In Cina e Asia – Sex toys: in Cina è boom (anche dei fake)

In by Gabriele Battaglia

È record di vendita di sex toys in Cina. Il giorno di punta è stato lo scorso 11 novembre, il cosiddetto "giorno dei single". La riforma dell’esercito: nuovo comando operativo unificato e nuove regioni militari. Pechino ha posto un limite alla popolazione: 23 milioni, causa rischio carenza di acqua e spronfondamento. Attentato in una moschea sciita in Bangladesh: sospetto Daesh. L’esercito thailandese coinvolto in uno scandalo di corruzione. CINA – Sex toys: il boom e il fake
È boom dei sex-toys in Cina, con il record di bambole gonfiabili vendute online durante il “giorno dei single”, lo scorso 11 novembre. Ma non di soli uomini si tratta, perché le ricerche dimostrano che i massimi consumatori di aggeggi sexy sono le coppie che cercano “qualità” nel proprio rapporto amoroso. Comincia però a manifestarsi un annoso problema: le contraffazioni. E trattandosi di merce che entra direttamente a contatto con il corpo umano, i rischi per la salute sono notevoli. L’associazione cinese dei sessuologi ha chiesto una standardizzazione dell’industria dei sex-toys fin dal 2012, ma da allora ben poco è stato fatto.

CINA – Ecco la riforma dell’esercito
La Cina rivolterà come un calzino il proprio esercito creando tra le altre cose una struttura di comando operativo unificata entro il 2020 e ridefinendo le regioni militari esistenti, in una riforma globale annunciata dal presidente Xi Jinping giovedì.
In un lungo discorso riportato dalla agenzia ufficiale Xinhua, Xi ha dato una descrizione a grandi linee delle riforme che vuole, ma ha dato pochi dettagli a parte la ripetizione dell’impegno già preso a settembre di tagliare l’esercito più grande del mondo (2,3 milioni di effettivi) di circa 300mila unità. Intanto, tra pre-pensionamenti ed “esuberi”, il malcontento comincia a serpeggiare tra le truppe, che temono di perdere la “ciotola di riso di ferro” (la sicurezza del posto di lavoro).
Sul fronte esterno, Pechino sta costruendo una base logistico-militare a Gibuti, nel corno d’Africa.

CINA – Pechino a numero chiuso: poca acqua e troppo peso
Pechino ha posto il limite di 23 milioni per la propria popolazione urbana. La capitale cinese soffre infatti di due problemi: ci sono troppe poche risorse idriche e rischia di affondare per il peso degli edifici connessi al processo di urbanizzazione. Per risolvere il problema, si cerca di decentrare molte funzioni amministrative verso il sobborgo di Tongzhou, nella zona sud-est della città.

BANGLADESH – Nuovo attentato in moschea sciita: c’entra Daesh?
Nella serata di giovedì 26 novembre un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro dei fedeli sciiti riuniti in una moschea nel distretto di Bogra, nel nord del paese. Il muezzin della moschea, Mohazem Hossain, risulta essere l’unica vittima.
L’attentato si inserisce nella sequela di violenze che nell’ultimo anno hanno preso di mira intellettuali bangladeshi, cooperanti e missionari (tra gli italiani Tavella e padre Parolari) e, recentemente, i fedeli sciiti bangladeshi, un’esigua minoranza in un paese a maggioranza sunnita. L’azione è stata rivendicata da un account Twitter legato a Daesh, secondo quanto riportato dal SITE Intelligence Group, l’unica agenzia a collegare le violenze in Bangladesh al gruppo dello Stato Islamico. Ma le autorità di Dhaka, anche questa volta, sostengono che Daesh non abbia niente a che fare con l’aumento delle violenze estremiste nel paese, riconducibile invece alle tensioni portate dal processo per crimini di guerra che sta condannando – anche alla pena di morte – numerosi esponenti dei partiti d’opposizione.

THAILANDIA – Scandalo a corte e nella giunta militare
L’esercito thailandese si presenta come difensore della monarchia e baluardo contro la corruzione. Per questo rischia di diventare un terremoto interno alla junta golpista al potere da maggio 2014 il mandato d’arresto contro un generale accusato di utilizzare le proprie connessioni con la famiglia reale per ottenere favori e soldi negli appalti per la costruzione di un parco. Il caso rientra a pieno nell’ambito della severa legge sulla lesa maestà che tutela la figura del vecchio re Bhumibol Adulyadej. Il caso sta scuotendo l’élite thailandese, tanto più che segue di qualche mese l’arresto di due poliziotti, lo stesso legati a intrighi di corte e morti suicidi in carcere. 

[Foto credit: wsj.com]