avvenuti il 23 e 24 marzo a Pechino durante il China Development Forum

Pechino invita l’Ue a resistere alle minacce Usa

Nel frattempo, il vicepremier cinese He Lifeng ha invitato l’Unione Europea a unirsi alla Cina contro il protezionismo statunitense. L’appello è stato lanciato ieri durante un incontro con il commissario europeo al commercio Maros Sefcovic, che – secondo la lettura cinese – ha dichiarato che l’UE è pronta a celebrare 50 anni di relazioni diplomatiche con la Cina “approfondendo la cooperazione commerciale e di investimento”, ma ha anche aggiunto che è necessario riequilibrare le relazioni economiche.  La Cina si è detta disponibile a dialogare sulle problematiche commerciali inasprite dall’introduzione dei dazi europei sui veicoli elettrici cinesi.

Con le nuove tariffe del 20% imposte da Trump su tutte le importazioni cinesi e la minaccia di dazi sui veicoli europei, Pechino si propone come partner stabile per Bruxelles.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha annunciato che per il 2025 sono previsti tre incontri ad alto livello focalizzati su questioni strategiche, economiche e culturali che coinvolgeranno i governi di Cina e Francia. L’obiettivo è rafforzare la cooperazione in settori chiave come l’energia nucleare, aviazione, intelligenza artificiale e idrogeno verde. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, che si trovava a Pechino nella giornata di giovedì 27 marzo, ha sottolineato l’urgenza di risolvere la disputa commerciale sul cognac, colpito da dazi cinesi tra il 30,6% e il 39%.

Intanto ieri, parlando alla stampa, Emmanuel Macron ha espresso il desiderio che l”omologo cinese Xi Jinping “possa avere un ruolo assolutamente attivo” nel processo di pace in Ucraina, “tenuto conto del suo dialogo con la Russia, tenuto conto dell’iniziativa di pace che aveva preso in legame con il Brasile qualche mese fa”.

Pechino punta a inaugurare la prima centrale nucleare ibrida fusione-fissione al mondo entro il 2030

La Cina ha avviato l’iter per la costruzione di Xinghuo, la prima centrale nucleare al mondo basata su una tecnologia ibrida di fusione-fissione. L’impianto da 100 megawatt dovrebbe entrare in funzione entro la fine del decennio. Il reattore, che richiederà un investimento di circa 2,76 miliardi di dollari, verrà installato nella provincia sudorientale del Jiangxi, a Yaohu, dove già sorge il distretto high tech di Nanchang. L’opera è frutto di una collaborazione tra China Nuclear Industry 23 Construction Corporation e Lianovation Superconductor, una società specializzata in materiali superconduttori. Si tratta di un progetto ambizioso, che prevede di superare limiti mai raggiunti prima sul piano delle sperimentazioni per la fusione nucleare.

He Jiankui tenta il ritorno con una controversa ricerca genetica sull’Alzheimer

Lo scienziato cinese He Jiankui è salito nuovamente agli onori della cronaca per aver proposto un esperimento sulla prevenzione dell’Alzheimer tramite editing genetico. He, condannato a tre anni di carcere nel 2029 per la sua controversa sperimentazione dei bambini geneticamente modificati contro il virus HIV, ora spera di condurre esperimenti sugli animali negli Stati Uniti prima di passare alla sperimentazione umana, che potrebbe svolgersi in Sudafrica, dove le normative aggiornate del 2024 lasciano spazio a queste ricerche. Il suo nuovo studio si basa su una mutazione genetica islandese che protegge dall’Alzheimer. Tuttavia, esperti come Kari Stefansson, scopritore della mutazione, avvertono che una minima alterazione nel DNA potrebbe avere conseguenze ereditabili per generazioni. He non ha affiliazioni accademiche, non rivela chi lo finanzia e si muove in un contesto di crescente regolamentazione cinese sull’editing genetico. Nonostante le critiche, afferma di non dover chiedere scusa a nessuno, a meno che i bambini geneticamente modificati da lui creati sviluppino problemi di salute.

