In Cina e Asia — Vertice a tre Cina, Giappone, Corea del Sud

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La nostra rassegna asiatica quotidiana


Vertice trilaterale Cina-Giappone-Corea del Sud

La prossima settimana si terrà a Tokyo un vertice trilaterale tra Pechino, Tokyo e Seul. Il summit che coinvolgerà il prossimo 9 maggio il primo ministro nipponico Shinzo Abe, il suo omologo cinese Li Keqiang e il presidente sudcoreano Moon Jae-in si concentrerà sulla situazione in Corea del Nord. La scorsa settimana, nel corso di un vertice storico tra le due Coree, Moon e il leader nordcoreano Kim Jong-un hanno trovato un accordo su una serie di misure tese alla riconciliazione tra i rispettivi paesi e alla denuclearizzazione della penisola. Nel giro di alcune settimane è previsto anche un incontro tra Kim e il presidente Usa Donald Trump. Dal 2008 il trilaterale si tiene su base quasi regolare: le tre potenze asiatiche sono strettamente legate da scambi economici ma divise su questioni storiche legate al passato coloniale giapponese. Potrebbero inoltre nascere divisioni sulla Corea del Nord: la Cina è l’unico alleato del “Regno eremita”.

Seul vuole che i militari Usa restino, anche in caso di pace con Pyongyang

La Corea del Sud vuole che i soldati Usa restino nel paese, che ci sia o meno un accordo duraturo di pace con la Corea del Nord. Questo almeno è quanto dichiarato dal governo di Seul pochi giorni dopo lo storico incontro tra il presidente Moon Jae-in e Kim Jong-un a Panmunjom, un villaggio frontaliero sul 38esimo parallelo. La questione della permanenza in territorio sudcoreano dei militari americani, infatti, riguarda l’alleanza tra Seul e Washington e questa è destinata a non essere influenzata dagli accordi di pace con il vicino nordcoreano. Inoltre le truppe Usa offrirebbero mediazione in caso di conflitto tra le principali potenze regionali, ovvero Cina e Giappone. La cosa potrebbe naturalmente irritare Pyongyang che in passato ha chiesto il ritiro delle truppe Usa dalla penisola. Sono oltre 28mila i soldati americani qui di stanza.

Tensioni con la Cina, India e Giappone aumentano la spesa militare

Le dispute con Pechino su terra e su mare hanno spinto alcuni paesi della regione indo-pacifica ad aumentare la propria spesa militare. Delhi ha aumentato del 5,5 per cento il proprio budget per la Difesa, piazzandosi al quinto posto nel mondo e superando, secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma, la Francia con circa 64 miliardi di dollari. Le prime quattro posizioni di questa speciale classifica vedono Usa, Cina, Arabia Saudita e Russia. L’India punta infatti a modernizzare nei prossimi anni il proprio esercito a fronte delle tensioni frontaliere con Cina e Pakistan. Assistenza in quest’opera potrebbe arrivare proprio da Tokyo, che a causa della percezione di minacce provenienti da Cina e Corea del Nord, ha aumentato la propria previsione di spesa militare per il sesto anno consecutivo.

Celebrata da “poco di buono”, Peppa Pig censurata da un sito di streaming cinese

Il sito di condivisione e streaming video Douyin ha cancellato oltre 30mila clip del famoso personaggio a cartoon, oltre a migliaia di commenti contenenti l’hashtag #PeppaPig. La censura non sembra motivata politicamente. Il problema starebbe piuttosto nell’appeal che il maialino ha nel mondo delle sottoculture cinesi: tatuaggi, merchandise e parodie (anche versioni pornografiche) della serie animata per bambini sono diventate “virali” attirando così l’attenzione dei censori. Le persone che hanno uploadato questi video sono solitamente “poco istruiti e senza un lavoro fisso” — scrive il quotidiano Global Times — addirittura “l’antitesi delle nuove generazioni che il partito comunista cerca di educare”.