In Cina e Asia – Una nuova strategia Usa sulla Cina

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

La rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katherine Tai ed il vicepremier cinese Liu He hanno avuto una prima conversazione telefonica giovedì mattina, in cui hanno discusso sui principi guida della politica commerciale dell’amministrazione Biden-Harris, così come sulla revisione delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. L’amministrazione statunitense sta rivedendo la sua posizione nei confronti della Cina senza apportare modifiche sostanziali alle politiche ereditate dall’ex presidente Donald Trump. Il massimo funzionario della Casa Bianca per l’Asia ha dichiarato infatti questa settimana che gli Stati Uniti stanno entrando in un periodo di intensa competizione con la Cina. La chiamata tra Liu e Tai ha fatto seguito a una discussione telefonica tra i funzionari incaricati di portare avanti i negoziati commerciali che ha avuto luogo martedì sera, ora di Washington. Durante la chiamata, i cinesi hanno sottolineato l’importanza dell’eliminazione delle tariffe come precondizione per riportare in carreggiata le relazioni con gli USA. L’amministrazione Biden finora ha lasciato in vigore i dazi imposti da Trump: Tai si è impegnata a costruire potenziali discussioni con la Cina, ribadendo però la continuità della politica degli Stati Uniti sulla base dell’accordo firmato a gennaio 2020. Nonostante le tariffe, il commercio tra USA e Cina rimane florido: l’export cinesi hanno raggiunto un valore di 600 miliardi e Tai ha già affermato che si aspetta che la Cina mantenga gli impegni assunti nell’accordo commerciale raggiunto sotto l’amministrazione Trump. Secondo Kurt Campbell, coordinatore degli Stati Uniti per gli affari indo-pacifici del Consiglio di sicurezza nazionale, il nuovo periodo delle relazioni sino americane è da definirsi come “un impegno giunto al termine”: gli USA opereranno nei confronti della Cina sulla base di nuovi parametri strategici, attraverso il paradigma della concorrenza. Xi è stato additato come la causa del ripensamento strategico americano: il leader cinese, sin dalla sua salita al potere nel 2012,  ha infatti smantellato quasi completamente la maggior parte dei meccanismi di leadership collettiva, elaborando un metodo di governo estremamente personalizzato. Proprio per questo saranno gli alleati ad essere l’oggetto centrale degli sforzi degli Stati Uniti per respingere la Cina. Gli Stati Uniti hanno già cercato di rafforzare l’importanza del proprio lavoro all’interno del cosiddetto Quad, che comprende India, Giappone e Australia e, simbolicamente, i primi incontri tra Biden alla Casa Bianca e i capi di stato stranieri sono stati con il giapponese Yoshihide Suga e il sudcoreano Moon Jae-in. [fonte Bloomberg, Bloomberg]

La Cina punta sul Montenegro per ravvivare la sua presenza nei Balcani

Il presidente Xi Jinping ha chiesto alla Cina e al Montenegro di collaborare per sostenere la piattaforma di cooperazione “17 + 1”, il gruppo che comprende Cina e paesi dell’Europa centrale e orientale. La richiesta, formulata da Xi in una conversazione telefonica con il presidente del Montenegro Milo Djukanovic, prevede una cooperazione tra Cina e Montenegro nella quale quest’ultimo dovrebbe svolgere un ruolo attivo come paese guida del meccanismo di cooperazione per la protezione ambientale tra Cina e paesi dell’Europa centrale e orientale. La Cina, secondo quanto affermato da Xi, si impegnerà inoltre a supportare il Montenegro nella lotta al Covid-19 nonché ad alleggerire il debito contratto dal paese balcanico per la costruzione della famigerata autostrada che, se ultimata, dovrebbe collegare il porto di Bar, nel sud, con il confine con la Serbia a nord. Il governo montenegrino deve  alla Cina quasi 1 miliardo di dollari, ma a quanto pare Pechino sarebbe disposto a posticipare la scadenza per il rimborso dei primi 33 milioni di euro, inizialmente prevista per luglio.  La chiamata è avvenuta in seguito all’abbandono della piattaforma 17+1 da parte della Lituania. Il raggruppamento 17+1 – parte della Belt and Road Initiative cinese- è da tempo causa di preoccupazione per Bruxelles poiché funzionari e diplomatici hanno accusato Pechino di utilizzarla per implementare una strategia “divide et impera” per mettere in pericolo l’unità del blocco UE e permettere alla Cina di raggiungere i paesi ricchi dell’UE attraverso gli investimenti.  Istituito nel 2012, il blocco è ora composto da 12 membri dell’UE e cinque membri non UE. Il Montenegro non è un membro dell’UE, ma lo stato balcanico ha avviato colloqui di adesione con il blocco europeo dal 2012 con una probabile adesione entro il 2025. La telefonata di Xi-Djukanovic arriva in un momento in cui le relazioni della Cina con l’Ue si sono deteriorate per le questioni relative ai diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong, che hanno portato il Parlamento europeo a congelare la discussione sul cruciale accordo bilaterale di investimento. [fonte SCMP, Euractiv]