Hegseth nelle Filippine per combattere “le minacce dei comunisti cinesi”

“La deterrenza è necessaria in tutto il mondo, ma specificamente in questa regione, nel vostro paese, considerando le minacce dei comunisti cinesi”. Lo ha affermato oggi 28 marzo il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth dopo un incontro avuto a Manila con il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. a Manila. Hegseth, impegnato nel suo primo tour Asia-Pacifico che lo vedrà anche in Giappone, ha aggiunto che “gli amici devono stare fianco a fianco per scoraggiare il conflitto, per garantire che ci sia libera navigazione”. L’arcipelago filippino ha assunto un ruolo centrale nella strategia americana nella ragione, dove negli ultimi anni Pechino ha assunto un postura più assertiva, soprattutto nel mar Cinese meridionale e nello Stretto di Taiwan, entrambi crocevia dei commerci internazionali.

Cina, Giappone e Corea del Sud valutano accordo di libero scambio 

I ministri del Commercio di Corea del Sud, Ahn Duk-geun, Giappone Yoji Muto e Cina Wang Wentao si incontreranno a Seul questo fine settimana per discutere di cooperazione economica e di come fronteggiare le crescenti pressioni commerciali da parte degli Stati Uniti. L’incontro, il primo di questo tipo in cinque anni, servirà soprattutto a discutere un accordo di libero scambio tra Cina, Corea del Sud e Giappone. La questione era già emersa lo scorso maggio durante l’ultimo summit tra i massimi leader dei tre paesi, ma è tornata urgente con l’amministrazione Trump, i cui nuovi dazi stanno già avendo ripercussioni importanti. Le azioni delle case automobilistiche giapponesi e sudcoreane sono infatti calate dopo che il Presidente Trump ha annunciato l’imposizione di tariffe del 25% sulle importazioni di auto negli Stati Uniti, che dovrebbero entrare in vigore il 3 aprile. Subaru è scesa del 6,3%, Mazda del 5,8% e Toyota del 3,3%. Anche Hyundai e Kia in Corea del Sud sono scese. In Giappone, dove il settore automobilistico rappresenta oltre il 30% delle esportazioni verso gli USA, i dazi potrebbero causare un calo del PIL dello 0,1%

Myanmar, ripresa dell’export di terre rare in Cina e conferma delle elezioni 

Il gruppo ribelle che controlla lo stato Kachin, una delle aree del Myanmar con la più alta concentrazione di terre rare, ha annunciato la ripresa delle esportazioni dei minerali per la Cina dal 27 marzo. A ottobre, la presa di potere dell’Esercito Indipendentista Kachin (KIA) aveva causato  un forte calo delle importazioni cinesi, facendo salire i prezzi, che hanno tuttavia già iniziato a riabbassarsi dopo l’annuncio. Le terre rare birmane, che verranno tassate a 35.000 yuan per tonnellata, torneranno quindi a fluire verso la Cina, il più grande consumatore di terre rare al mondo.

Intanto il capo della giunta militare del Myanmar, il generale maggiore Min Aung Hlaing, ha confermato che le elezioni si terranno il prossimo dicembre, come annunciato a inizio marzo. Lo ha dichiarato nel suo discorso alla parata per la Giornata delle Forze Armate, tenutasi il 27 marzo nella capitale Naypyidaw. Secondo gli esperti, scrive AFP, a spingere per l’organizzazione delle elezioni sarebbero le fazioni dell’esercito in disaccordo con la gestione di Min Aung Hlaing, che in questi anni, oltre ad aver perso gran parte del controllo del paese a favore dei ribelli, ha allontanato dal governo diversi militari di alto rango per promuovere alcuni suoi fedelissimi. Min Aung Hlaing non è solo il leader della giunta, ma ricopre anche le cariche di capo dell’esercito e presidente del Myanmar: tecnicamente, andare a elezioni costringerà il generale a rinunciare a uno dei due ruoli.

Nella mattinata italiana (primo pomeriggio in Asia) un forte terremoto di magnitudo 7.7 ha inoltre colpito il centro del Myanmar, non troppo distante da Mandalay. Alla prima scossa ne è seguita un’altra da 6.4. Non ci sono ancora notizie precise su danni ed eventuali vittime, ma il terremoto è stato avvertito sia in Thailandia che in Cina, nello Yunnan e Shaanxi. Ci sarebbero almeno 3 morti per il crollo di un palazzo in costruzione a Bangkok, a oltre mille chilometri dall’epicentro, riporta il Nikkei.