I titoli di oggi:
- Xi atteso a Mosca per celebrare la vittoria sovietica sul nazismo
- Elezioni Singapore, riconfermato il partito al potere da sessant’anni
- Elezioni Australia, i laburisti daranno priorità allo scontro Usa-Cina
- Corea del Sud, ministro dell’Istruzione Lee Ju-ho nuovo presidente ad interim
- Sondaggio: i cinesi sono contrari alla “riunificazione” militare con Taiwan
- La CIA ha pubblicato due video per reclutare spie cinesi
Il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio. Lo hanno annunciato ieri il Cremlino e il ministero degli Esteri cinese, confermando la sua partecipazione alle celebrazioni del 9 maggio dell’80° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. Il portavoce del dicastero ha affermato che durante la visita di Stato a Mosca il leader cinese “intratterrà una comunicazione strategica con il presidente Putin sullo sviluppo delle relazioni Cina-Russia nel nuovo contesto e su una serie di importanti questioni internazionali e regionali”. Secondo quanto dichiarato lunedì dal Ministero della Difesa Nazionale cinese, la Guardia d’onore dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese parteciperà alla parata commemorativa.
Elezioni Singapore, riconfermato il partito al potere da sessant’anni
Come ampiamente previsto, alle elezioni che si sono tenute a Singapore il 3 maggio è stata riconfermata la vittoria del Partito d’Azione Popolare (PAP), al potere ininterrottamente dall’indipendenza del paese nel 1965, che si è aggiudicato 87 dei 97 seggi del parlamento unicamerale. Il primo ministro Lawrence Wong si trova ad affrontare un’era da lui definita più “arbitraria, protezionistica e pericolosa”, su cui pesano i dazi statunitensi. La crescente incertezza causata dallo scontro commercialie, secondo gli analisti, potrebbe aver aiutato il partito al governo a resistere alla campagna dell’opposizione: alle precedenti elezioni del 2020 il Partito dei Lavoratori (WP), cioè la forza di opposizione più credibile e con maggiore capillarità sul territorio, si era aggiudicato un numero record di seggi (10), confermati dal voto di sabato. In questa campagna elettorale il WP ha criticato il governo per non aver risposto adeguatamente all’aumento dei costi. Dopo le dimissioni record di molti membri della vecchia guarda nel 2024, quest’anno il PAP ha schierato molti volti nuovi.
“Mentre il WP puntava tutto sulle tasse ai ricchi e sul rafforzamento dello stato sociale, nell’ultimo anno il PAP si è spostato verso una forma prudente di populismo, aumentando la spesa pubblica per sussidi e altre forme di finanziamenti rivolte alle classi meno abbienti. Una scelta in contrasto con il passato più austero e attento soprattutto al mondo delle imprese e della finanza, che alla fine ha pagato”.
Di questo e altro abbiamo scritto nelle due schede dedicate alle elezioni in Australia e a Singapore della newsletter che ieri è arrivata nella mail dei nostri sottoscrittori. Scopri come riceverla andando qui o scrivendoci a redazione.chinafiles@gmail.com.
Elezioni Australia, i laburisti daranno priorità allo scontro Usa-Cina
L’Australia continuerà a essere governata dal Partito Laburista del primo ministro Anthony Albanese, confermato di fatto per un secondo mandato consecutivo alle elezioni del 3 maggio. Mentre si attendono ancora i risultati definitivi con la ripresa degli scrutini di oggi, al momento il Partito Labourista si è guadagnato 86 seggi su 150 della camera bassa (rispetto ai 77 con cui ha affrontato l’ultima legislatura). I conservatori (rappresentati dalla Coalition, l’alleanza tra Partito Liberale e Partito Nazionale) hanno eletto solo39 deputati. Per ora nessun rappresentante eletto per i Verdi.
Il 4 maggio Albanese ha dichiarato che guiderà un governo disciplinato, che, come affermato lo stesso giorno dal tesoriere Jim Chalmers, si focalizzerà sulle “ombre scure” delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Secondo gli osservatori, alla vittoria di Albanese sul candidato conservatore Peter Dutton ha contribuito il suo approccio dialogante: nei confronti dei dazi statunitensi sui prodotti australiani il premier ha risposto con fermezza pur aprendo il dialogo. La sua campagna elettorale, durante la quale non ha criticato mai apertamente Trump, è stata definita molto più disciplinata rispetto a quella di Dutton. Nelle settimane precedenti entrambi i partiti principali hanno promesso miliardi di dollari di aiuti per le famiglie per rispondere alle preoccupazioni sul crescente costo della vita e i prezzi troppo alti delle case, promosse fortemente criticate dagli economisti in quanto rischiano di aggravare ulteriormente il deficit di bilancio australiano senza offrire misure politiche reali. La sconfitta di Dutton sarebbe da imputarsi invece proprio alla sua volontà di mostrarci vicino a Trump, come dimostra l’utilizzo dello slogan “make Australia great again”. Ma secondo gli analisti lo scontro verbale tra Trump e Zelensky dello scorso febbraio e l’annuncio dei “dazi reciproci” ha contribuito alla perdita di consensi per Dutton.
