I titoli di oggi:
- Virus HMPV in Cina, non c’è rischio pandemia
- Taiwan, nave cinese sospettata di sabotaggio si rende non tracciabile
- Terremoto Tibet: 400 persone tratte in salvo, oltre 120 i morti
- Taipei, governo contrario ai documenti rilasciati da Pechino ai taiwanesi
- Pechino punta su mercato unico e imprese locali: priorità alla domanda interna
- Cina, il Guangzhou FC (ex Evergrande) cacciato dalla lega calcistica nazionale
- Cybersecurity, hacker cinesi dietro attacchi a istituzioni taiwanesi e filippine
- Giappone, la “città del futuro” di Toyota pronta per l’autunno 2025
Virus HMPV in Cina, non c’è rischio pandemia
Le immagini degli ospedali cinesi affollati da pazienti affetti dal virus influenzale HMPV (metapneumovirus umano) ha fatto tornare le preoccupazioni su una nuova ondata di virus nella Repubblica popolare. Secondo quanto riferito da Pechino, il paese sta affrontando un picco di casi stagionali di un virus simile all’influenza. L’HMPV, che come l’influenza porta a congestione nasale, tosse e febbre, porterebbe a complicazioni più severe nei pazienti più fragili ma gli esperti affermano che non esistono possibilità di una nuova pandemia. L’HMPV non è d’altronde come il Covid-19, in quanto esiste da diversi decenni e esiste un livello di immunità nella popolazione globale dalle infezioni passate.
Pechino punta su mercato unico e imprese locali: priorità alla domanda interna
La Cina si concentra sempre di più sul mercato interno, anche in vista della seconda amministrazione Trump, che minaccia di rallentare l’export cinese aumentando i dazi. Nell’ottica di stimolare la domanda interna, quindi, martedì la National Development and Reform Commission (NDRC) ha sollecitato le autorità locali a lavorare per la piena attuazione di un mercato unico nazionale, rimuovendo ostacoli all’integrazione economica come la concorrenza sleale, il protezionismo locale, e i surplus produttivi. Nello stesso giorno, sia la NDRC che il vice-Ministro della Giustizia Hu Weilie hanno mandato un forte segnale di supporto alle imprese cinesi, esortando le autorità locali a non intralciare le attività delle aziende private con ispezioni e sanzioni eccessive o arbitrarie.
Taiwan, nave cinese sospettata di sabotaggio si rende non tracciabile
Taiwan ha perso le tracce di una nave cargo cinese sotto indagine per aver danneggiato dei cavi sottomarini di telecomunicazioni che collegano Taiwan e gli Stati Uniti. Il 3 gennaio, la Shunxing39 avrebbe urtato i cavi con la sua ancora, costringendo Taiwan Chunghwa Telecom a dirottare temporaneamente il suo servizio internet. La nave, battente bandiera camerunense ma riconducibile alla compagnia cinese Jie Yang Trading, era stata inizialmente richiamata in porto a Taiwan per accertamenti, per poi essere lasciata andare a causa del maltempo. Poco dopo aver ripreso la sua rotta per la Corea del Sud, tuttavia, avrebbe spento il transponder, sparendo dai radar. Questo complica le indagini di Taipei, che sospetta che l’incidente sia in realtà stato un atto di sabotaggio volto a intimidirla esponendo la vulnerabilità dei suoi sistemi di telecomunicazione. C’è peraltro un precedente del febbraio 2023, quando furono recisi due cavi nei pressi delle isole Matsu. Le autorità taiwanesi hanno chiesto il supporto della Corea del Sud, dove era diretta l’imbarcazione sospettata.
Terremoto Tibet: 400 persone tratte in salvo, oltre 120 i morti
Oltre 400 persone sono state salvate dopo essere rimaste intrappolate nel terremoto di magnitudo 6,8 che il 7 gennaio ha colpito la regione autonoma del Tibet. Un numero imprecisato di residenti è ancora imprigionato sotto le macerie, mentre i morti sono almeno 120. Secondo quanto rivelato dalle autorità cinesi, a causa del sisma, 3.609 case sono state distrutte nella regione di Shigatse, dove vivono 800.000 persone. Più di 1.800 soccorritori e 1.600 soldati sono giunti sul posto per prestare aiuto alla popolazione locale, messa a dura prova dalla temperatura che in inverno raggiunge -18° C. Oltre 30.000 persone colpite dal terremoto sono state trasferite al sicuro.
