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In Cina e Asia – Xi chiede calma e responsabilità davanti alle sfide nazionali e globali

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi: 

  • Xi chiede calma e responsabilità davanti alle sfide nazionali e globali
  • Cavo sottomarino danneggiato al largo di Taiwan: fermata nave con equipaggio cinese
  • Navi cinesi rientrano nella Zee dell’Australia
  • I produttori cinesi di auto elettriche aumentano i profitti 
  • Le aziende americane pronte a reinvestire in Cina
  • Corea del Sud: il tasso di fecondità aumenta per la prima volta in nove anni
  • Filippine, arrestati due cittadini cinesi per spionaggio: hanno rubato migliaia di dati sensibili
  • Indonesia, trovato un accordo con Apple per la vendita dell’iPhone16
  • Huawei migliora la produzione di chip AI, ma la domanda per Nvidia continua a crescere in Cina
  • Cina, aumentano gli ospedali in bancarotta

Xi Jinping ha invitato i funzionari a mantenere la calma davanti alle crescenti sfide nazionali e globali. Intervenendo durante un incontro con i membri del Politburo e del Consiglio di Stato, il leader cinese ha affermato che la Cina “deve migliorare le sue capacità politiche e rispondere con calma alle sfide causate dai cambiamenti nella situazione nazionale e internazionale”. Xi ha inoltre chiesto agli alti funzionari del partito di assumere nuove responsabilità e avviare nuove azioni per promuovere la modernizzazione cinese.

Cavo sottomarino danneggiato al largo di Taiwan: fermata nave con equipaggio cinese

La guardia costiera di Taiwan ha fermato un mercantile battente bandiera del Togo, con a bordo otto membri dell’equipaggio di nazionalità cinese, dopo che un cavo sottomarino è stato danneggiato tra le isole Penghu e Taiwan. La nave Hongtai, registrata in Togo, è stata scortata nel porto di Tainan e sequestrata; l’equipaggio è stato fermato in attesa delle indagini. Secondo la guardia costiera taiwanese, la nave, battente bandiera di comodo, beneficia di finanziamenti di Pechino. Rimane da accertare se si tratti di un atto deliberato o di un semplice incidente. “Non è escluso che si tratti di un’intrusione della Cina nella zona grigia”, ha dichiarato la guardia costiera, riferendosi ad azioni destabilizzanti che non costituiscono un atto di guerra.

Navi cinesi rientrano nella zee dell’Australia

Secondo il dipartimento della Difesa australiano, navi da guerra cinesi sono rientrate stamani nella zona economica esclusiva dell’Australia e si stanno dirigendo verso la Tasmania. Intervenendo al Senato lunedì, il capo dell’intelligence Andrew Shearer ha dichiarato di ritenere “che Pechino intenda normalizzare questo tipo di presenza, modellare le risposte di chi si trova nella regione e osservare e imparare dalle nostre reazioni”. Intanto ieri Pechino ha rilasciato alcuni dettagli riguardo la task force che ha condotto le esercitazioni marittime degli scorsi giorni, condannate anche dalla Nuova Zelanda. Coinvolte nelle operazioni sarebbero il cacciatorpediniere Zunyi di tipo 055, la fregata Hengyang di tipo 054A e la nave da rifornimento completo Weishanhu di tipo 903 h.

Le aziende americane pronte a reinvestire in Cina

Nonostante le tensioni geopolitiche, le aziende statunitensi si apprestano ad affrontare il mercato cinese con rinnovata fiducia. A sostenerlo è l’ultimo rapporto della Camera di commercio americana in Cina, secondo il quale le società intervistate tra ottobre e dicembre hanno raccolto 14,59 miliardi di dollari in utili da reinvestire in Cina nei prossimi tre-cinque anni.  La cifra attesta un aumento del 33,18% rispetto a quanto dichiarato durante la precedente indagine. In totale, il 57% delle aziende americane ha affermato di aver reinvestito in Cina lo scorso anno, più o meno quanto l’anno precedente. Nel frattempo, il 43% ha segnalato una crescita dei ricavi nel 2024, mentre il 38% ha registrato un calo.

I produttori cinesi di auto elettriche aumentano i profitti grazie a soluzioni alternative

Dopo anni di perdite, sempre più produttori cinesi di veicoli elettrici iniziano a generare profitti, seguendo l’esempio di BYD. Secondo quanto riporta Nikkei Asia, molte di queste aziende stanno trovando la via del guadagno grazie anche a soluzioni ibride, alternative ai veicoli completamente elettrici, che risultano più economiche a livello produttivo per quanto riguarda le batterie. Ad esempio, il gruppo Seres ha annunciato a gennaio una previsione di utile netto compreso tra 5,5 miliardi e 6 miliardi di yuan (circa 750-820 milioni di dollari) per il 2024. Si tratta del primo profitto in cinque anni, un’inversione di tendenza rispetto alla perdita di 2,4 miliardi di yuan registrata nel 2023.