Corea del Sud, ministro dell’Istruzione Lee Ju-ho nuovo presidente ad interim
Venerdì 2 maggio Lee Ju-ho, al secondo mandato come ministro dell’Istruzione, è stato nominato nuovo presidente ad interim della Corea del Sud. Specializzato in economia del mercato del lavoro, il 64enne Lee ha dichiarato che perseguirà la necessità di “ridurre al minimo l’incertezza economica in un momento di gravi condizioni economiche nazionali e internazionali“. Il suo incarico durerà un solo mese, fino alle elezioni presidenziali anticipate del 3 giugno.
Si tratta di un periodo turbolento per la politica sudcoreana: giovedì sono giunte le dimissioni di Han Duck-soo, già primo ministro durante l’amministrazione dell’ex presidente Yoo Suk-yeol e diventato presidente ad interim a dicembre, dopo la sospensione dei poteri di Yoon a seguito dell’approvazione da parte dell’Assemblea nazionale della mozione di impeachment. Han, che ha rassegnato le dimissioni in vista di un’attesa candidatura alle elezioni presidenziali anticipate del 3 giugno, è stato sostituito dal ministro delle Finanze Choi Sang-mok. Ma anche Choi ha rassegnato le dimissioni nello stesso giorno (aprendo la strada alla nomina di Lee Ju-ho), a seguito della mozione presentata dal Partito Democratico all’opposizione, che lo ha accusato di aver partecipato a un’insurrezione a sostegno del tentato colpo di stato di Yoon. La settimana precedente Choi ha partecipato a colloqui con il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent per ottenere un’esenzione sui dazi “reciproci”. Le due parti hanno affermato che i negoziati hanno avuto successo, sebbene vi siano state divergenze sui tempi per raggiungere un accordo. Il ministro delle Finanze ad interim è ora il vice Kim Beom-seok, che venerdì ha esortato il suo ministero a fare il possibile per “preservare la credibilità agli occhi degli investitori globali e ridurre al minimo lo shock dei dazi”.
Intanto le primarie del Partito del Potere Popolare (PPP), principale partito conservatore della Corea del Sud, sono state vinte con il 56,5% dei voti dall’ex ministro del Lavoro Kim Moon-soo: ex attivista sindacale poi passato al fronte conservatore, il 73enne è stato governatore della popolosa provincia di Gyeonggi. In caso di vittoria, Kim ha promesso politiche favorevoli alle imprese e una linea dura contro la Corea del Nord. La corsa lo vedrà competere contro Lee Jae-myung, candidato del Partito democratico: malgrado i sondaggi lo diano come favorito con quasi il 50% del sostegno pubblico, Lee deve affrontare una recente sentenza della Corte Suprema che ordinato un nuovo processo per le presunte violazioni della legge elettorale in una precedente corse elettorale, ribaltando un’assoluzione di un tribunale di grado inferiore.
La CIA ha pubblicato due video per reclutare spie cinesi
La CIA è impegnata in una campagna di reclutamento di spie straniere, come dimostrano due video pubblicati giovedì 1 maggio sul nuovo canale Telegram dell’agenzia e sugli altri canali social. Le clip danno voce alle ansie che potrebbero interessare un aspirante funzionario di basso rango del Partito comunista cinese, come venire sfruttato dai propri superiori, il futuro incerto o il rischio di purghe interne. Come indicato nei video, la CIA si rivolge ai lavoratori nel settore della difesa, della sicurezza nazionale, nella diplomazia, nella scienza e nella tecnologia avanzata, e termina con indicazioni su come poter contattare l’agenzia in maniera “sicura e anonima”. L’iniziativa segue attività simili dello scorso ottobre, dedicate ad agenti in Cina, Iran e Corea del Nord. Un funzionario della CIA ha detto a Reuters che gli agenti sono fiduciosi che il video superi i controlli sull’Internet cinese, ma che se non dovesse funzionare “non produrremo più video”.
Sondaggio: i cinesi sono contrari alla “riunificazione” militare con Taiwan
Secondo uno studio condotto dal Carter Center e dalla Emory University di Atlanta e pubblicato la scorsa settimana, il 55,1% dei circa 2200 cittadini della Repubblica popolare intervistati concorda con l’affermazione che la questione con Taiwan “non dovrebbe essere risolta con la forza in nessuna circostanza”. Il 24,5% si è mostrato in disaccordo. Dal sondaggio sono emerse posizioni più aggressive in merito alla Russia: per il 66,1% è nell’interesse nazionale della Cina sostenere le azioni russe in Ucraina. La maggior parte degli intervistati si è detto favorevole al mantenimento delle rivendicazioni della Cina contro l’India, anche a rischio di conflitto, mentre parte dei partecipanti ritiene che Filippine e Vietnam debbano rispettare le rivendicazioni di sovranità della Cina nel Mar cinese meridionale. Ma, come suggeriscono gli analisti, le posizioni emerse vanno interpretate con cautela, considerato il clima politico nel paese che non favorisce la libera espressione delle opinioni contrarie alla linea ufficiale. In un sondaggio del 2020, infatti, più della metà dei partecipanti era favorevole a una guerra per la “riunificazione” con Taiwan, secondo il linguaggio utilizzato da Pechino.