I titoli della rassegna di oggi:
– Critica il presidente Xi: magnate censurato sui social network cinesi
– I librai «scomparsi» di Hong Kong ritorneranno, forse, a casa
– Più «juche» contro le sanzioni: la risposta di Pyongyang all’Onu
– Il «ladro di propaganda» statunitense confessa a Pyongyang
– Impiccagione di stato per Qadri rilancia il tema dell’abolizione della «blasfemia»Critica il presidente Xi: magnate censurato sui social network cinesi
Il magnate dell’immobiliare Ren Zhiqiang (nella foto in alto) aveva osato criticare la passerella del presidente cinese Xi Jinping sulla stampa di Stato e il sempre maggiore controllo sull’informazione. Per questo il suo account di microblogging, che può contare su 38 milioni di follower, è stato censurato. Ren è accusato di aver diffuso «messaggi sbagliati», contrari alla linea che si vuole imporre.
I librai «scomparsi» di Hong Kong ritorneranno, forse, a casa
Dopo settimane di prigionia in Cina, tre dei cinque librai di Hong Kong scomparsi da tempo potrebbero tornare a casa nel giro di giorni. Lo scrive la stampa ufficiale cinese, che ha anche confermato il fermo dei tre accusati di aver pubblicato materiale non autorizzato. I librai scomparsi, assieme ad altri due colleghi, gravitavano nel circolo delle pubblicazioni anti-cinesi, in particolare di inchieste scandalistiche sui leader di Pechino. Il caso ha aperto il dibattito sui limiti della sempre più risicata autonomia di Hong Kong nei confronti della Cina continentale.
Più «juche» contro le sanzioni: la risposta di Pyongyang all’Onu
La risposta nordcoreana al nuovo pacchetto di sanzioni in arrivo dalle Nazioni Unite è un’esortazione a una maggiore autosufficienza. L’ideologia del «juche», fumoso concetto su cui si è voluto modellare il regime, fa già presa su tale concetto. Ora che le nuove sanzioni comportano l’ispezione di tutte le navi battenti bandiera del Nord, per evitare l’importazione e l’export di prodotti proibiti, il regime chiede di rafforzare la capacità di fare da soli e i sistemi di difesa.
Il «ladro di propaganda» statunitense confessa a Pyongyang
Lo studente statunitense arrestato a gennaio dai nordcoreani e accusato di «gravi crimini contro lo Stato» ha confessato di aver tentato di rubare slogan di propaganda. Lo schema si ripete. Come altri detenuti stranieri prima di lui, anche Otto Warmbier è stato costretto ad ammettere i propri «crimini» contro il regime, probabilmente sotto pressione delle autorità. Il materiale di propaganda sarebbe stato una sorta di trofeo, da riportare a una chiesa statunitense che, secondo la confessione, gli avrebbe offerto 10mila dollari come ricompensa. Con Warmbier sono tre i cittadini stranieri in mano ai nordcoreani, usati come strumento di pressione e negoziato con l’estero.
Impiccagione di stato per Qadri rilancia il tema dell’abolizione della «blasfemia»
L’esecuzione di Mumtaz Qadri è stata eseguita all’alba. L’uomo accusato dell’omicidio del governatore del Punjab nel 2011 Salman Taseer è stato impiccato e il caso ha riaperto il vaso di pandora della controversa legge sulla blasfermia pakistana. Taseer era infatti un sostenitore di una revisione della legge e Qadri, sua guardia del corpo, lo uccise proprio per questa ragione. Come ai tempi dell’omicidio, anche immediatamente dopo l’esecuzione, si sono radunate manifestazioni a sostegno di Qadri.