Corea del Sud: il tasso di fecondità aumenta per la prima volta in nove anni

Il tasso di fecondità della Corea del Sud nel 2024 è aumentato per la prima volta in nove anni, grazie a un incremento dei matrimoni. Lo rivelano dati preliminari di Statistics Korea pubblicati mercoledì, secondo i quali il numero medio di bambini per donna in età riproduttiva si è attestato a 0,75 nel 2024. Nel 2023, il tasso di natalità era sceso per l’ottavo anno consecutivo a 0,72, il più basso al mondo. Dal 2018, la Corea del Sud è l’unico membro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) con un tasso inferiore a 1. Appena assunto il potere, il presidente Yoon Suk Yeol – ora sotto accusa – ha avviato un piano per far fronte a quella che ha definito una “crisi demografica nazionale”.

Filippine, arrestati due cittadini cinesi per spionaggio: hanno rubato migliaia di dati sensibili

Le autorità filippine hanno arrestato due cittadini cinesi accusati di spionaggio, nell’ambito di un’inchiesta che si inserisce in una serie di arresti legati a presunti casi di spionaggio. I due uomini avrebbero pagato tre complici filippini, circa 50 dollari al giorno, per essere scortati a Manila a bordo di veicoli che trasportavano un “IMSI catcher”, un dispositivo in grado di simulare una torre cellulare e intercettare comunicazioni in un raggio di 1-3 chilometri. Secondo il National Bureau of Investigation (NBI), i veicoli operavano vicino a obiettivi sensibili, come il palazzo presidenziale, l’ambasciata statunitense e diverse basi militari. Durante l’operazione, sarebbero stati raccolti migliaia di dati.

Indonesia, trovato un accordo con Apple per la vendita dell’iPhone16

Dopo mesi di intensi negoziati, Indonesia e Apple hanno trovato un’intesa che permetterà al colosso tecnologico statunitense di riprendere la commercializzazione dell’iPhone 16 nel paese. Secondo quanto riportato da Bloomberg, Apple ha accettato di impegnarsi in un investimento di un miliardo di dollari in Indonesia, una cifra che segna un notevole incremento rispetto alle precedenti offerte, ritenute insufficienti dal governo, pari a 10 e poi 100 milioni di dollari. La disputa era iniziata nell’ottobre scorso, quando il governo indonesiano aveva negato i permessi di vendita per il nuovo modello di iPhone, accusando Apple di non aver rispettato i requisiti di produzione locali. Questa posizione ferma aveva portato al blocco di un mercato che rappresentava una fonte importante di guadagni per l’azienda.

Huawei migliora la produzione di chip AI, ma la domanda per Nvidia continua a crescere in Cina

Huawei ha fatto un importante passo avanti nel miglioramento della produzione di chip avanzati per l’intelligenza artificiale. Stando a quanto scrive il Financial Times, l’azienda cinese è riuscita ad aumentare il “tasso di rendimento” – ovvero la percentuale di chip funzionanti prodotti sulla sua linea di assemblaggio – dei suoi ultimi chip AI a quasi il 40%, il doppio rispetto al 20% registrato circa un anno fa. Nonostante gli sforzi di Pechino per spingere le aziende tecnologiche locali ad adottare i chip AI di Huawei, riducendo la dipendenza dai fornitori stranieri, grandi nomi cinesi come Tencent, Alibaba e ByteDance hanno aumentato gli ordini per il chip AI H20 di Nvidia. Questo aumento della domanda, alimentato dalla necessità di modelli AI economici come DeepSeek, evidenzia la continua predominanza di Nvidia nel mercato cinese.

Cina, aumentano gli ospedali in bancarotta

Secondo i dati ufficiali, negli ultimi cinque anni più di 200 ospedali in Cina hanno dichiarato bancarotta, rispetto ai soli sette casi registrati nei cinque anni precedenti. Malgrado le chiusure abbiano interessato un piccola percentuale del totale delle stretture presenti nel paese, la tendenza preoccupa gli esperti. Dopo l’aumento delle spese durante la crisi pandemica, sia gli ospedali pubblici che privati hanno risentito del rallentamento della crescita economica. Con molti pazienti che hanno rimandato le cure non necessarie in un’ottica di risparmio e con la riduzione del sostegno finanziario da parte dei governi locali, molte strutture non sono riuscite a ripagare i prestiti contratti per espandersi. Sui costi pesa anche l’invecchiamento della popolazione, con sempre meno giovani che versano contributi al sistema assicurativo. Molti dipendenti di ospedali in tutto il paese denunciano mesi di stipendi arretrati. Le critiche interessano anche la qualità dei farmaci, messa al rischio dal sistema centralizzato creato da Pechino per l’acquisto di farmaci da prescrizione che ha promosso una forte concorrenza al ribasso tra le aziende. Come riporta il New York Times, inoltre, i pazienti si stanno rivolgendo ad alternative più economiche, come le storiche cliniche comunitarie.