Stretta sugli aborti selettivi in Cina dove per tentare di mettere fine al disequilibrio di genere più ampio del mondo. L’economia cinese è in una fase cruciale chiamata punto di svolta di Lewis, dicono gli economisti. La protesta dei proiezionisti, gli uomini che facevano funzionare la macchina della propaganda sotto il maoismo. L’uso dello smartphone in Cina e gli effetti sulla vita di coppia. Esercitazione congiunta Giappone-Filippine nella baia di Manila. CINA – Ulteriore stretta sugli aborti selettivi
La Commissione per la pianificazione famigliare ha annunciato una nuova campagna per ridurre aborti selettivi e test prenatali sul sesso del nascituro. Nel 2014 ci sono stati quasi 118 maschi nati ogni 100 femmine, un punto in più rispetto agli obiettivi che il governo si è posto entro il 2015.
La Cina ha il più grande squilibrio di genere al mondo dovuto a trent’anni di politica del figlio unico unita a una cultura ancora contadina che preferisce il figlio maschio. Nel 2010 c’erano già 24 milioni di donne "mai nate" a causa degli aborti selettivi e uno studio delle Nazioni Unite del 2012 aveva concluso che questo avrebbe portato a nuove tensioni sociali nel momento in cui un grande numero di uomini in età di matrimonio non avrebbero avuto possibilità di sposarsi. Secondo l’Oms la percentuale naturale di nascite dovrebbe essere 105 maschi ogni 100 femmine.
CINA – “Il punto di svolta di Lewis”
Siamo di fronte a una fase cruciale che gli economisti chiamano “il punto di svolta di Lewis” ovvero il momento in cui in una società la percentuale di popolazione in età da lavoro lavoro comincia a calare, gli stipendi salgono più rapidamente della produttività e diminuisce il flusso di migranti che dalle campagne si sposta in città.
Le aziende di stato sono sono incoraggiate a mantenere i loro impiegati e i privati a non licenziare. Pechino ha annunciato che abolirà le tasse “superflue” soprattutto per le industrie che si occupano di innovazione e per le start up. Ma già la regione del Liaoning ha annunciato che taglierà l’obiettivo di 700mila nuovi posti di lavoro entro il 2015 ad appena 400mila. L’unica buona notizia è che nel frattempo il terziario sta crescendo.
CINA – La propaganda senza pensione
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Protestano i proiezionisti, i lavoratori più cari al presidente Mao. Secondo Rfa, oltre mille di loro si sono radunati nella città di Changsha per protestare contro la totale assenza di welfare che si trovano a fronteggiare. Sono loro che hanno portato il messaggio del Partito comunista nelle sconfinate campagne cinesi.
Erano quelli che facevano funzionare le famose stazioni mobili della propaganda raggiungendo con i film su pellicola anche i più sperduti villaggi. Oggi lamentano di non ricevere né la pensione né alcuna spiegazione ufficiale sul loro trattamento.
CINA – Lui, lei e l’altro: risvolti matrimoniali dello smartphone in Cina
In Cina ci sono più di cinquecento milioni di smartphone attivi e il 73 per cento degli utenti lo tiene acceso tutto il giorno. Questo pone una sfida alla serenità familiare, uno dei cardini della stabilità sociale cinese. La "All China Women’s Federation", la Federazione comunista di tutte le donne cinesi, ha appena rilasciato un rapporto sullo stato della vita di coppia in Cina ai tempi dello smartphone.
La ricerca mostra che la competizione per l’attenzione del partner nell’intimità di casa è fiera. In un’intervista una moglie di Chongqing, megalopoli nel sud della Cina, si lamenta: "non so cosa non vada, ma mio marito preferisce guardre il suo telefono invece che parlare con me quando è a casa".
FILIPPINE – Esercitazione navale congiunta con il Giappone
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Squadre delle guardie costiere filippina e giapponese hanno tenuto mercoledì scorso un’esercitazione congiunta antipirateria nella baia di Manila, in una dimostrazione della cooperazione bilaterale marittima tra i due paesi.
"L’esercitazione è nell’interesse nazionale di entrambe le parti per la lotta alla pirateria e ai traffici illegali", ha spiegato alla stampa il capitano della guardia costiera giapponese Koichi Kawagoe.
L’operazione si tiene in un periodo di tensioni crescenti nella acque del Pacifico. Entrambi i paesi sono infatti divisi dalla Cina su questioni territoriali: da una parte Tokyo, sulle Senkaky/Diaoyu nel Mar cinese orientale; dall’altra Manila sul Mar cinese meridionale.
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