Dopo ben dieci anni di trattative, Cina e Australia hanno firmato un trattato di libero scambio. Pechino aumenta la pressione sulle ong locali. La Cina concluderà a breve alcuni dei lavori di bonifica in corso sulle isole Spratly, nel contestato Mar Cinese Meridionale. Più patriottismo nelle università giapponesi. Denuncia per Kim Jong Un. CINA – AUSTRALIA: Trattato di libero scambio
Dopo ben dieci anni di trattative, Cina e Australia hanno firmato un trattato di libero scambio destinato a cambiare le carte in tavola nell’Asia Pacifico. Era un matrimonio nell’aria, dato che tra il 2009 e il 2013 ogni famiglia australiana ha visto quintuplicare il proprio guadagno dal commercio con la Cina. Va ricordato che Canberra ha da poco firmato accordi analoghi con Giappone e Corea del Sud.
I liberoscambisti celebrano il nuovo trattato sino-australiano, sottolineando che saranno soprattutto le piccole imprese e la gente comune a beneficiarne. In Australia si punta soprattutto all’export agroalimentare e al turismo, per emanciparsi un po’ dalle esportazioni minerarie, voce finora preponderante nei rapporti con la Cina. L’accordo arriva al momento opportuno, proprio mentre l’economia cinese si sta spostando verso una crescita più trainata dai consumi interni. Ma esiste anche un piano politico, perché in un’Asia-Pacifico sempre più interlacciata economicamente si riducono le occasioni di conflitto. È questa la diplomazia di Pechino, così legata al fatto economico.
CINA – Si estende il controllo sulle Ong straniere
Oltre a limitare l’agibilità delle Ong straniere attraverso un nuovo disegno di legge in discussione in questi giorni, la Cina aumenta la pressione su quelle autoctone. l’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista ha appena emanato un nuovo regolamento che impone a tutte le Ong nazionali – oltre 500mila registrate e circa un milione e mezzo “informali” – di creare “gruppi di Partito”. È troppo presto per capire che cosa questo possa significare, ma sembra chiaramente un prolungamento del controllo del PCC.
MAR CINESE MERIDIONALE – Lavori quasi finiti
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La Cina concluderà a breve alcuni dei lavori di bonifica in corso sulle isole Spratly, nel contestato Mar Cinese Meridionale. Lo comunica il ministero degli Esteri di Pechino, annunciando l’inaugurazione di nuovi avamposti marittimi. Gli Stati Uniti, che avevano in precedenza chiesto alla Cina di interrompere i lavori, fanno sapere di aver “notato” l’annuncio ed esprimono preoccupazione. Il ministero degli Esteri cinese non specifica quali dei sette atolli in fase di bonifica saranno ultimati a breve, ma ribadisce che le nuove installazioni aiuteranno la ricerca scientifica, collaboreranno a eventuali operazioni di soccorso marittimo, si occuperanno di tutela ambientale, offriranno assistenza alla navigazione e avranno scopi militari non meglio specificati.
Il comunicato specifica che le nuove attività cinesi non pregiudicheranno la libertà di navigazione e di sorvolo nel Mar Cinese Meridionale.
CINA – Cantate per il popolo!
Dopo artisti, architetti e accademici, ora tocca ai musicisti. Liu Qibao, capo del reparto propaganda del Comitato centrale del Partito comunista, ha chiesto ai musicisti della nazione di “scrivere per il popolo, e cantare per il popolo” al congresso nazionale dei musicisti cinesi.
Che significa? “I musicisti devono servire la gente comune, scrivendo della sua vita ed esprimendo i suoi sentimenti”, dice Xinhua citando il funzionario.
E dato che l’avanguardia del popolo è ovviamente il Partito, Liu ha chiesto ai musicisti di interpretare, nel loro lavoro, il sogno cinese, cioè la parola d’ordine lanciata dal presidente Xi Jinping. Come? “Trasformando il fervore della gente comune in vivaci capitoli musicali”. Dato che il soft power e pure l’export sono importanti, l’alto funzionario ha anche incoraggiato i musicisti a dare una mano per esportare la musica cinese in tutto il mondo, mantenendo però “le sue caratteristiche distintive”. Non è chiaro cosa le esortazioni di Liu comporteranno nel medio-lungo periodo.
GIAPPONE – Patriottismo all’università: inno nazionale e meno materie umanistiche
Il ministro per l’educazione Hakubun Shimomura è tornato a chiedere ai rettori delle università pubbliche di inserire l’inno nazionale alle cerimonie di ingresso e di laurea negli atenei. L’idea era già stata espressa dal primo ministro Shinzo Abe qualche tempo fa, quando aveva detto di voler reintrodurre il Kimi-ga-yo (questo il titolo dell’inno) essendo le università pubbliche "pagate con i soldi dei cittadini". La decisione sarà lasciata alle singole università, ma la pressione del governo verso un’educazione più patriottica si fa sempre maggiore. Shimomura ha inoltre annunciato una revisione dell’organizzazione delle facoltà umanistiche: "Non credo che non servono, ma la situazione odierna va rivista".
COREE – Denuncia in arrivo per Kim Jong Un
Un gruppo di avvocati sudcoreani ha annunciato di voler denunciare il leader nordcoreano in merito alle condizioni dei prigionieri di guerra. Il prossimo 25 giugno presenteranno io caso alla Corte penale internazionale dell’Aja. Si ritiene che siano tra i 500 e i 600 i sudcoreani costretti ai lavori forzati nei campi per prigionieri di guerra del Nord. La mancata tutela dei diritti umani in Corea del Nord è al centro di un’inchiesta dell’Onu che potrebbe sfociare anche in questi caso nella defezione di Kim al tribunale dell’Aja.
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