Taipei, il governo è preoccupato: troppi taiwanesi con documenti rilasciati da Pechino
Il governo taiwanese è allarmato dal numero crescente di taiwanesi che acquisiscono documenti ufficiali cinesi, scrive il Financial Times. Il dibattito è scaturito da un documentario pubblicato su Youtube a fine dicembre, nel quale si specula che 200.000 taiwanesi abbiano anche la carta d’identità cinese. Il governo ha preso la questione molto seriamente, mettendo in guardia i suoi cittadini dai presunti secondi fini della recente spinta di Pechino per rilasciare loro i “Tre Documenti” (carta di residenza, conto bancario, numero di telefono), che sono comunque qualcosa di diverso dalle non confermate indiscrezioni sulle carte d’identità. Per Taipei, la diffusione di documenti ufficiali cinesi tra i taiwanesi mina l’autorità del suo governo. Pechino, invece, sostiene che l’iniziativa abbia il fine pratico di offrire ai taiwanesi sul continente parità di servizi con i locali.
Cina, il Guangzhou FC (ex Evergrande) cacciato dalla lega calcistica nazionale
Dopo la gravissima crisi immobiliare culminata nel 2021 con il default, l’ex colosso immobiliare cinese Evergrande inizia il 2025 vedendo la fine dei suoi piani sportivi: il Guangzhou FC, la squadra che ha rappresentato al meglio le ambizioni calcistiche cinesi dello scorso decennio, non giocherà più nella seconda serie del calcio cinese, dove era stata già relegata negli scorsi anni in seguito al collasso finanziario del suo (ex) proprietario. La Chinese Football Association ha stabilito che la squadra cantonese, otto volte campione di Cina tra il 2011 al 2019, non ha i requisiti finanziari per partecipare al campionato nazionale. La parabola negativa della società rispecchia quella di Evergrande, in bancarotta e messa in liquidazione: in tre anni, il Guangzhou FC è passato dal progettare il suo (mai completato) stadio da 1.6 miliardi di dollari, ad essere rifiutato dalla lega calcistica nazionale.
Cybersecurity, hacker cinesi dietro attacchi a istituzioni taiwanesi e filippine
I sistemi informatici dell’amministrazione taiwanese hanno subito una media di 2,4 milioni di cyberattacchi al giorno in arrivo dalla Repubblica popolare. Lo riferisce un report pubblicato domenica 5 gennaio, che individua nelle infiltrazioni hacker cinesi un tentativo di accedere ai dati sensibili dei dipendenti pubblici taiwanesi, analogamente a quanto sarebbe accaduto negli Stati Uniti.
Lo stesso problema ha colpito il governo delle Filippine, come segnala un’analisi pubblicata da Bloomberg in concomitanza con la denuncia di Taipei. Anche i sistemi informatici dei dipartimenti governativi filippini avrebbero subito “attacchi persistenti” nel corso degli ultimi anni, con il tentativo di ottenere documenti riservati e altri dati strategici, per esempio relativi alle operazioni militari nel mar Cinese meridionale. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha replicato che la Cina “si oppone costantemente a tutte le forme di hacking” e rigetta tali “speculazioni infondate a scopi politici”.
Giappone, la “città del futuro” di Toyota pronta per l’autunno 2025
Woven city, ai piedi del monte Fuji, sarà pronta ad accogliere i suoi primi 100 abitanti entro l’autunno di quest’anno. Lo ha annunciato la nota azienda giapponese Toyota, che sta lavorando a un progetto di smart city come punto di partenza per i propri test su guida autonoma. Questa sorta di “laboratorio a cielo aperto” punta ad accogliere fino a 2000 residenti, e promette di diventare una “vetrina nel modo reale per l’intelligenza artificiale” tanto nel campo dell’automotive quanto alle applicazioni domestiche e la robotica avanzata.