Le notizie di oggi:
- TikTok riprende a funzionare negli Usa. Trump prepara “ordine esecutivo”
- Vicepresidente Han incontra Vance e Musk
- La Cina vuole diventare una “nazione educativa forte” entro il 2035
- Corea del Sud, manifestanti pro-Yoon assaltano un tribunale dopo la proroga dell’arresto
- Pakistan, Imran Khan condannato a 14 di carcere
- FT, le aziende automobilistiche europee rischiano di pagare crediti di carbonio alle case cinesi
- Riprendono i tour di gruppo dalla Cina a Taiwan
TikTok riprende a funzionare negli Usa. Trump prepara “ordine esecutivo”
Oggi, giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il neo presidente americano potrebbe – come preannunciato domenica – anche predisporre un “ordine esecutivo” per revocare il ban a TikTok, che nella giornata di ieri ha ripreso a funzionare negli Stati Uniti. Sabato 18 dicembre, infatti, agli utenti Usa che hanno provato a usare l’app è apparso il messaggio che indicava la temporanea impossibilità di utilizzare la piattaforma, aggiungendo che “fortunatamente” Donald Trump si era offerto di collaborare per trovare una soluzione. Il neo presidente eletto, che nelle scorse ore su Truth ha condiviso l’appello di “Salvate TikTok!”, ha anche prospettato la soluzione di una joint venture con una società Usa proprietaria del 50 per cento dell’azienda. Nell’aprile del 2024 il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato una legge che obbligava la società madre di TikTok, ByteDance, di venderla a un acquirente non cinese entro il 19 gennaio 2025; pena il bando dell’app. Da giorni molti content creatori statunitensi hanno iniziato a migrare verso altri social network, compresa l’app cinese molto nota in patria Xiaohongshu.
Nei giorni scorsi le app cinesi sono finite per la prima volta al centro di una denuncia mossa dal gruppo Noyb, un’organizzazione per i diritti digitali con sede a Vienna. Il gruppo ha accusato TikTok, Shein, Xiaomi e altre tre aziende della Repubblica popolare di violare la privacy degli utenti dell’Unione europea e di inviare i loro dati illegalmente in Cina.
Vicepresidente Han incontra Vance e Musk
Intanto nella giornata di domenica il vicepresidente cinese Han Zheng, giunto a Washington per partecipare all’insediamento di Trump, ha incontrato l’omologo americano in pectore J.D Vance ed Elon Musk. Pechino – ha dichiarato l’alto funzionario – è pronta a lavorare con la nuova amministrazione per “implementare l’importante consenso raggiunto tra il presidente Xi Jinping e il presidente eletto Trump”, che venerdì hanno avuto la loro prima conversazione telefonica in quattro anni. Secondo l’agenzia cinese Xinhua, Han ha auspicato “la promozione dello sviluppo stabile, sano e sostenibile delle relazioni Cina-USA”. Obiettivo perseguito anche attraverso una maggiore apertura del mercato cinese. A Musk, il vicepresidente ha spiegato che la Cina “accoglie con favore le aziende statunitensi, tra cui Tesla, per cogliere l’opportunità di condividere i frutti dello sviluppo cinese”. L’imprenditore ha risposto favorevolmente, promettendo di “approfondire i suoi investimenti e la sua cooperazione con la Cina”. Ma non ha mancato di esprimere un certo disappunto per la riabilitazione di TikTok laddove X – il social comprato nel 2022 – è ancora bandito in Cina.
La Cina vuole diventare una “nazione educativa forte” entro il 2035
La Cina ha lanciato il suo primo piano d’azione nazionale per costruire una “nazione educativa forte” entro il 2035, che punta a migliorare l’efficienza nell‘innovazione e costruire un “paese forte”. Il piano, emesso dal comitato centrale del Partito Comunista e dal Consiglio di Stato il 19 gennaio, mira a stabilire un “sistema educativo di alta qualità”, “tra i migliori al mondo”. Si parla di espandere l’istruzione gratuita, aumentare le iscrizioni universitarie “di alta qualità” e la percentuale di studenti di dottorato. Ma viene anche sottolineata la necessità di bilanciare l’attività scolastica con l‘attività fisica e una maggiore attenzione per la salute mentale degli studenti.
