In Cina e Asia – Ue: Pechino indaghi sulla tortura

In Notizie Brevi by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

-Cina: L’Ue chiede indagini sull’impiego della tortura contro i dissidenti
-Nell’anno del gallo, alti e bassi del prezzo del pollo
-I cinesi ricominciano a spendere in beni di lusso
-Filippine: smantellate le unità antidroga, ma la guerra va avanti
-Myanmar: ucciso avvocato musulmano dell’Nld
-La Thailandia valuta prigioni per LGBT

Cina: L’Ue chiede indagini sull’impiego della tortura contro i dissidenti

L’Ue chiede investigazioni sull’utilizzo della tortura contro l’avvocato per la difesa dei diritti umani Xie Yang, ancora in stato di detenzione. Alcuni giorni fa, il team legale dell’attivista aveva rilasciato un dettagliato resoconto sulle pratiche violente a cui era stato sottoposto il suo assistito, in carcere da oltre 18 mesi, ovvero da quando il governo cinese ha lanciato un massiccio giro di vite contro avvocati e dissidenti. Dei circa 250 arrestati allora almeno 4 sono ancora nelle mani delle autorità, di cui altri due (Li Heping e Wang Quanzhang) sottoposti a coercizione fisica e psicologica, secondo rapporti indipendenti. Mentre l’Ue ha salutato con favore il recente rilascio di Xie Yanyi e Li Chunfu, le preoccupanti condizioni mentali del secondo non fanno che accrescere i sospetti dell’utilizzo della tortura nelle prigioni cinesi, nonostante il reiterato impegno di Pechino a combattere la pratica.

 

Nell’anno del gallo, alti e bassi del prezzo del pollo

Inaspettatamente, il prezzo della carne di pollo è sceso proprio mentre la Cina inaugura il nuovo anno lunare, nel segno del gallo, quando cioè ci si aspettano abbondanti mangiate del pennuto. Se questo è un bel risparmio per i consumatori cinesi a breve termine, si prevede che il Paese vivrà nei prossimi mesi la peggiore scarsità di pollo degli ultimi decenni e che quindi i prezzi saliranno di parecchio. Gli analisti dicono che il calo momentaneo è dovuto alla svendita massiccia della carne avvenuta nelle ultime settimane da parte di rivenditori che si preparavano ad andare in vacanza, mentre in futuro peserà il blocco delle importazioni di polli vivi da Usa e Francia, i maggiori fornitori della Cina, decise nel 2015 a causa di focolai di influenza aviaria scoppiati in quei Paesi. Il pollo, con il maiale, è un elemento base in tutta la Cina.

I cinesi ricominciano a spendere in beni di lusso

 

L’anno del Gallo si preannuncia positivo per il settore del lusso, dopo il crollo del 4% registrato nel 2016. L’ultimo trimestre dello scorso anno ha visto l’economia cinese espandersi del 6,8% contro il 6,7% dei mesi precedenti, al contempo le vendite al dettaglio sono cresciute del 10,9% a dicembre, il miglior risultato in 12 mesi. A riportare un andamento ascendente sono un po’ tutti i settori (dagli orologi svizzeri, ai SUV della Porsche, passando per i gioielli di Tiffany), tanto che Bloomberg parla di «un rimbalzo in tutte le categorie del lusso». Mentre la campagna anticorruzione è formalmente ancora in corso, i suoi effetti cominciano parzialmente ad attenuarsi, e le festività per il Capodanno cinese fanno il resto, con milioni di cinesi intenti a viaggiare in patria e all’estero.

Filippine: smantellate le unità antidroga, ma la guerra va avanti

Smantelleremo tutte le unità di vigilantes antidroga, ma la guerra andrà avanti. Queste le parole del presidente filippino Rodrigo Duterte, «imbarazzato» dalla scomparsa e uccisione di un uomo d’affari sudcoreano scambiato per un narcotrafficante da una delle unità volontarie antidroga che negli ultimi mesi hanno sostenuto la cosiddetta «guerra» del presidente filippino, durante la quale sono morte 7mila persone, soprattutto tossicodipendenti. E ora Duterte ordina ai responsabili di consegnarsi e lo smantellamento delle squadre volontarie, ma ricorda che la campagna andrà avanti per tutti i 6 anni della sua presidenza.

Myanmar: ucciso avvocato musulmano dell’Nld

L’omicidio dell’avvocato Ko Ni è un «atto terroristico contro la Lega nazionale per la democrazia». In un comunicato rilasciato lunedì il partito di governo ha condannato duramente l’episodio, definendo la perdita «insostituibile». Ko Ni, birmano musulmano fautore della tolleranza e del pluralismo religioso, è stato ucciso domenica con un colpo di pistola alla testa mentre si trovava all’aeroporto di Yangon. Il colpevole, arrestato sulla scena del delitto, non ha ancora chiarito le motivazioni del gesto. Ma si sospetta che possa aver inciso l’attivismo del politico e membro dell’Nld, appena di ritorno dall’Indonesia dove si sono tenuti colloqui sulle frizioni tra buddhisti e mussulmani nello stato Rakhine. L’episodio è stato condannato anche da Amnesty e Crisis Group.

La Thailandia valuta prigioni per LGBT

La Thailandia sta pensando ad una prigione per la comunità LGBT, la prima al mondo di questo tipo. Nel paese asiatico i detenuti LGBT vengono già separati dagli altri per evitare violenze, secondo una politica in vigore a livello nazionale dal 1993. Sono 300mila i detenuti in tutta la Thailandia, di cui 6000 registrati come minoranze sessuali. Secondo gli esperti, il trattamento di questo tipo di detenuti necessita alcune accortezze, come la possibilità di proseguire la terapia ormonale per i transgender. Tuttavia c’è chi teme che l’istituzione di una struttura apposita comporti un’eccessiva segregazione e discriminazione dei non-eterosessuali. La natura controversa della questione ha portato alla bocciatura di un’iniziativa simile in Italia nel 2010, mentre in Turchia l’idea di una «pink prision» è ancora motivo di animato dibattito.