Cittadino americano ricercato dalla Cina liberato a Dubai

Wang Jingyu, residente permanente degli Stati Uniti ricercato dalla Cina è stato liberato giovedì dal governo di Dubai e ha potuto prendere un volo per la Turchia dopo aver trascorso settimane in detenzione. Pechino aveva cercato Wang Jingyu per i suoi commenti online in cui criticava uno scontro mortale tra le forze cinesi e indiane avvenuto l’anno scorso sulle montagne Karakoram, teatro di una annosa disputa territoriale tra Cina ed India. Wang, studente di 19 anni, aveva domandato pubblicamente sui social media perché il governo cinese avesse aspettato sei mesi per rilasciare le informazioni sullo scontro, innescando una campagna di molestie che lo ha visto fuggire a Istanbul, dicono gli attivisti. Il giovane sarebbe poi stato arrestato da agenti di polizia in borghese mentre scendeva da un volo Emirates ad aprile all’aeroporto internazionale di Dubai, mentre si trasferiva su un volo per New York. Il caso di Wang è stato messo sotto i riflettori proprio mentre gli Emirati Arabi Uniti, a lungo un partner della difesa degli Stati Uniti nel Medio Oriente, si sono avvicinati alla Cina, partner commerciale ed alleato negli sforzi per combattere la pandemia di coronavirus. La dipendenza degli Emirati Arabi Uniti dai vaccini cinesi ha suscitato inquietudine negli Stati uniti. Diplomatici e funzionari della sicurezza statunitensi hanno per esempio avvertito privatamente lo stato del Nevada di non utilizzare kit per il test del coronavirus di fabbricazione cinese donati dagli Emirati Arabi Uniti per le preoccupazioni sulla privacy dei pazienti, l’accuratezza dei test e il coinvolgimento del governo cinese. Preoccupazioni sul riavvicinamento tra Cina ed Emirati Arabi Uniti sorgono anche sul fronte della difesa: il Wall Street Journal di questa settimana, citando funzionari anonimi degli Stati Uniti, ha riferito che le agenzie di spionaggio americane hanno recentemente visto due aerei appartenenti all’Esercito popolare di liberazione cinese atterrare in un aeroporto degli Emirati e scaricare casse di materiale non identificato, facendo sorgere supposizioni sul possibile intensificarsi della relazione militare tra i due paesi. [fonte AP]

Da Giappone e UE un appello per la pace nello stretto di Taiwan

In una videoconferenza tenutasi ieri, il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ed il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, assieme il capo del Consiglio dell’UE Charles hanno rilasciato una dichiarazione in cui hanno menzionato l’importanza della pace e della stabilità nello stretto di Taiwan, sottolineando altresì una seria preoccupazione per l’assertività della Cina negli affari regionali. “Sottolineiamo l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan e incoraggiamo la risoluzione pacifica delle questioni attraverso lo Stretto”: con queste parole i leader hanno citato per la prima volta la questione taiwanese, seguendo una formulazione già proposta in una dichiarazione congiunta rilasciata dopo che Suga ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il mese scorso. L’incontro si è tenuto in un contesto in cui diversi paesi europei cercano un maggiore coinvolgimento nella sicurezza della regione Asia-Pacifico, una chiave per la crescita economica globale. Le truppe francesi hanno preso parte a un’esercitazione con il Giappone e gli Stati Uniti sul suolo giapponese per la prima volta all’inizio di questo mese, mentre la Germania dovrebbe schierare una fregata in Asia nel corso dell’anno. [fonte Bloomberg]

Ha collaborato Alessandra Colarizi