Corea del Sud, manifestanti pro-Yoon assaltano tribunale dopo la proroga dell’arresto
Nella mattina di domenica 19 gennaio, centinaia di sostenitori di Yoon Suk-yeol, il presidente coreano finito sotto impeachment dal 14 dicembre e sospeso dai poteri, hanno preso d’assalto un edificio del tribunale dopo l’annuncio della proroga del suo arresto. Sessantasei persone, delle novanta in stato di detenzione, fronteggiano un mandato di arresto ufficiale. Yoon è finito in manette lo scorso 15 gennaio con l’accusa di “insurrezione e abuso di potere”. Ma citando il rischio che Yoon disponga la distruzione delle prove, dopo un’udienza di cinque ore iniziata nella sera di sabato, un giudice ha emesso un mandato che consente agli investigatori di tenerlo in custodia fino a 20 giorni, compresi quelli già trascorsi nel centro di detenzione dall’arresto di mercoledì scorso. Secondo il Korea Times le persone che si sono riunite fuori dal tribunale in sostegno a Yoon sarebbero state oltre 44 mila. Alla notizia della proroga dell’arresto alcuni dimostranti sono riusciti a superare i poliziotti antisommossa, rompere le finestre del tribunale e fare irruzione nell’edificio, devastandone l’interno e ferendo un totale di nove agenti. Secondo quanto fatto sapere dai suoi avvocati, Yoon ha invitato le persone a esprimere le proprie opinioni in modo pacifico.
Pakistan, Imran Khan condannato a 14 di carcere
Il 17 gennaio l’ex primo ministro pakistano Imran Khan, in stato di detenzione dall’agosto 2023, è stato condannato ad altri 14 anni di carcere per corruzione. Secondo le accuse, Khan e sua moglie, Bushra Bibi, avrebbero stretto un accordo con il magnate immobiliare Malik Riaz per ottenere grandi quantità di terreni redditizi in cambio della possibilità per l’uomo di riciclare oltre 239 milioni di dollari. Bibi è stata condannata a sette anni di prigione. Da quando è stato estromesso dal potere nel 2022 in seguito a una mozione di sfiducia, Khan, figura politica ancora molto popolare nel paese, è stato coinvolto in una lunga serie di casi, tra omicidio, terrorismo e violazione della sicurezza nazionale. Accuse che i sostenitori dell’ex premier ritengono politicamente motivate. Zulfi Bukhari, consigliere di Khan e portavoce del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), al potere con Khan dal 2018 al 2022, ha commentato di trovarsi davanti a “un altro esempio di legge marziale non dichiarata”.
FT, le aziende automobilistiche europee rischiano di pagare crediti di carbonio alle case cinesi
Secondo alcuni analisti, le case automobilistiche europee, guidate da Volkswagen, potrebbero essere costrette ad acquistare centinaia di milioni di euro di crediti di carbonio dai rivali cinesi come BYD. È quanto riportato dal Financial Times, che spiega come la normativa europea imponga alle case automobilistiche di ridurre le emissioni entro il 2025. Le aziende che supereranno questo limite dovranno scegliere se pagare miliardi di euro di multe, accelerare le vendite di veicoli elettrici a prezzi più vantaggiosi o acquistare crediti dai produttori meno inquinanti. La strategia abbracciata da molti produttori è quella del “pooling”, che prevede che più fornitori si uniscano e calcolino insieme la media delle emissioni di gas serra: è quanto sta accadendo con Tesla, che punta a mettere in comune i crediti con Stellatis, Ford e Toyota, ma anche Mercedes-Benz, che ha collaborato con Polestar e Volvo, entrambe di proprietà della cinese Geely. Ma secondo alcuni operatori del settore, accordi di queste genere renderanno l’industria europea meno competitiva a favore delle aziende della Repubblica popolare.
Riprendono i tour di gruppo dalla Cina a Taiwan
Il 17 gennaio il Ministero della cultura e del turismo cinese ha fatto sapere che intende revocare il divieto per i viaggi di gruppo a Taiwan, imposto durante la crisi pandemica, cominciando per ora da Shanghai e dal Fujian, la provincia che affaccia sullo Stretto di Taiwan. Con il Covid-19 erano stati infatti interrotti i flussi turistici in uscita dalla Cina continentale, ripristinati poi nel 2023 verso la maggior parte delle destinazioni internazionali. I piani per la riapertura dei viaggi di gruppo per Taiwan, invece, sono stati ritardati in più occasioni, complici le continue tensioni politiche. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua, la mossa dovrebbe contribuire a normalizzare gli scambi tra le due sponde dello Stretto. Nelle ultime ore la visita a Taiwan di due importanti accademici dalla Cina continentale è stata interpretata come un segnale di disgelo tra i governi di Pechino e Taipei. Il Consiglio per gli Affari Continentali di Taiwan, che supervisiona le relazioni tra le due sponde dello Stretto, ha confermato che il 9 gennaio Yan Anlin e Sheng Jiuyuan, rispettivamente dello Shanghai Institutes for International Studies e della Shanghai Jiao Tong University, hanno incontrato i rappresentanti di due think tank taiwanesi, uno dei quali sarebbe legato al DPP.